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14 Agosto 2013 12 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Melodic Rock
anno: 2013
etichetta: Frontiers Music
Con trenta milioni di dischi venduti alle spalle e tantissimi premi e consacrazioni ottenuti, ecco ritornare (un po’ inaspettatamente) sul mercato la leggendaria formazione australiana Little River Band con un nuovo album di soli inediti, intitolato Cuts Like A Diamond e nei negozi grazie alla solita Frontiers Records a partire dal 23 agosto 2013.
continua
08 Agosto 2013 12 Commenti Denis Abello
genere: Melodic Hard Rock
anno: 2013
etichetta: AOR Heaven
Una recensione ed un voto che vogliono essere un mio ultimo omaggio personale ad un Artista che seppur rimanendo in un certo qual modo più in disparte sul panorama internazionale ha saputo comunque rendere grande e regalarci veri gioielli della musica che amiamo.
Un omaggio a Brett Walker che esattamente un mese fa ci lasciava ad appena 51 anni.
Denis Abello
Il destino può essere beffardo e contro di lui poco puoi farci. Parlo di destino perchè quello di Brett Walker conferma quanto a volte può essere assurda la vita.
Se il nome così di primo acchito può non dirvi tantissimo vi basti sapere che la sua carriera artistica ha incrociato quella di nomi quali Jimi Jamison, Jeff Paris, Jonathan Cain (Journey), Russ Ballard e molti altri ed è anche grazie a lui se oggi possiamo godere di un pezzo quale Waiting for Love degli Alias.
Nel 1994, in piena crisi del genere, comincia la sua carriera solista con l’album Nevertheless che regala pezzi quali Leica, Quicksand, No Fire Without You, More Than A Memory. A quest’album ne seguiranno altri due, Lift Off (2000) e Spirit Junky (2007) per arrivare al 2013 ed all’annuncio dell’uscita di un nuovo lavoro a titolo Straight Jacket Vacation.
Ed è proprio qui che il destino decide di lanciare i suoi dadi ed incrociare le emozioni che provocano l’aspettativa dell’annuncio di un nuovo lavoro con la tristezza ed il vuoto che solo la scomparsa di qualcuno che in un modo o nell’altro ha incrociato la nostra strada può lasciarci nel cuore. Con precisione quasi certosina così ci siamo trovati un mese fa ad annunciare l’uscita di Straight Jacket Vacation e la scomparsa di Brett Walker.
04 Agosto 2013 17 Commenti Lorenzo Pietra
genere: Melodic Rock
anno: 2013
etichetta: Mascot Records
A tre anni di distanza da All’s Well That Ends Well Steve Lukather ci delizia con questo nuovo Transition, con tantissimi ospiti di alto livello. L’album suona impeccabile; suoni perfetti, frizzanti con melodie azzeccate e, superfluo dirlo, una chitarra da pelle d’oca. La musica proposta passa dal classico AoR dei Toto, al melodic Rock, al blues….
….già dall’iniziale Judgement Day col suo rock malinconico il chitarrista lascia il segno; l’intro tastiere-basso con Steve che sembra parlare e il suo lento incedere pieno di melodia che esplode in un crescendo rock. Creep Motel è il classico rock-blues che tanto piace a Lukather e non servono tante parole per spiegarlo, mentre con Once Again ci troviamo di fronte al tipico sound dei Toto; pianoforte e chitarra per un lento classico, con un refrain semplice ma di grande effetto. Right The Wrong corre su sentieri più AoR con grande eleganza, a partire dal basso pulsante in primo piano, al piano in sottofondo che crea atmosfera, alla voce trascinante di Steve. Oltre sei minuti di poesia. La title track Transition è un pezzo strumentale e apre con una chitarra elettrica e sprazzi di tastiera, un pezzo quasi fusion con base rock dove Lukather si esprime in tutto la sua classe. La parte centrale acustica, l’assolo di chitarra, l’atmosfera cupa ci faranno sognare per tutta la canzone. Last Man Standing ritorna sull’AoR con atmosfere pop, suonando molto anni ottanta, col suo refrain che si stampa subito in testa. Do I stand Alone è un melodic rock più moderno con ancora un gran lavoro alle chitarre e il solito ritornello impeccabile. Rest Of The World, l’unico brano non scritto da Lukather, è un blues rock dove si respira Eric Clapton in tutti i suoi quattro minuti di durata. L’ hammond in sottofondo, la chitarra tagliente, i cori femminili in sottofondo….un pezzo veramente stupendo. Si chiude con la cover di Charlie Chaplin(!) Smile, riarrangiata in chiave rock. Pezzo strumentale che chiude un album veramente di alto livello.
IN CONCLUSIONE:
Steve Lukather si conferma un artista di classe; un album che ogni chitarrista rock dovrebbe avere nel suo scaffale. Classe, suoni perfetti, melodie per un “genio” della musica.
03 Agosto 2013 20 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Melodic Rock
anno: 2013
etichetta: HMMR Records/Cargo Records
James Christian, voce degli House of Lords, è stato sempre invidiato, oltre che per la sua voce, per la sua bellissima moglie, la cantante Robin Beck. Dai su, chi dimentica quella pubblicità degli anni’80 di una nota bevanda dove la bella Robin cantava il suo più grande successo First Time? Bei ricordi..
Beh, a due anni dall’ultima valida produzione, il 15 agosto la Beck farà il suo ritorno sulle scene con un nuovo album, Underneath, un disco che è un vero e proprio affare di famiglia, visto che la vocalist è qui affiancata in fase di songwriting e non solo dal marito, dalla figlia e dall’amico Tommy Denander.
continua
28 Luglio 2013 8 Commenti Lorenzo Pietra
genere: Hard Rock
anno: 2013
etichetta: Quarto Valley Records
“Dig” è il titolo del terzo studio album degli Heaven & Earth di Stuart Smith, che con il loro hard rock melodico riescono a farsi spazio con un lavoro di alto livello. Dopo due album pieni di ospiti illustri Stuart Smith decide di dar vita ad una propria band reclutando l’ottimo Joe Retta alla voce, Chuck Wright al basso, Richie Onori alla batteria e Arlan Schierbaum alle tastiere. Il risultato è a dir poco esaltante; un hard rock devoto ai Deep Purple e ai Led Zeppelin con un’alta dose di melodia e grandissimi assoli.
Ma iniziamo subito a parlare del disco…..intro strumentale e attacco potente con la maestosa Victorious, dove Stuart Smith diventa il Blackmore della situazione con grandi riff e assolo da manuale. Il singolo No Money, No Love rientra su un hard rock più classico, patinato, dove il refrain la fa da padrone mentre la prima ballad I Don’t Know What Love Is è qualcosa di stupendo; il lento incedere con la chitarra acustica, l’assolo melodico e dolce, la voce di Retta sugli scudi con un ritornello da brividi. Canzone incredibile. Man & Machine apre le danze con un hammond in primo piano e una chitarra devota ai primi Deep Purple; il tutto condito con un talk box onnipresente. House Of Blues, come da titolo, è un hard/blues con ancora le tastiere e la chitarra che si intrecciano mentre Back In Anger sembra uscita ancora una volta dalla penna di Blackmore; batteria indemoniata, hammond in sottofondo per una cavalcata hard rock di altri tempi! Waiting For The End Of The World si sposta su un hard rock più ottantiano, ricordando e non poco, i Magnum. Refrain arioso con le tastiere che sovrastano le chitarre. Un mid tempo che “spezza” l’album. Sexual Insanity apre con un dolcissimo arpeggio di chitarra e un basso pulsante che tiene il ritmo. La canzone si sussegue con le tastiere e degli sprazzi di hard-rock veloci e potenti con contaminazioni di Aerosmith. Rock & Roll Does è un tributo agli Zeppelin. L’intro infuocato, l’hammond e le chitarre che sembrano parlarsi e la batteria secca e diretta aprono lo show ad uno Stuart Smith ispirato come pochi! A Day Like Today col suo intro di violini lascia spiazzati; il pianoforte barocco,i flauti, una canzone fuori dagli schemi dove Joe Retta diventa il menestrello della situazione. Good Times vira su lidi rock moderni e a parte qualche sprazzo di hammond molto interessante, non lascia il segno mentre la conclusiva Live As One è una ballad maestosa; archi e violini lasciano spazio alla voce ispirata di Retta e un pianoforte dolce apre le porte ad una chitarra che esplode in un refrain pieno di cori e con il solito hammond come tappeto. Canzone da manuale.
IN CONCLUSIONE
Con questo terzo album Stuart Smith e gli Heaven & Earth centrano in pieno l’obiettivo e l’ammirazione per Richie Blackmore è notevole in tutto il lavoro. Un album senza filler, con canzoni coinvolgenti e una band di altissimo livello.
23 Luglio 2013 15 Commenti Denis Abello
genere: Melodic Hard Rock / Melodic Metal
anno: 2013
etichetta: Frontiers Music
Melodic Metal!!! Non proprio il mio genere prediletto, cioè, sono più un tipo da “musica scritta per le ragazze che alla fine solo i ragazzi ascoltano” (il primo che mi dice di chi è questa citazione gli mando a casa Iacopo Mezzano una settimana a fare le pulizie 🙂 ), che tradotto sarebbe comunque l’AOR.
Eppure come ho ormai imparato da tempo è giusto dare un’opportunità a tutti, e così a questo giro il Melodic Metal sarà pane per i miei denti. Certo però che se poi a questo aggiungiamo anche che stiamo per andare a parlare del primo album solista di un certo Magnus Karlsson, talentuoso chitarrista (ma anche songwriter, multi strumentista ecc. ecc.) Svedese, che si porta dietro una coda di nomi di tutto rispetto quali Starbreaker, Allen / Lande, Kiske / Somerville, Bob Catley e questo solo per nominare i suoi lavori più melodici… beh, non si poteva quindi lasciar passare inosservato questo suo primo passo solista a titolo Free Fall.
21 Luglio 2013 60 Commenti Lorenzo Pietra
genere: Pop Rock
anno: 2013
etichetta: Island Records
Prefazione:
Recensire un lavoro dei Bon Jovi comincia ad essere molto difficile…se pensassi di dare un voto, un’opinione, paragonando i nuovi lavori ai vecchi classici è normale che sarei impietoso. I Bon Jovi degli anni 80 e 90 avevano un suono che ormai si è totalmente modificato, vuoi per scelte personali, vuoi per esigenze commerciali o per qualsiasi altro motivo e non vorrei assolutamente fare una recensione non oggettiva, data anche la mia ammirazione per questi rocker del New Jersey…..
Recensione:
Il dodicesimo lavoro in studio si intitola What About Now ed è stato prodotto da John Shanks. Direi che non servono altre presentazioni per questa band quindi passerei subito ad analizzare i brani….
… Because We Can è il primo singolo, quello che ha fatto definitivamente storcere il naso ed allontanare i vecchi fan, un pop-rock da classifica, canzone radiofonica con un refrain che nonostante possa non piacere, si “incolla” in testa dal primo ascolto, e un assolo il quale, lasciatemi dire, non può essere stato fatto da Sambora, in quanto troppo plasticoso e semplice. La seconda traccia I’m With You è forse la traccia più interessante dell’album che ha come unico difetto di essere troppo “lavorata” in studio con cori e effetti vari. Stavolta il tocco del fido Sambora si sente eccome nel solo e un bel ritornello rialza gli animi. What About Now, la title track, è pop puro, chitarre praticamente assenti e la solita melodia ruffiana che tenta di lasciare il segno. Con Pictures Of You si tocca il fondo; canzone dedicata a chi ama il nuovo rock (vedi The Killers) suoni finti,di plastica. Peccato perchè la canzone non sarebbe stata brutta come melodia.La quinta traccia, Amen , è anche la prima ballad, acustica, dolce, un tributo ad Halleluja di Leonard Cohen, canzone che Jon ha sempre amato e performato più volte live. Molto bella e sentita. That’s What The Water Made Me rialza un po’ il ritmo con la chitarra e le tastiere in primo piano. Song riuscita e trascinante. What’s Left On Me sembra uscita direttamente dall’album Lost Highway con il suo country-rock che negli States è tanto amato; la canzone non è male e scorre via senza lode ne infamia. Army Of One è fuori dagli schemi, l’intro di organo che ricorda vagamente quello di Lay Your Hands on Me apre le danze un refrain che con il suo “Never Give Up” esplode in urlo liberatorio. Bell’assolo di Sambora finalmente! continua
16 Luglio 2013 8 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Melodic Hard Rock / NWOBHM
anno: 2013
etichetta: Escape Music
Dalle menti di due componenti dei Demon, Neil Ogden e Paul Hume, nasce una nuova formazione hard rock/metal anni’80 influenzata da Gotthard, Queensryche, Dio, Saxon, Europe, Scorpions e tanti altri: i Lawless.
Un progetto inglese, al debutto assoluto con l’album Rock Savage in uscita il 19 luglio per Escape Music, che si produce in un rock molto roccioso e corposo, dal sound simile all’ultimo prodotto di casa Eclipse.
continua
15 Luglio 2013 22 Commenti Denis Abello
genere: Melodic Rock
anno: 2013
etichetta: AOR Heaven
I Newman ed in generale i progetti del loro fondatore Steve Newman per me sono una garanzia, non mi aspetto mai chissà che cosa o che con un colpo da maestro mettano insieme uno dei migliori album dell’anno, ma tutte le volte vado tranquillo che mi ascolterò un album gradevole, con qualche pezzo da segnalare e che per una o due settimane mi farà una gran bella compagnia.
Bene, questo è valso fino ad oggi… dal momento in cui ho saputo dell’uscita di questo nuovo Siren, mi aspettavo il solito buon lavoro firmato dall’artista inglese, un pò come fu per il precedente Under Southern Skies (qui la recensione), cioè un buonissimo lavoro tra l’AOR ed il Rock Melodico che ben si lascia ascoltare senza mai osare però più di tanto.
Insomma per me i Newman sono sempre stati come l’amica carina acqua e sapone con cui fa sempre piacere prendere un caffè ma a cui è sempre mancata quell’alchimia che le permettesse di risaltare.
Bene, ma se quell’alchimia fosse stata trovata? No, aspettate, non dall’amica carina acqua e sapone, intendo dai Newman…
12 Luglio 2013 27 Commenti Denis Abello
genere: Melodic Rock
anno: 2013
etichetta: Autoprodotto
Sono stato misurato, sono stato pesato e sono stato trovato mancante… eccome se sono stato trovato mancante! Non solo da qualcuno su questo sito ma direttamente mi sono auto trovato mancante da me stesso medesimo e vedendo anche il personaggio di cui stiamo parlando (Elefante ha un’ottima reputazione tra la comunità cristiana Americana) forse anche un pò dal Gran Capo Lassù!!!
Partiamo però dall’inizio di questa storia con cui potrei anche essermi giocato le porte del Paradiso, ma spero che il voto sopra possa servire (anche) a salvare in parte la mia Anima.
Tutto inizia con un nome… John Elefante!
continua