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White Widdow – Crossfire – Recensione

01 Novembre 2014 13 Commenti Elena Aurë

genere: Melodic Hard Rock / AOR
anno: 2014
etichetta: AOR Heaven

 

Lo ammetto: sin dal primissimo annuncio promozionale, le mie aspettative nei confronti di questo nuovo album firmato White Widdow sono state piuttosto elevate. L’interessante omonimo debut album del 2010 e il successo del loro follow­up artistico del 2012 (Serenade) avevano infatti galvanizzato gli animi degli amanti del genere che, come la sottoscritta, resteranno senza alcun dubbio positivamente impressionati anche dall’entusiasmante e ormai imminente “Crossfire“, in via di rilascio il 26 Novembre ancora una volta tramite la teutonica AOR Heaven.
La tragica e prematura scomparsa del batterista George Kristy, unita al ritiro dal mondo della musica del bassista Trent Wilson, avrebbero scalfito in maniera profonda gran parte delle bands presenti e passate. Tali eventi, pur rappresentando un capitolo doloroso nella storia personale dei White Widdow, non hanno comunque spento la notevole passione e la grande voglia di emergere dei talentuosi artisti del gruppo, capaci di tornare alla ribalta con quello che probabilmente è il loro miglior album di sempre.
Tornando a discorsi di natura più squisitamente tecnica, salta subito all’occhio la linea di continuità presente tra il cd in questione (mixato ancora una volta da Pelle Saether dei Grand Design) e quelli precedenti, fattore bissato dall’ormai consolidato sodalizio dei fratelli Millis (Jules ­ voce, da qualche tempo frontman anche degli storici Tigertailz ­ e Xavier ­ tastiere) con il virtuoso chitarrista Enzo Almanzi, e che vede un rinnovamento di line­up con l’ingresso di Ben Webster al basso e Noel Tenny alla batteria.

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Allen Lande – The Great Divide – recensione

29 Ottobre 2014 41 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Metal
anno: 2014
etichetta: Frontiers Music

E’ un po’ come se la tua cara sorellina che tu adori (Russell Allen e Jorn Lande) ti invitasse a cena, dopo che ha rotto con il suo vecchio fidanzato che tu adoravi (Magnus Karlsson), per farti conoscere la sua nuova fiamma che a te in realtà è sempre stato un po’ sulle balle (Timo Tolkki)… e finisce che passi una serata divertente!
Non te l’aspettavi eppure è successo, tutto sommato te ne torni a casa soddisfatto, rimpiangi un po’ il vecchio fidanzato, anche se il nuovo si è dimostrato meno noioso di quello che pensavi e poi diciamocelo, in fondo l’importante è che la tua sorellina sia felice!
Ecco, diciamo che il paragone calza (forse 😀 ) abbastanza… mi sono trovato assolutamente prevenuto verso questo nuovo progetto che vede per la quarta volta (The Battle – 2005, The Revenge – 2007, The Showdown – 2010) l’unione di forze tra due cavalli di razza del metal e hard rock mondiale come Russell Allen (Symphony X, Star One, Avantasia) e Jorn Lande (Jorn, Masterplan, Avantasia, Ark).
Questa volta però cambia il direttore d’orchestra e se prima a dirigere le scene era Magnus Karlsson (Primal Fear) ecco che in questa nuova incarnazione troviamo con la bacchetta in mano Timo Tolkki (ex Stratovarius, Timo Tolkki’s Avalon).

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Mr. Big – …The Stories We Could Tell – recensione

28 Ottobre 2014 47 Commenti Alessio Minoia

genere: Hard Rock
anno: 2014
etichetta: Frontiers Music

E’ una regola che cercherò di tenere sempre a mente: non serve a nulla ritardare all’infinito una recensione nella speranza che, ciò che è risultato evidente già dai primi ascolti, cambi per intercessione divina.
Ho approcciato questo ultimo Mr. Big con una malcelata trepidazione e un ottimismo dilagante, sicuro che anche in questa occasione i nostri non avrebbero tradito le attese. Certo, negli anni album come Hey Man e Actual Size su tutti sono stati al di sotto del distinto, ma questo …The Stories We Could Tell è un flop sotto tutti gli aspetti.
Partiamo dall’ugola di Eric Martin. Qualche segnale di cedimento si era intravisto in sede live (lo stesso live in quel di Trezzo del 21 ottobre ha confermato la teoria) ma da subito ho avuto la netta impressione che quasi tutte le scelte a livello vocale siano state prese per limitare al minimo gli strappi e le salite impervie finendo però per minare uno dei trademark distintivi del four piece: la capacità di unire melodie a cavallo tra il folk americano (alla Jackson Browne), l’ AOR meno pomposo (Boston) e l’ Hard Rock di matrice britannica (Free).
A però mostrare la corda è il songwriting, mai come in questa occasione privo di guizzi, di intuizioni, di quelle commistione tra cristallina tecnica strumentale e capacità nell’imbastire pezzi canticchiabili su una canovaccio hard rock.

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Martina Edoff – Martina Edoff – recensione

28 Ottobre 2014 13 Commenti Luka Shakeme

genere: Melodic Rock
anno: 2014
etichetta: MRM Production AB

Il talento cristallino di moltissimi artisti spesso per qualche oscuro motivo tarda ad arrivare al grande pubblico; casualità, scelte artistiche e quant’altro ne segnano un percorso. E’ il caso dell’avvenente e grande talento naturale Martina Edoff che ha goduto di collaborazioni importanti quali Dr. Alban e con i connazionali Ace Of Base, ma è il 2014 il suo vero battesimo discografico dopo anni di gavetta. Iniziamo dunque a snocciolare l’omonimo lavoro.

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VEGA – Stereo Messiah – Recensione

22 Ottobre 2014 69 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Rock
anno: 2014
etichetta: Frontiers

 

Nel firmamento del Melodic Rock torna finalmente a brillare con tutta la sua splendente lucentezza la stella dei VEGA! Una delle nuove leve del panorama internazionale che più sono riuscite a colpirmi con un primo album (Kiss of Life – 2010, qui la recensione) che fu un vero colpo al cuore ed un secondo (What The Hell – 2013, qui la recensione) che riuscì a mantenere viva la fiamma della band anche se con meno intensità rispetto allo splendido debutto.
Finalmente riaccasatisi con quella che è la loro giusta famiglia, l’italianissima etichetta Frontiers Music (un po’ di patriottismo ci vuole 😉 ), e con una novità in formazione, cioè l’aggiunta in pianta stabile del chitarrista Marcus Thurston che va a completare la storica formazione che vede Nick Workman alla voce, Tom Martin alla chitarra, James Martin alle tastiere e Daniel Chantrey alla batteria, ecco che la stella dei VEGA è pronta a riaffrontare e ridar luce al firmamento dell’AOR con questa sua nuova terza incarnazione a titolo Stereo Messiah!

Incisiva, ficcante e incalzante si sale in cielo come un tuono sulle note di Stereo Messiah! Song potente che mette in evidenza l’ottima forma della band e da ampio spazio alla seconda chitarra. La terza apparizione dei VEGA parte in maniera a dir poco folgorante!
Tastiere e chitarre, con quel profumo tra retrò e moderno che da sempre caratterizza la produzione degli Inglesi, segna indelebilmente All or Nothing. E’ però la splendida Wherever We Are che riporta al suo massimo splendore la band. Si gioca sulla voce di Workman a cui la batteria detta il tempo, si infilano man mano le chitarre e si arriva a cantare a squarciagola il ritornello… signori, questi sono i VEGA!
L’ammaliante voce di Workman, Ballad of the Broken Hearted, è tutt’altro che una ballata. Si inizia lenti e ci si lancia in una corsa senza fiato che regala uno dei migliori pezzi del lotto!
A questo punto possiamo essere certi che la band è tornata finalmente a ritrovare quella sua originalità nel sound che fu trademark del primo lavoro e che un po’ venne a mancare nel secondo album. Gonna Need Some Love Tonight, con la sua aria frizzante ne è l’ulteriore conferma!
The Fall segna il giro di boa di questo Stereo Messiah e ancora una volta conferma la bontà della band che in questa terza incarnazione, oltre che sulla particolare voce di Workman, può contare su un riuscito connubio di tastiere e chitarre. continua

In Faith – There’s A Storm Coming – Recensione

22 Ottobre 2014 5 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2014
etichetta: Rocktopia/Cargo Records

E’ davvero difficile essere ascoltatori di melodic rock e hard rock, e rimanere indifferenti di fronte al disco di debutto degli In Faith, nient’altro che un nuovo terzetto inglese composto dal cantante esordiente Pete Godfrey, da Tony Marshall alla chitarra (ex Contagious, Pride, Vaughn), e da Pete Newdeck alle pelli (Tainted Nation, Newman, ex Eden’s Curse)
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House of X – House of X – Recensione

21 Ottobre 2014 0 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Hard Rock
anno: 2014
etichetta: Escape Music

La chiamata alle armi è oggi per gli amanti del vecchio hard rock classico made in the UK. Gli House of X sono pronti a debuttare il 24 ottobre tramite Escape Music con il loro disco omonimo, schierando una line up a cinque stelle formata dal cantante Danny Peyronel (HEAVY METAL KIDS, UFO, TARZEN), dal chitarrista Laurence Archer (WILD HORSES, STAMPEDE, PHIL LYNOTT’S GRAND SLAM, UFO), dal bassista Rocky Newton (LIONHEART, MSG) e dal batterista Clive Edwards (PAT TRAVERS BAND, ELECTRIC SUN, WILD HORSES).
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Bjarne Langhoff – Safe Distance – Recensione

21 Ottobre 2014 6 Commenti Luka Shakeme

genere: Westcoast / Pop
anno: 2014
etichetta: Autoprodotto

La proposta di cui a breve inizierò a parlare è relativamente lontana dagli ascolti del lettore di Melodic Rock, ciò nonostante non smetterò mai di ribadire che esiste buona e cattiva musica e che molto spesso si tende a fare classificazioni anche fra chi ascolta hard rock piuttosto che aor piuttosto che sleazy-street e così via. Dischi come “Safe Distance” del cantautore danese Bjarne Langhoff richiedono uno sforzo importante perché non ci sono chitarre molto presenti e riff che possano eclissare i difetti di un lavoro. Qui troviamo una voce fantastica in primo piano e arrangiamenti decisamente scarni, di conseguenza meritano un’attenzione maggiore per gli artisti coinvolti e per chi è dietro al banco a produrre il tutto.

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Grand Design – Thrill Of The Night – recensione

17 Ottobre 2014 24 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Rock
anno: 2014
etichetta: AOR Heaven

La sottile linea che divide tra “ispirazione” e “plagio“! Ecco, diciamo che i Grand Design sono una di quelle band che gioca palesemente sul filo di questa linea, con i loro sostenitori che si trovano dalla parte “dell’ispirazione” e i detrattori che si trovano dalla parte “del plagio“.
Chi segue questa band dagli esordi (primo album Time Elevation del 2009) sa bene di cosa sto parlando, ma per chi non avesse mai avuto il, per me, piacere (e già da questo capite da che parte della linea mi schiero 😉 di ascoltare un loro brano sveliamo l’arcano.
Infatti i Grand Design con i loro precedenti lavori (Time Elevation – 2009, Idolizer – 2011) hanno messo in chiaro che il loro sound è assolutamente derivato da un classico trademark Def Leppard style!

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Bulletrain – Start Talking – Recensione

12 Ottobre 2014 5 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Hard Rock/Sleaze
anno: 2014
etichetta: AOR Heaven

La quantità di album e gruppi rock che la Svezia sta producendo è ormai qualcosa di incredibile e nonostante questo la qualità dei loro lavori non si abbassa mai di livello. Questa è la volta dei Bulletrain che con il loro debut album Start Talking ci catapultano in pieno rock anni 80.

Il gruppo si è formato nel lontano 2006 a Helsingborg ed ha pubblicato due EP di buon livello ed un singolo. L’etichetta AOR Heaven li mette subito sotto contratto ma al momento di registrare l’album l’ex cantante Robert Lindell decise di lasciare il gruppo. Dopo anni di difficoltà, nel 2013 fu reclutato il nuovo e attuale cantante Sebastian Sundberg e l’AoR Heaven decise così di dargli un’altra possibilità affiancandogli il produttore RamPac(Crashdiet). Il gruppo si stabilizza nella line up con Sebastian Sundberg alla voce, Mattias Person alla chitarra solista, Robin Bengtsson alla chitarra ritmica, Niklas Mansson al basso e Jonas Tillheden alla batteria e finalmente riesce a registrare l’album.

Parlando del cd, le influenze ottantiane si fanno sentire, ma anche quelle dei “colleghi” H.e.a.t. e  della scena hard rock svedese non sono da meno. Le canzoni funzionano tutte e non troviamo filler e ho trovato un ottimo lavoro alle chitarre ritmiche oltre ai grandi assoli. Già il primo singolo Out Of Control ci fa capire cosa vogliono dirci i ragazzi. Hard Rock melodico, grandi riff e assolo un po alla Slash se vogliamo esagerare. Pezzi come Nothing But Trouble, All For One dove il suond degli Heat prende sopravvento funzionano alla grande, la title track Start Talking molto hard rock nell’intro e molto moderna nel refrain, fino alla semi acustica Bad Blood, un bel pezzo dove parte elettrica e acustica si fondono perfettamente e con un bellissimo riff. Ma è Even With My Eyes Closed che fa la differenza; un pezzo “da novanta” con un riff iniziale da brividi, la ritmica arpeggiata ad accompagnare la bellissima melodia, il bridge e l’esplosione del refrain melodico e riuscitissimo. La potente Dicing With Death con la batteria indemoniata e il suo hard rock trascinante, Take Me To The Sun dove si respira aria più modern rock ma non mancano riff e melodia e la conclusiva Joannas Secret riassume quello che l’album ci ha raccontato. Un grande lavoro alle ritmiche con una melodia superba, cori e refrain da manuale.

IN CONCLUSIONE:

Chi ama il rock scandinavo non può lasciarsi scappare questo album, consiglio sempre un ascolto preventivo ma se amate gruppi come Crashdiet, Crazy Lixx o Heat l’acquisto è d’obbligo.