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20 Gennaio 2015 24 Commenti Nico D'andrea
genere: Pop Rock
anno: 2014
etichetta: BFI RECORDS
Il mio “Osservatorio Rock” ha questa volta avvistato un album poco atteso nel nostro ambito ma che potrebbe sorprendere più di qualche ascoltatore.
Ammetto di non essere mai stato un grande fan di Billy Idol ma chi tra noi non è rimasto ammaliato dal mefistofelico arpeggio di “White Wedding” e non è sobbalzato al riff di Steve Stevens nel bridge di “Eyes Without A Face“?
Per il resto ho spesso trovato i lavori dell’istrionico cantante britannico piuttosto superficiali, sofferenti del riflusso punk vomitato dalle sue origini nei Generation X a volte miscelato con un approccio pop rock alquanto sbarazzino.
Sembrerà paradossale ma nonostante i tanti anni di attività ho le mie ragioni per definire questo Kings and Queens of the Underground come l’album della maturità per Mr. Idol.
14 Gennaio 2015 17 Commenti Luka Shakeme
genere: Melodic Rock
anno: 2015
etichetta: Slager/Slagerfabrikken/Universal Music
Il progetto Annunition della grande ugola norvegese Age Sten Nilsen riserva qualità sia nel songwriting che nella perizia tecnica dei musicisti coinvolti (che provengono da band quali Eclipse, King Diamond, Pretty Maids) malgrado come vedremo nel consueto “track by track” ci sia a tratti un netto accostamento a band più blasonate. A parte questa breve parentesi “Shanghaied” si preannuncia come una delle migliori uscite del 2015 che riserverà delusioni e mezzi passi falsi ma anche piccole gemme delle quali ci si potrebbe fare un pensierino all’acquisto. Direi dunque di iniziare a parlarne.
03 Gennaio 2015 0 Commenti Lorenzo Pietra
genere: Hard Rock
anno: 2014
etichetta: Massacre Records
Avere un mito come John Norum e suonare la chitarra come lui deve essere il sogno di tanti appassionati della sei corde… Questo è il caso di Michael Jessen, chitarrista dalle ottime potenzialità proveniente dalla Danimarca. Considerando che Michael suona tutte le chitarre dell’album e che come ospite trova proprio il suo “idolo” John Norum fa ben sperare sulla riuscita del progetto. Arruolati Goran Edman alla voce, Christoffer Hoaas al basso e Mads Grunnet alla batteria non è restato altro che incidere questo Memories. L’album è composto dalle 4 tracce dell’EP uscito nel 2012, più 6 nuove canzoni, e con l’appoggio della label Massacre Records ecco prendere vita il platter.
Un album che passa dal classico melodic rock all’AoR più robusto e che trae ispirazione proprio da John Norum. 40 minuti di buona fattura, dall’hard rock più roccioso dell’opener Broken Heart e Everything Comes to An End, al rock più melodico del singolo My Own Funeral dove la sei corde di Jessen sprigiona riff e assoli a ripetizione. Blackwater trova ospite alla chitarra Norum e senza dubbio è una delle migliori tracce dell’album. Hard Rock potente, assolo da brividi e riff semplice ma di grande effetto. La prima ballad The Rose si apre con un arpeggio e riesce a catturare l’ascoltatore con la sua semplicità. Runaway torna a parlare il rock più duro dove batteria e basso pestano forte, un gran pezzo. La seconda ballad Prisoner è più sognante, pianoforte e voce in primo piano, il ritornello con archi e doppie voci la rende dolcissima. Il titolo della seguente song, Dreams Die Hard, parla da solo; una bomba hard rock molto eightes, un riff tagliente e un ritornello ben riuscito completano un altro ottimo tassello dell’album. Lost In L.A. nella sua breve durata risulta più radio-friendly, le chitarre fanno spazio alla melodie ma non convince molto il refrain. La chiusura è affidata ad un brano totalmente strumentale; Freefall è un episodio lento, una “ballad” triste ma che sprigiona energia ad ogni singola nota di Jessen…ma che ad un certo punto esplode in un hard rock cupo ma potente e ritmato. Sembra quasi di sentire una jam session del chitarrista scandinavo. Molto bella.
IN CONCLUSIONE:
Chi ama l’hard rock scandinavo con l’impronta di Norum non può perdersi questo lavoro. Ancora qualche imperfezione sul mixaggio sonoro ma nulla di grave.
31 Dicembre 2014 2 Commenti Denis Abello
genere: Melodic Rock
anno: 2014
etichetta: Autoprodotto
Che la scena Melodic Rock in Italia sia in totale fermento negli ultimi anni è ormai assolutamente assodato! Artisti che esportano l’AOR ed il Melodic Rock made in Italy come Alessandro Del Vecchio, Pierpaolo “Zorro11” Monti e molti altri o band che pubblicano album di sicuro valore come, per citare gli ultimi, Perfect View e i Platens senza contare il lavoro di primo piano svolto dall’italianissima etichetta Frontiers Music che, oltre alle band che ha portato (e riportato) a noi in questi anni, con il suo Frontiers Rock Festival ha regalato un angolo di Paradiso anche alla scena live in Italia che non è mai stata clemente con questo genere.
Nuovi volti e graditi ritorni si affacciano quindi su un panorama che ha al momento un bisogno vitale di essere rifocillato e mantenuto di livello come lo è stato in questi ultimi anni.
Noi oggi siamo qui per vedere se nella lista “dell’AOR e Melodic Rock made in Italy” possono trovare posto anche i MainStreet con questo Second Chance, album che arriva a distanza di 5 anni dal loro primo Back to the 80’s e con cui tentano il grande salto di qualità…
30 Dicembre 2014 1 Commento Denis Abello
genere: Melodic Rock
anno: 2014
etichetta: Autoprodotto
Cantante, Autore, Compositore e Polistrumentista… ecco chi è Dion Bayman! Non un nome nuovo per le pagine di MelodicRock.it visto che nel 2013 avevamo già piacevolmente recensito il suo primo album solista Smoke & Mirrors (qui la recensione). Non più un salto nel vuoto come lo fu lo scoperta di questo Artista Australiano, ma un ascolto con alle spalle già l’ottima esperienza avuta con il suo primo lavoro internazionale.
20 Dicembre 2014 6 Commenti Denis Abello
genere: Melodic Hard Rock
anno: 2014
etichetta: Frontiers Music
Viene veramente da chiedersi come abbiamo fatto fino ad oggi a perderci una voce ed un personaggio come Nigel Bailey! Fatto sta che da quel di Bradford (West Yorkshire) quest’anno (già, solo quest’anno, data astrale 2014) ci è giunta la sua carismatica e non più giovincella voce che se dapprima ci ha ammaliati al soldo dei Three Lions di sua maestà Vinny Burns (qui la recensione) ora si ripropone in una veste solista con il semplice nome di Bailey, pronto a stupirci per la seconda volta.
Raccolti sotto la sua ala alcuni dei più validi musicisti italiani come Mario Percudani (chitarra – HungryHeart, Shining Line, Mitch Malloy Band, Charming Grace, Issa…), Alessandro Mori (batteria – Mitch Malloy Band, Lionville…) ed il gioiello nazionale Alessandro Del Vecchio, qui in veste di tastierista e produttore, il buon Nigel Bailey ha tirato fuori dal cilindro 11 pezzi di melodic hard rock dal classico stampo british e ha così confezionato questo primo solista a titolo Long Way Down.
11 Dicembre 2014 8 Commenti Denis Abello
genere: Melodic Hard Rock
anno: 2014
etichetta: TBM Records/ RoastingHouse
Bella sorpresa questi Gaeleri! La band nasce in Svezia nell’ormai lontano 1992 sotto il nome di Shooting Gallery quando gli attuali membri Niklas Rollgard (chitarra), Jonas Andersson (basso), Patrik Borkvist (batteria) e Anders Vidhav (voce) si incontrano.
L’inizio non è dei migliori visto che per vari problemi di label bisognerà attendere il 1996, e nel frattempo la band perderà il prefisso Shooting e Gallery diventerà Gaeleri, perchè il primo album Gallery veda la luce, seguito nel 1999 da Still here e nel 2002 da A Brighter Day. Da qui in avanti inizia un lungo silenzio che sembra destinato a seppellire i Gaeleri sotto la polvere del tempo come tante band del periodo dei ’90 che con fatica hanno cercato di trovare un loro spazio in un ambiente musicale non più adatto al genere proposto.
Sarà però l’incontro nel 2012 tra Anders e Niklas a far riaccendere la fiamma… incontro che quest’anno ci regala questo Gates of Rome!
E’ la voce, bassa e potente dalla particolare tonalità, di Anders Vidhav a segnare quello che è forse il tratto più riconoscibile di questi Gaeleri! Il risultato è un’aura imperiosa e carismatica che la voce riesce a donare a quasi tutti i pezzi. L’hard rock di Ready or Not ne è un esempio, in più se aggiungiamo che la voce si innesta, come in questo caso, in giri di chitarra riusciti e su un brano tutt’altro che scontato, direi che la partenza è più che positiva.
Queen of Time continua sul solco tracciato dal precedente pezzo mentre Wannabe con un tratto più disincantato e lento regala un altro bel momento di questo Gates of Rome, notevole e riuscito ritornello, impreziosito da una buona cura negli arrangiamenti. continua
06 Dicembre 2014 3 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Hard Rock / Alternative
anno: 2014
etichetta: Razor & Tie
Com’è il detto? Chi dorme non piglia pesci? Beh, se è così, nel nostro caso si dovrebbe però dire che: chi dorme fa delle gran brutte figure.
Eh sì, perchè noi e solo noi, che siamo sempre attenti all’uscita di quello e di quell’altro, potevamo ricordarci di tutto e di tutti, ma poi cadere in totale amnesia di fronte alla più bella tra le belle, alla copertina più sexy degli ultimi dieci anni, e a uno dei migliori dischi di derivazione hard rock del 2014. Di chi, e di cosa, sto parlando? Di Taylor Momsen, dei The Pretty Reckless e del loro secondo album Going To Hell.
continua
06 Dicembre 2014 24 Commenti Luka Shakeme
genere: Hard Rock / Glam Rock
anno: 2014
etichetta: Scarlet Records
La fulgida fiamma del Rock ‘n Roll italiano non è mai stata così brillante; ultimamente ho avuto modo di apprezzare altri lavori e ritorni illustri dopo anni di assenza dalle scene in barba alla crisi discografica e al momento un po’ di impasse internazionale dove non si ha una percezione di quale vento il rock duro possa godere.
In Italia direi che attualmente sono sonorità di questo tipo che la fanno da padrona con buona pace di guerrieri dall’armatura scintillante ma ormai defunti. Il progetto Hell In The Club ha tutte le credenziali per essere il nome di punta della scena Hard Rock italiana e verte su elementi di sicuro valore provenienti da Elvenking, Secret Sphere e Death SS. Una garanzia dunque, confermata dall’ottimo “Devil On My Shoulder”, sarà il caso di iniziare a snocciolare questo interessantissimo prodotto.
03 Dicembre 2014 39 Commenti Denis Abello
genere: Melodic Rock
anno: 2014
etichetta: Frontiers Music
“Sapersi evolvere senza per questo tradire il proprio passato”! In un ipotetico dizionario Zanichelli dell’AOR dopo questo Thirteen sotto la parola Harem Scarem probabilmente trovereste questa definizione! Non intendo girarci intorno, ma questo nuovo rilascio a firma Harem Scarem è un album veramente bello che riesce a mescolare con magnifica semplicità e maestria la gran classe di una band dal carisma e dalla tecnica di un livello superiore con un sound dal taglio attuale ed un songwriting riuscito e galvanizzante.
Introduzione che sa più di conclusione di recensione ma che non potevo aspettare fino al termine di questo fiume di parole per esplicarla! Thirteen segna l’evoluzione di una band che ha saputo in maniera magistrale rinnovare se stessa portando il suo essere ad un nuovo stadio mantenendo quel suo tocco fatto di melodia e classe che l’hanno resa grande. Finiti i tempi dei capelli cotonati e dei jeans attillati, dopo un periodo intermedio altalenante che ha visto a mio parere la band alla ricerca di una sua nuova personalità, ecco che con Thirteen gli HS siglano il loro nuovo status.