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31 Gennaio 2016 58 Commenti Matteo Trevisini
genere: Hard Rock
anno: 2016
etichetta: AFM
Devo essere sincero, il primo ascolto di questo Whisky Fingers mi ha procurato una sensazione di fastidio da tanti deja vù, rimandi e citazioni (scopiazzature come vocabolo rendeva forse male….) nei confronti del culto del “serpente bianco”.
Poi ho pensato ai Kingdom Come di Lenny Wolf e a quanto non me ne fregasse nulla che lo stesso Robert Plant li chiamasse “Kingdom Clone” oppure che Gary Moore, insieme a Ozzy, pubblicasse un brano dal titolo Led Clones il quale attaccava i cloni dei Led Zeppelin, citando bands come appunto i Kingdom Come e gli stessi Whitesnake!!!
…io preferivo santificare le mie orecchie con i loro meravigliosi album. Allora mi sono messo ad ascoltare senza pregiudizi, lasciando in disparte il mio fanatismo talebano nei riguardi di qualsiasi cosa abbia fatto in vita sua Mr. David Coverdale.
D’altro canto il collettivo di musicisti che si cela dietro il nome Voodoo Circle non ha di sicuro carenza di qualità e talento… Beyrodt nel suo curriculum ha nomi come Primal Fear, Sinner e Silent Force. Readman è da decenni il singer dei Pink Cream 69. Mat Sinner, factotum dei Sinner, quà suona il basso.
Il curriculum di Alessandro Del Vecchio invece, per ampiezza, dovrebbe essere compilato sui rotoloni Regina ma basti dire Hardline, Revolution Saints e Silent Force tra i tanti. Francesco Jovino non è da meno venendo dagli U.D.O. e lui stesso dai Primal Fear… Insomma, con tanto talento si ha da subito la sensazione che i musicisti coinvolti non siano stati messi insieme solamente per rubacchiare dalla discografia di Coverdale ma che abbiano impacchettato un prodotto che piacesse prima di tutto a loro stessi con rispetto e passione: la paura semmai e che la band, visti i trascorsi, desse alle canzoni quella patina “metallosa” tipica delle band di provenienza… invece, già al secondo ascolto, la colla calda dell’hard blues proposto dalla band comincia a colare giù attraverso i padiglioni auricolari fino al midollo… produzione impeccabile, sezione ritmica con suoni possenti e la chitarra di Alex Beyrodt che va a forgiare un suono molto potente vicino alle atmosfere del mai troppo compianto John Sykes. continua
30 Gennaio 2016 1 Commento Nico D'andrea
genere: Hard Rock
anno: 2016
etichetta: Frontiers Music
Parte con il botto il 2016 di Frontiers Music.
L’etichetta partenopea ha questa volta il merito di riportare alla ribalta un’altro personaggio di grande rilievo come l’ex Giuffria e Dio, Craig Goldy. continua
20 Gennaio 2016 25 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Hard Rock / Heavy Metal
anno: 2015
etichetta: Napalm Records
Cosa ci fa una recensione degli W.A.S.P. su un sito che parla di musica rock, in più melodica?
La domanda è lecita, ve lo concedo, ma è altresì ponibile solo previa l’ascolto di Golgotha, l’ultimo disco pubblicato sul finire del 2015 dalla band per la label Napalm Records. Vi spiego perchè.
Dal disco Dominator (2007) ad oggi Blackie Lawless (l’iconico fondatore, compositore, cantante, strumentista e unico membro originale oggi rimasto nel gruppo, ndr) ha attuato una netta virata nel sound della sua band, ponendo fine a un periodo di semi-totale crisi compositiva che andava avanti ormai da decenni. Più precisamente, dalla pubblicazione del mastodontico concept album The Crimson Idol (1992), per molti (e anche per il sottoscritto) puro apice artistico della formazione grazie non solo alla sua immortale musica, ma anche alla incredibile vicenda narrativa del suo protagonista: Jonathan, la rockstar preda del suo stesso successo, il puro martire sull’altare dello spirito Rock. Avrei miliardi di parole da spendere su questo platter diamantino, ma non è questa la sede e non è questo il momento. Perciò.. Torniamo a noi.
Dicevamo: lasciatosi alle spalle lo spirito violento, scioccante e ribelle degli esordi (vedasi in approfondimento le vicende legante al brano Animal (Fuck Like A Beast) e le relative querele del PMRC), l’insuccesso delle ultime release (The Neon God e compagnia bella) e abbracciato sul suo cammino il Cristianesimo, Lawless ha optato per un quasi totale rinnovamento della sua creatura W.A.S.P.. Niente più shock rock, niente più glam violento. La band si è trasformata in uno splendido progetto tra hard rock e metal denso di robustezza e melodia, spesso accompagnato da testi di attualità, di denuncia, o, come in questo caso, inerenti al tema della religione. Un mutamento radicale che ha aperto a una sorta di nuova era, o di rinascita, in seno alla formazione, e che ha oggi in Golgotha il suo vertice assoluto, la sua vetta più estrema, il suo orizzonte più sereno. Siamo al cospetto del miglior prodotto che il gruppo abbia dato alle stampe, appunto, dal 1992 ad oggi? La mia personale opinione è rivolta verso il sì. continua
11 Gennaio 2016 12 Commenti Nico D'andrea
genere: Melodic Metal / Hard Rock
anno: 2016
etichetta: SPV
“Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei”
…udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
(Giovanni 8.7 8.9).
Ed è così che mi trovo solo, unico giudice…con tra le mani un pesante macigno che non ho nemmeno la forza di scagliare. continua
16 Dicembre 2015 24 Commenti Denis Abello
genere: Melodic Rock
anno: 2015
etichetta: Frontiers Music
Cosa resta dei buoni vecchi Khymera? Poco, o proprio a voler essere un po’ “iene dentro“… dei primi Khymera (album omonimo nel 2003), quelli che videro collaborare il produttore/artista italiano Daniele Liverani con Steve Walsh (Kansas), non resta proprio un bel niente!
Va detto però che dal secondo album A New Promise (2005) entra in scena il personaggio di Dennis Ward, al tempo bassista dei Pink Cream 69 (ed entrerà poi anche in formazione con gli Unisonic), che viene però qui assoldato principalmente come Voce. Che scelta azzeccata che fu!
Chi di voi conosce il nome Khymera penso proverà un brivido soprattutto sentendo scandire il titolo del terzo lavoro della band, The Greatest Wonder (2008), album che siglò un perfetto mix tra classe e melodic rock.
Quindi a voler ben vedere e a voler proprio rispondere alla domanda di inizio recensione a mente fredda, dei Khymera resta soprattutto un passato importante. Passato che dopo ben sette anni di assoluto silenzio viene preso in mano dal solo Dennis Ward che rivoluziona la band con tutte nuove entrate (Michael Klein alla chitarra, Felix Bohnke alla batteria, Eric Ragno alle tastiere e Jim Rykbost al pianoforte) e si porta in casa anche praticamente tutto il lavoro di songwriting coadiuvato solo dal chitarrista Michael Klein e da Paul Logue, bassista degli Eden’s Course.
16 Dicembre 2015 6 Commenti Denis Abello
genere: Melodic Hard Rock
anno: 2015
etichetta: Self Released
…ed uno dei migliori album di hard rock melodico inglese arriva così, inaspettato ed in sordina… in notevole ritardo sull’uscita di questo lavoro (uscito a marzo) mi sono apprestato ad un ascolto dettagliato e completo di questo Acquiesce dei The Darker My Horizon che vede in sala di regia Paul Stead (voce e chitarra) dei Sacred Heart supportato da un altro membro dei SH, il chitarrista Mark Stephenson.
A loro si sono aggiunti il bassista Simon Fearn dei Crimes Of Passion ed il batterista Gavin Tester.
Al suo interno c’è tutto, il lato romantico e quello più heavy che il genere richiede, chitarre e tastiere, pugni in faccia e carezze giocati tra tocchi sferzanti e acustici, poggiato sulla voce e sul songwriting, tutti e due a loro modo unici, dell’ “Orso Buono del Melodic Hard Rock” Paul Stead.
15 pezzi sono tanti e 15 pezzi senza un filler sono quasi utopia, eppure i Darker My Horizon ci vanno veramente molto vicini. Complice anche un songwriting molto vario ed un sound che si è evoluto notevolmente dai precedenti lavori a firma Sacred Heart. Così il sound di questi Darker My Horizon ha visto aggiungere al lato melodico che contraddistingueva i Sacred Heart una componenete più heavy, donata soprattutto da una chitarra marcatamente pesante come su pezzi quali Closure, OK, Paradise, There’s Gotta Be, Gasoline & Opium (intro al limite dell’heavy metal), Afraid, Beware The Wolf e un altro lato moderno che fa il verso a band quali i Nickelback come in Such Is Life giocata tra chitarra, voce ed un tocco di tastiera dal sapore quasi vintage in netta contrapposizione con il lato attuale del pezzo. The Road è un altro brano dal taglio moderno questa volta imposto soprattutto dalle scelte stilistiche utilizzate per la sezione ritmica, altro bel punto messo in saccoccia dalla band. continua
04 Dicembre 2015 42 Commenti Nico D'andrea
genere: Melodic Rock
anno: 2015
etichetta: Frontiers Music
AOR ! (rigorosamente in maiuscolo)…e per quanto mi riguarda la recensione potrebbe anche finire qui…
Si, perché Dark Angel (secondo capitolo del “team-Up” Frontiers Flores/Lablanc) rappresenta per tutti i 53 minuti della sua durata, il manifesto più autorevole di Adult Oriented Rock che abbia avuto modo di ascoltare in tempi recenti.
Più in generale, uno dei rari casi in cui il mio sofistico dito indice non ha mai dovuto premere l’utilissimo tasto “skip” del lettore. continua
04 Dicembre 2015 4 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Power Pop
anno: 2015
etichetta: Cherry Red Records
Il progetto musicale Downes Braide Association ha da poco pubblicato il suo secondo album Suburban Ghosts, uscito il 6 novembre per la label Cherry Red Records come seguito del buon disco d’esordio Pictures Of You (2012).
Inutile presentare Geoff Downes, nome celebrerrimo per gli ascoltatori di melodic rock grazie ai suoi The Buggles (Video Killed The Radio Star vi dice qualcosa?) e al lavoro compiuto con band storiche quali Yes e Asia. Meno conosciuto invece Chris Braide, cantautore losangelino ma originario del Regno Unito, autore di un album solista e di una recente release con i This Oceanic Feeling. Attenti però, perchè Braide vanta anche la composizione di brani per artisti di fama mondiale come Kylie Minogue e Britney Spears.. e non solo!
03 Dicembre 2015 4 Commenti Denis Abello
genere: Melodic Hard Rock
anno: 2015
etichetta: Rocktopia
Un EP confezionato, per stessa ammissione della band, soprattutto per i loro die hard fans! Tutto si può dire al momento dei TEN meno che non siano in pieno fermento creativo con un Gary Hughes vero vulcano della band. Con una formazione che si spera abbia trovato una sua stabilità, due album “sparati” a ripetizione negli ultimi anni (Albion e Isla De Muerta) e un ritrovato senso epic/melodico che da sempre li ha contraddistini ecco che gli storici TEN portano così sul piatto anche un nuovo EP, cosa che non succedeva per loro da svariati anni.
Tre pezzi inediti (Muskateers: Soldiers of the King, The Prodigal Saviour, Is There Anyone With Sense) e tre pezzi già presenti sulle loro recenti uscite…
Andando a vedere i pezzi ri-proposti sicuramente la scelta è caduta su alcuni dei più riusciti e caratteristici delle ultime due produzioni con l’apertura a carico della pura TEN style The Dragon And Saint George. Pezzo dal tiro sostenuto, ritornello ultramelodico e testo storico/epico. Seconda scelta caduta su Albion Born, altro pezzo che spicca tra le loro ultime uscite come uno dei più ispirati. Il cerchio dei “già sentiti” si chiude con la ballad We Can Be As One che gioca sul classico stile delle ballate dei TEN. continua
02 Dicembre 2015 15 Commenti Lorenzo Pietra
genere: Melodic Rock
anno: 2015
etichetta: Frontiers Music
Diamo il benventuo ai Blood Red Saints, nuova band britannica sotto la guida della nostrana Frontiers Records. La line up è formata da Pete Godfrey , ex voce degli In Faith, Rob Naylor degli Angels Of Kings, Lee Revill, ex Gary Hughes band e Pete Newdeck, direttamente dagli Eden’s Curse. Nomi di tutto rispetto che con l’aiuto dei gemelli Tom e James Martin hanno co-scritto due canzoni, mentre il grande Harry Hess si è occupato delle tastiere e del mastering del nuovo album intitolato Speedway.