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05 Marzo 2016 2 Commenti Denis Abello
genere: Hard Rock
anno: 2016
etichetta: Buil2Kill Records
Forse qualcuno ricorderà il nome dei Torinesi Ivory, band che nel 2008 pubblicò l’album Time For Revenge dallo stile prettamente power metal/prog. Bene, dimenticatevi quella band, perchè gli Ivory son tornati… ma lo fanno stravolgendo se stessi.
L’entrata in formazione di Roby Bruccoleri alla voce, con quel suo mood sporco e a tratti disincantato, insieme agli 8 anni passati dal loro primo parto portano questo A Moment, A Place and A Reason su lidi nettamente differenti rispetto al debutto. Qui l’hard rock ed il classic rock di matrice settantiana la fanno da padrona!
05 Marzo 2016 23 Commenti Denis Abello
genere: Melodic Rock / Pomp Rock
anno: 2016
etichetta: SPV / Steamhammer
Si ringrazia Luca Bosio di Rock Hard per questa recensione
Quando si recensisce un nuovo album di una band storica, e, come nel caso dei Magnum stiamo parlando di una formazione fondamentale per il classic rock da oltre 4 decadi a questa parte, bisogna avere un occhio di riguardo!
Anche se la magia dei bei tempi andati, ahimè, è finita da un bel po’ di tempo, bisogna cercare di essere al massimo obbiettivi! Per apprendere compiutamente ciò che la band vuole trasmettere con “Sacred Blood ‘Divine’ Lies”, bisognerebbe analizzare quella che è stata la carriera della band sino al primo scioglimento avvenuto nel 1994, a causa delle scarse vendite riportate con “Rock Art” che gettarono crudelmente nel profondo anonimato la band.
Dopo l’estemporanea ed inutile parentesi Hard Rain (in pratica la stessa band, ma alle prese con sonorità ben differenti), l’accoppiata Catley/Clarkin decise nel 2001 di riformare i Magnum, ma la seconda fase della loro carriera non raggiunse mai più le vette espressive ed emotive del passato. Nel nuovo corso delle band, a tratti, sembra sempre di ascoltare quel rockettino semplice – simil pop – proprio degli album composti ai tempi sotto l’egida Hard Rain.
Sonorità ‘nuove’ che si sono sovrapposte al tipico British sound e alla voglia di affascinare l’ascoltatore come pochi altri gruppi al mondo sapevano fare. Quello prodotto dai Magnum nell’ultima decade, è pur sempre oro colato per gli appassionati di melodie, ma questi album, complice anche una produzione sempre troppo simile, tendono irreversibilmente ad assomigliarsi troppo gli uni con gli altri. Tuttavia ritengo che questa sia la definitiva identità musicale con cui, tra non molto, questa leggendaria band si incamminerà lungo il viale del tramonto di fine carriera.
Sarebbe inoltre pretestuoso attendersi un ritorno al leggendario e magico ‘’On A Storytellers Night’’ (1985) o anche alla voglia di AOR patinato esternata in “Wings Of Heaven” (1988), dato che musicisti ispirati e dotati come il maximus compositore Tony Clarkin, difficilmente tendono a ripetersi.
25 Febbraio 2016 1 Commento Luka Shakeme
genere: Melodic Rock / Melodic Metal
anno: 2016
etichetta: Escape Music
Nel marasma delle produzioni Hard ‘N Heavy ma anche Rock ci si avvaleva in passato di ugole in gonnella di scarsa elevatura tecnica ma di grande impatto visivo. Potrei citare nomi anche di un certo spessore ma preferisco concentrare l’attenzione su un quesito. In futuro ci saranno sempre più “cantantesse” a discapito di maschietti in preda a crisi depressive?
A mio avviso si. Le donne sono sempre più inserite in questi ambiti musicali e sembra non abbiano punti deboli. Estensione, calore, pathos e in alcuni casi potenza, come nel caso di un’altra grande scoperta della quale spero di sentir parlare in ambiti più consoni alla sua caratura. Tanya Rizkala intanto prende per mano i suoi EPIC e “Like A Phoenix” è il platter di cui mi appresto a parlarvi.
20 Febbraio 2016 14 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Melodic Rock
anno: 2016
etichetta: Frontiers Music
Con quaranta anni di carriera alle spalle come attore, scrittore e musicista, l’australiano Rick Springfield non pone freno alle sue passioni e ritorna sul mercato più forte e grintoso che mai con il suo ultimo ed eccellente album (il diciottesimo!): Rocket Science, uscito il 19 febbraio per Frontiers Music.
20 Febbraio 2016 12 Commenti Denis Abello
genere: Hard Rock / Classic Rock
anno: 2016
etichetta: Frontiers Music
Snoccioliamo così su due piedi un po’ di dati su questi Inglorious. Inglesi, tutta la band ruota intorno al personaggio a suo modo carismatico di Nathan James che è salito alla ribalta in patria per la sua partecipazione al Talent The Voice, e anche se la nostra Italia insegna che il Talento che tanto dovrebbero portarci questi presunti Talent solitamente tende al nulla o poco più, qui siamo di fronte ad un vero Talento (Talento, l’ho scritto un po’ di volte vero? 🙂 )… o meglio qui siamo di fronte ad un Dono (visto, non ho più scritto Talento! 🙂 )… LA VOCE!
Voce che è già stata al soldo di nomi quali Trans Siberian Orchestra e Uli John Roth, non proprio robetta da poco.
Già, perchè la prima cosa di cui vi renderete conto ascoltando questo primo parto degli Inglorious è che Nathan James ha letteralmente una voce sconvolgente! Detto questo, leggenda vuole che tutto il resto della band sia stato personalmente selezionato dallo stesso Nathan per mettere in piedi la miglior formazione possibile per sfornare un album di Classic Hard Rock vintage e old style… ma, aggiungerei, dal gusto di fondo assolutamente moderno e attuale.
Entrano così nella line up il chitarrista ritmico Wil Taylor, la prima chitarra Andreas Eriksson (conosciuto anche come Andy Zata, ex Crazy Lyxx), Colin Parkinson al basso e in chiusura Phil Beaver alla batteria.
19 Febbraio 2016 17 Commenti Matteo Trevisini
genere: Hard Rock / Sleaze Rock
anno: 2016
etichetta: Scarlet Records
Tanto di cappello agli Hell in the Club! La dimostrazione vivente che quando c’è il talento, la bravura, la lungimiranza e la pazienza non conta da dove vieni… non importa se sei una band americana, inglese, italiana o estone: quando ci sono i pezzi ed il talento di presentarli con la miglior produzione ed il miglior arrangiamento possibile nulla è vietato per il futuro. Shadow Of The Monster, il loro terzo album, sposta ancora più in alto la tacca della qualità ed ormai la band di Dave Moras è il top della gamma nel genere proposto in Italia e… non mi vergogno a dirlo, anche all’estero.
La loro crescita negli anni è stata costante: la freschezza frizzante del loro disco di debutto forse non c’è più ma tutto è studiato nei minimi particolari per piacere… non c’è l’immediatezza del passato sostituita però da tonnellate di consapevolezza…lo si percepisce fin dalle prime note.
07 Febbraio 2016 19 Commenti Lorenzo Pietra
genere: AOR
anno: 2016
etichetta: AOR Heaven
…e siamo a quota dodici. Il marchio Last Autumn’s Dream continua a macinare album e puntualmente ogni anno ci delizia con una nuova uscita. E’ la volta di Paintings, dove i “nuovi” Peter Soderstrom alla chitarra, Nalle Pahlsson al basso e il fresco innesto di Ulf Wahlberg alle tastiere si confermano un’ottima scelta per la band. Completano la formazione Mikael Erlandsson e Jamie Borger come songwriter e pilastri del gruppo che rimangono una garanzia.
Chi ama i Last Autumn’s Dream si troverà un album pieno di melodia, AoR mischiato al miglior rock melodico svedese, altri però si lamenteranno dell’ormai ripetitività di alcuni arrangiamenti, pezzi e suoni che però sono un marchio dei LAD. Su quest’ultimo argomento si potrebbe aprire un discorso infinito; chi dice che dodici album con lo stesso sound sono noiosi, chi sostiene che è giusto mantenere il proprio sound, chi dice che sarebbe meglio sperimentare nuovi suoni rischiando di perdere i propri fan….ci sono migliaia di interpretazioni e con questa recensione vorrei essere imparziale, cercando di “liberarmi” da questi pensieri.
04 Febbraio 2016 4 Commenti Denis Abello
genere: Melodic Hard Rock / AOR
anno: 2015
etichetta: The Fish Factory
Ormai è chiaro, la mappa Europea dell’AOR/Melodic Rock di qualità non è più solo decentrata verso il nord ma gradualmente si è spostata verso latitudini più a sud con, e lo dico con un po’ di orgoglio, la nostra Italia a far da traino.
Negli ultimi anni però anche Grecia (Wild Rose per fare un esempio) e Spagna (Secret per citare un nome) hanno dimostrato di avere le carte in piena regola per dire la loro e per dar man forte a contrastare il dominio che per anni è stato appannaggio della Svezia.
Proprio dalla Spagna arrivano questi Strangers che aggiungono una nota di qualità al panorama spagnolo! Survival, che ci apprestiamo ad analizzare, è il loro secondo lavoro ufficiale.
Un sacco di tastierone, chitarre incalzanti e la voce di Oscar O´Brien caratterizzano il primo singolo e primo pezzo di Survival, Never Stop. Bell’esempio di up tempo melodic rock! Non sono pochi i momenti da citare di quest’album, passando dall’incattivita Venom, la mid tempo Angel sorretta da una bella prova generale della band.
Merita un po’ di considerazioni a parte la bella simil ballad Stand By, in cui le già ottime e caratterizzanti tastiere ricevono man forte da un azzeccato tocco di Sax in grado di rimarcate la linea melodica del pezzo. Uno dei brani che ho preferito!
Differenti le influenze della band, senza andare troppo lontano si potrebbe accennare agli H.E.A.T. e qualcosa dei primi Dynazty (quelli più melodici), anche se negli Strangers le tastiere e la voce di O’Brian impongono al sound un sapore più retrò. Anche se una ballata come Forever potrebbe riportare ben più verso un classico sound alla Bon Jovi, così come un pezzo come Heroes profuma di Survivor negli intenti! continua
02 Febbraio 2016 0 Commenti Denis Abello
genere: Westcoast AOR
anno: 2016
etichetta: Art Media Music
Di band AOR/Westcoast in pronta consegna ne abbiamo qui in Italia? Certo che si, eccovi II dei Fab Box, full optional e con tutto quello che viene richiesto per il genere… melodie sognanti, un sacco di atmosfera e l’immancabile tocco soft rock delle chitarre unito a due voci/compositori di rispetto come Fabrizio Ugolini e Massimo Bozzi… ci siamo!
Ammetto subito che la notizia, arrivata un po’ in sordina, di un nuovo album dei Fab Box mi ha fatto sobbalzare sulla sedia. Il loro primo Music From The Fab Box (qui la recensione) datato 2009 fu un esempio di raffinato ed elegante misto di AOR / Westcoast di chiara matrice USA.
Questo nuovo II arriva a distanza di molti anni per siglare ancora una volta la bravura del duo Ugolini/Bozzi, questa volta per loro stessa ammissione cercando di spingere il loro sound verso lidi più rock senza tradire per questo il loro appeal AOR/Westcoast.
Completano la band di registrazione dell’album il batterista Matteo Pantaleoni ed il bassista Matteo Moretti a cui si aggiunge una nutrita e variegata lista di ospiti che vede alcuni importanti nomi come quello di Fabrizio Grossi, Paolo Pedretti, Paolo Gennari, Tonino “Crosby”, Gab Guma e, per quanto riguarda i testi, con Caris Arkin e Joy Salinas.
31 Gennaio 2016 43 Commenti Denis Abello
genere: Melodic Hard Rock
anno: 2016
etichetta: Frontiers Music
L’Unione Nordica, o meglio Nordic Union, non è la nuova incarnazione a livello internazionale del movimento politico capitanato da Salvini, come qualche lettore più distratto avrebbe potuto pensare, ma bensì l’unione di due forze Artistiche del Nord Europa che forse solo quei geniacci (o pazzi furiosi, fate voi, la sostanza non cambia 🙂 ) della Frontiers Music Srl potevano pensare di mettere a lavorare insieme.
E’ così infatti che la penna, e una buona manciata di strumenti (chitarra, basso, tastiere), dell’enfant prodige del melodic rock internazionale Erik Martensson (se volete saperne di più su di lui leggetevi questa completa monografia) incontrano l’ugola tutt’altro che delicata di Ronnie Atkins (Pretty Maids).
Martensson non è nuovo a questo tipo di collaborazioni avendo già prestato il suo talento compositivo a vari progetti tra cui va sicuramente ricordato W.E.T. e l’ultimo lavoro solista del compianto Jimi Jamison (Survivor), senza contare i suoi Eclipse.
Tante incognite ed un bel po’ di rischi da una parte si contrappongono all’indiscusso talento dei due nordici dall’altra, basterà a far brillare la nuova Stella Nordica o le nebbie di un progetto potenzialmente confusionario la oscureranno? (Si, lo so che avete già letto il voto e quindi sapete che per me è un “SI, basta e avanza” 🙂 )