Kyros – Vox Humana – Recensione
Quando il rock melodico perde un po’ la rotta e si lascia andare a lunghe sezioni strumentali e a qualche cambio di tempo, ecco allora che si può parlare di un preciso punto di incontro tra il genere il rock progressivo. Si apra perciò il sipario sulla musica magnifica degli inglesi Kyros (ex Synaesthesia), che il 5 novembre pubblicheranno il loro disco di debutto Vox Humana presentando punti in comune sia con la nostra musica che con quella dei miti prog inglesi degli anni ’70.
Il tutto – proseguendo il discorso – in un doppio CD dai suoni decisamente moderni e accattivanti, nitidi e molto commerciali, avvolgenti, che non potranno che colpire l’ascoltatore con la loro indubbia qualità. Se il pacchetto sonoro è di prim’ordine e anche l’artwork appare di certo gusto, non è certo da meno la prova tecnica dei cinque musicisti britannici, con il leader, cantante e tastierista Adam Warne davvero sugli scudi sia nella sua prova vocale (che trova un grande supporto corale, e non solo, dai suoi compagni), che in quella strumentale, eccellente per la varietà sonora che riesce ad esprimere nelle sue divagazioni soliste. Molto bravi davvero anche i due chitarristi Joey Frevola e Sam Higgings, che si dividono la posta in gioco tra intensi assoli e riff moderni di grande melodia, con la sezione ritmica di grande groove dei precisi Peter Episcopo al basso e Robin Johnson alla batteria e alle percussioni a fare da pura colonna spinale alla irrefrenabile voglia di cambiamento ed evoluzione di questa musica.
Peculiarità di questa produzione, lo dicevamo, è il modo in cui questa è capace di unire più generi, ma soprattutto il vecchio e il nuovo della musica contemporanea attraverso un gusto retrò (specie nelle voci) molto marcato, ma anche spunti decisamente attuali nell’utilizzo molto frequente di basi elettroniche e programmate a supporto delle melodie. Questo accade specie nel primo dei due CD contenuti della release, The Creation, che appare decisamente più arioso e semplice all’ascolto per i meno avvezzi ai cambiamenti di tempo tipici del progressive melodico. Non a caso è stato inserito proprio qui il primo, bellissimo, singolo di questa opera, la granitica traccia Cloudburst, immediata e orecchiabilissima, perfetta sintesi degli intenti artistici di questa band. Che, nel secondo disco The Human Voice, scappa via ancora più libera da precise etichettature di genere, aprendo sfiorando il metal nell’opener Mind Electric e proseguendo strumentale per tutta la durata della sensazionale Speak to Me. Per poi lasciarsi di nuovo andare alla melodia e all’ariosità, tra Yes e Marillion, tra Asia e Tesseract, in un puro inno rock dai mille volti e dalle centinaia di differenti emozioni.
IN CONCLUSIONE
Lascia a bocca aperta. Gli oltre ottanta minuti complessivi di musica contenuti nel doppio CD di esordio dei Kyros sono un sfoggio magistrale di bravura e di gusto melodico, in perfetto bilico tra progressive e melodic rock, tra sound classico e modernità.
In questo genere è difficile trovare album che lascino a bocca aperta fin dai primissimi ascolti, entrando nella nostra mente con le loro melodie ariose e decisamente musicali: Vox Humana ce la fa. E per questo merita quantomeno un ascolto. Top!