Strangers – Survival – Recensione

 

Ormai è chiaro, la mappa Europea dell’AOR/Melodic Rock di qualità non è più solo decentrata verso il nord ma gradualmente si è spostata verso latitudini più a sud con, e lo dico con un po’ di orgoglio, la nostra Italia a far da traino.
Negli ultimi anni però anche Grecia (Wild Rose per fare un esempio) e Spagna (Secret per citare un nome) hanno dimostrato di avere le carte in piena regola per dire la loro e per dar man forte a contrastare il dominio che per anni è stato appannaggio della Svezia.
Proprio dalla Spagna arrivano questi Strangers che aggiungono una nota di qualità al panorama spagnolo! Survival, che ci apprestiamo ad analizzare, è il loro secondo lavoro ufficiale.

Un sacco di tastierone, chitarre incalzanti e la voce di Oscar O´Brien caratterizzano il primo singolo e primo pezzo di Survival, Never Stop. Bell’esempio di up tempo melodic rock! Non sono pochi i momenti da citare di quest’album, passando dall’incattivita Venom, la mid tempo Angel sorretta da una bella prova generale della band.
Merita un po’ di considerazioni a parte la bella simil ballad Stand By, in cui le già ottime e caratterizzanti tastiere ricevono man forte da un azzeccato tocco di Sax in grado di rimarcate la linea melodica del pezzo. Uno dei brani che ho preferito!
Differenti le influenze della band, senza andare troppo lontano si potrebbe accennare agli H.E.A.T. e qualcosa dei primi Dynazty (quelli più melodici), anche se negli Strangers le tastiere e la voce di O’Brian impongono al sound un sapore più retrò. Anche se una ballata come Forever potrebbe riportare ben più verso un classico sound alla Bon Jovi, così come un pezzo come Heroes profuma di Survivor negli intenti! Continue…

MelodicRock.it – Best of Power Ballads

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Ballads e Power Ballads… è innegabile che questo tipo di pezzi per l’AOR ed il Melodic Rock abbiano fatto la parte del Leone negli anni contribuendo al successo del genere.
Da un’idea di Iacopo Mezzano MelodicRock.it ha deciso di ripercorrere la storia del genere andando a scoprire, e riscoprire, le migliori Ballads e Power Ballads che hanno segnato il genere negli anni.
Nasce così la rubrica “Best of Power Ballads” direttamente collegata a “I Classici“. Primo pezzo preso in considerazione è il grande classico dei Poison Every Rose has its Thorn.

Best of Power Ballads
Poison – Every Rose has its Thorn – recensione

MelodicRock.it – Best of 2015

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2015, annata che ha regalato emozioni e delusioni… MelodicRock.it ha stilato il suo personale “Best Of” di questo 2015 appena concluso!

Scoprite le classifiche della redazione di MelodicRock.it e se volete lasciate le vostre nei commenti a fondo pagina:

Denis Abello (direttore / capo redattore)
Iacopo Mezzano (vicedirettore / editore / recensioni)
Max Carli (editore – area news)
Lorenzo Pietra (recensioni)
Alessandro Lifonti (interviste)
Nico D’Andrea (recensioni)
Matteo Trevisini (recensioni / live report)
Matteo Alidori (recensioni / classici)
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Khymera – The Grand Design – recensione

Cosa resta dei buoni vecchi Khymera? Poco, o proprio a voler essere un po’ “iene dentro“… dei primi Khymera (album omonimo nel 2003), quelli che videro collaborare il produttore/artista italiano Daniele Liverani con Steve Walsh (Kansas), non resta proprio un bel niente!
Va detto però che dal secondo album A New Promise (2005) entra in scena il personaggio di Dennis Ward, al tempo bassista dei Pink Cream 69 (ed entrerà poi anche in formazione con gli Unisonic), che viene però qui assoldato principalmente come Voce. Che scelta azzeccata che fu!
Chi di voi conosce il nome Khymera penso proverà un brivido soprattutto sentendo scandire il titolo del terzo lavoro della band, The Greatest Wonder (2008), album che siglò un perfetto mix tra classe e melodic rock.
Quindi a voler ben vedere e a voler proprio rispondere alla domanda di inizio recensione a mente fredda, dei Khymera resta soprattutto un passato importante. Passato che dopo ben sette anni di assoluto silenzio viene preso in mano dal solo Dennis Ward che rivoluziona la band con tutte nuove entrate (Michael Klein alla chitarra, Felix Bohnke alla batteria, Eric Ragno alle tastiere e Jim Rykbost al pianoforte) e si porta in casa anche praticamente tutto il lavoro di songwriting coadiuvato solo dal chitarrista Michael Klein e da Paul Logue, bassista degli Eden’s Course.

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The Darker My Horizon – Acquiesce – Recensione

 

…ed uno dei migliori album di hard rock melodico inglese arriva così, inaspettato ed in sordina… in notevole ritardo sull’uscita di questo lavoro (uscito a marzo) mi sono apprestato ad un ascolto dettagliato e completo di questo Acquiesce dei The Darker My Horizon che vede in sala di regia Paul Stead (voce e chitarra) dei Sacred Heart supportato da un altro membro dei SH, il chitarrista Mark Stephenson.
A loro si sono aggiunti il bassista Simon Fearn dei Crimes Of Passion ed il batterista Gavin Tester.
Al suo interno c’è tutto, il lato romantico e quello più heavy che il genere richiede, chitarre e tastiere, pugni in faccia e carezze giocati tra tocchi sferzanti e acustici, poggiato sulla voce e sul songwriting, tutti e due a loro modo unici, dell’ “Orso Buono del Melodic Hard Rock” Paul Stead.

15 pezzi sono tanti e 15 pezzi senza un filler sono quasi utopia, eppure i Darker My Horizon ci vanno veramente molto vicini. Complice anche un songwriting molto vario ed un sound che si è evoluto notevolmente dai precedenti lavori a firma Sacred Heart. Così il sound di questi Darker My Horizon ha visto aggiungere al lato melodico che contraddistingueva i Sacred Heart una componenete più heavy, donata soprattutto da una chitarra marcatamente pesante come su pezzi quali Closure, OK, Paradise, There’s Gotta Be, Gasoline & Opium (intro al limite dell’heavy metal), Afraid, Beware The Wolf e un altro lato moderno che fa il verso a band quali i Nickelback come in Such Is Life giocata tra chitarra, voce ed un tocco di tastiera dal sapore quasi vintage in netta contrapposizione con il lato attuale del pezzo. The Road è un altro brano dal taglio moderno questa volta imposto soprattutto dalle scelte stilistiche utilizzate per la sezione ritmica, altro bel punto messo in saccoccia dalla band. Continue…