Anna Portalupi (Hardline, Custodie Cautelari…) – Intervista

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MR: Eccoci qua con una ragazza che si é costruita una solida ed importante carriera nel mondo del melodic rock, e non solo. É un’ottima bassista. Seria, professionale, e molto valida tecnicamente. Lei é Anna Portalupi. Ciao Anna, benvenuta tra noi!
AP: Ciao Alessandro e un saluto a tutti i lettori di MelodicRock.it, è un piacere per me rispondere alle tue domande e essere presente su un sito che sostiene così tanto questo genere.

MR: Anna, come ti sei approcciata a questo genere musicale, e quando hai iniziato a suonare il basso?
AP: Io in realtà nasco come chitarrista classica, ho cominciato ad approcciarmi alla musica all’età di 11 anni. Qualche anno dopo, alcuni amici, avevano messo su una band e gli mancava il bassista, subito ho pensato “in fondo è solo una chitarra con un paio di corde in meno”, e li è iniziata la mia passione smisurata per questo strumento. Anche se, inizialmente, io ascoltavo solo musica Italiana, con le prime cover band con cui ho suonato si facevano brani dei Whitesnake, Journey, Europe, Bon Jovi.. e li ho cominciato anche ad amare anche questo genere.

MR: Quando e come é nata la tua collaborazione con tanti artisti Frontiers?
AP: Indubbiamente, uno dei motivi per cui faccio questo lavoro, è perché alcune persone hanno creduto in me. Il primo fra tutte è stato Alessandro Del Vecchio che mi ha voluta sia per alcuni dischi che per i live.
Il primo lavoro per Frontiers che ho registrato è stato Danger Zone degli Hardline, ero emozionatissima all’idea che su quel disco ci sarebbero state le mie parti di basso, solo dopo mi hanno detto che Johnny Gioeli mi voleva anche nella lineup ufficiale degli Hardline. Sono davvero onorata per questo.

MR: Hai collaborato e suonato appunto con diversi musicisti sui loro dischi. Qual’é il ricordo, o i ricordi più belli che hai?
AP: I ricordi belli sono davvero tanti perché ho sempre avuto la fortuna di collaborare con musicisti che, oltre che grandi artisti, sono grandi persone. Forse il ricordo più importante è quello della serata che ho fatto con Steve Lukather, ero nervosissima, non mi era mai capitato di stare su un palco con un artista di quel livello, e in quel periodo la musica non era ancora diventata il mio lavoro, ma quando abbiamo cominciato a suonare sono stata investita da un’energia incredibile e li ho capito che nella vita non avrei voluto fare altro.

MR: Ed ora con chi ti piacerebbe lavorare?
AP: La lista sarebbe davvero troppo lunga, soprattutto perché sono una musicista che ama questo genere ma non solo. Mi capita spesso di suonare anche con artisti Italiani e anche li avrei una bella lista di nomi da fare. Diciamo che tra questi metterei sicuramente Eric Martin, oltre a essere una fan dei Mr. Big adoro la sua voce.

MR: Anche in chiave live sei molto attiva. Ormai sei fissa nella band di Ted Poley, e non solo. Cosa ti hanno dato a livello personale e professionale queste esperienze con musicisti di così alto livello?
AP: Lavorare con artisti che hanno talento e esperienza come Ted non ha prezzo, mi hanno fatta crescere in tutti i sensi, soprattutto musicalmente. Molto spesso mi sono resa conto dei miei limiti e questo mi ha dato lo stimolo per continuare a studiare e superarli. A livello personale poi si è sempre creato un bel rapporto, soprattutto con Ted Poley e Johnny Gioeli… oltre alla simpatia sono due persone di un’umiltà incredibile.

MR: Quali sono i tuoi progetti futuri in studio e live?
AP: Per quanto riguarda lo studio cominceremo presto a registrare il nuovo disco degli Hardline e il 13 maggio uscirà il disco di Ted Poley “Beyond The Fade”. Faremo anche delle date a maggio con gli Hardline, il 28 a Madrid e il 29 a Milano, e delle date con Ted ancora da confermare. Nel frattempo continuo il lavoro con la mia “band Italiana” le Custodie Cautelari e con il disco della “Notte delle Chitarre” dove saranno presenti vari ospiti.

MR: Quali sono i tuoi cinque albums preferiti di sempre?
AP:
Rush – Moving Pictures
Mr. Big – Lean into It
Van Halen – Van Halen
Led Zeppelin – II
Toto – Toto

MR: Hai mai scritto canzoni tue, e se sì, hai intenzione di pubblicarle in futuro?
AP: Si, ho scritto qualche canzone ma per il momento sono rimaste chiuse in un cassetto. Mi piacerebbe pubblicare qualcosa di mio in futuro, staremo a vedere se ci sarà l’occasione…

MR: Qual’é il tuo pensiero sulla scena melodic rock in Italia?
AP: Penso ci siano diversi gruppi e progetti in Italia che si stanno differenziando e non hanno nulla da invidiare ai gruppi stranieri, come ad esempio gli Hungryheart, Room Experience, Lionville e Shining Line. In più abbiamo la fortuna di avere Frontiers, una delle etichette più forti in questo genere. Qualità ne abbiamo tanta, manca solo la possibilità di potersi esibire più spesso dal vivo, purtroppo i locali puntano di più a far suonare le cover band e questo non lascia spazio a chi fa musica propria, soprattutto su un genere che in Italia è considerato di nicchia.

MR: Tra pochi mesi ci sarà la terza edizione del Frontiers Rock festival. Cosa vuoi dire ai fans, e secondo te, quali differenze ci sono, se mai ce ne fossero, tra il nostro Festival, e gli altri Festival europei?
AP: E’ bello vedere in Italia un Festival di questo spessore nell’ambiente del rock melodico, si respira un’aria di festa e sembra sempre di far parte di una grande famiglia. Ci sono rimasta anche nel vedere quanti stranieri ci fossero nelle scorse edizioni. Io non so ancora se sarò presente sul palco del Frontiers Festival, ma sicuramente sarò li da spettatrice… quindi vi aspetto!!

MR: Che tipo di vita vive Anna Portalupi al di fuori della musica? Com’è la tua giornata tipo?
AP: Direi che non esiste una Anna Portalupi al di fuori della musica, da quando mi alzo a quando vado a dormire mi occupo di musica, o studio o registro o mi preparo per qualche live, respiro musica di continuo e non potrei vivere la mia vita in modo diverso. Mi sento davvero fortuna per questo. Tra le altre passioni che ho però aggiungerei l’amore per le Harley e per gli animali.

MR: Anna, ti ringraziamo tantissimo. Vuoi aggiungere qualcosa a questa intervista?
AP: Grazie mille per la chiaccherata Alessandro, è stato un piacere. Un saluto a tutti i ragazzi che si occupano di melodicrock.it… state facendo un ottimo lavoro, continuate così!

Contatti:

http://www.annaportalupi.com
https://www.facebook.com/portalupianna

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Ivory – A Moment, A Place and A Reason – recensione

Forse qualcuno ricorderà il nome dei Torinesi Ivory, band che nel 2008 pubblicò l’album Time For Revenge dallo stile prettamente power metal/prog. Bene, dimenticatevi quella band, perchè gli Ivory son tornati… ma lo fanno stravolgendo se stessi.
L’entrata in formazione di Roby Bruccoleri alla voce, con quel suo mood sporco e a tratti disincantato, insieme agli 8 anni passati dal loro primo parto portano questo A Moment, A Place and A Reason su lidi nettamente differenti rispetto al debutto. Qui l’hard rock ed il classic rock di matrice settantiana la fanno da padrona!

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Tanya Rizkala (Epic) – intervista

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Qualche settimana fa abbiamo ricevuto un bellissimo promo da una band chiamata Epic (qui la recensione). La cantante Tanya Rizkala ha gentilmente risposto alle nostre domande.

Intervista a cura di Alessandro Lifonti
english version

MR: Tanya, benvenuta a melodicrock.it! Come avete avviato la band, e chi sono gli altri membri del gruppo?
TR: Il chitarrista Mario Agostine ed io, abbiamo collaborato per molti anni insieme scrivendo e componendo. Avevamo formato anche altre bands, e abbiamo visto membri andare e venire. Gli Epic si sono formati nel 2011, e ora il gruppo è completo con l’arrivo di una solida sezione ritmica: Souheil Moukaddem, conosciuto anche come “Sous” alla batteria, e Mike Ganime al basso.

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Inglorious – Inglorious – recensione

Snoccioliamo così su due piedi un po’ di dati su questi Inglorious. Inglesi, tutta la band ruota intorno al personaggio a suo modo carismatico di Nathan James che è salito alla ribalta in patria per la sua partecipazione al Talent The Voice, e anche se la nostra Italia insegna che il Talento che tanto dovrebbero portarci questi presunti Talent solitamente tende al nulla o poco più, qui siamo di fronte ad un vero Talento (Talento, l’ho scritto un po’ di volte vero? 🙂 )… o meglio qui siamo di fronte ad un Dono (visto, non ho più scritto Talento! 🙂 )… LA VOCE!
Voce che è già stata al soldo di nomi quali Trans Siberian Orchestra e Uli John Roth, non proprio robetta da poco.
Già, perchè la prima cosa di cui vi renderete conto ascoltando questo primo parto degli Inglorious è che Nathan James ha letteralmente una voce sconvolgente! Detto questo, leggenda vuole che tutto il resto della band sia stato personalmente selezionato dallo stesso Nathan per mettere in piedi la miglior formazione possibile per sfornare un album di Classic Hard Rock vintage e old style… ma, aggiungerei, dal gusto di fondo assolutamente moderno e attuale.
Entrano così nella line up il chitarrista ritmico Wil Taylor, la prima chitarra Andreas Eriksson (conosciuto anche come Andy Zata, ex Crazy Lyxx), Colin Parkinson al basso e in chiusura Phil Beaver alla batteria.

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Hell in the Club – Shadow of the Monster – recensione

Tanto di cappello agli Hell in the Club! La dimostrazione vivente che quando c’è il talento, la bravura, la lungimiranza e la pazienza non conta da dove vieni… non importa se sei una band americana, inglese, italiana o estone: quando ci sono i pezzi ed il talento di presentarli con la miglior produzione ed il miglior arrangiamento possibile nulla è vietato per il futuro. Shadow Of The Monster, il loro terzo album, sposta ancora più in alto la tacca della qualità ed ormai la band di Dave Moras è il top della gamma nel genere proposto in Italia e… non mi vergogno a dirlo, anche all’estero.
La loro crescita negli anni è stata costante: la freschezza frizzante del loro disco di debutto forse non c’è più ma tutto è studiato nei minimi particolari per piacere… non c’è l’immediatezza del passato sostituita però da tonnellate di consapevolezza…lo si percepisce fin dalle prime note.

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