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Live Report

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STEVE VAI + DOLCETTI – CASTELLO – UDINE 07/07/16 – Live Report

17 Settembre 2016 0 Commenti Matteo Trevisini

Una piacevole peculiarità dei concerti estivi è certamente quella di ritrovarsi, il più delle volte, in “locations” attraenti ed insolite invece dei soliti clubs o palazzetti. Questa volta tocca al binomio Castello di Udine e Steve Vai.
Dalla splendida Loggia del Lionello, lasciandosi sulla destra la torre dell’Orologio, uno dei simboli più conosciuti della città friulana, si comincia la salita al castello sulla cima del colle che sovrasta il centro storico. Il caldo soffocante e umido non aiuta, anche se il sole inizia a calare colorando di rosso fuoco i tetti di “Udìn”. L’entrata alla spianata che dà sulla facciata posteriore del castello è situata tra la chiesa di Santa Maria ed il castello stesso…
posto veramente suggestivo, soprattutto alle luci del tramonto: la città ai nostri piedi, il panorama che porta lo sguardo fino alla campagna friulana e la bianca facciata del castello con il palco davanti alla sua scalinata…il logo “Vai” a far bella mostra di se un po’ ovunque…

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DEEP PURPLE @ Arena del Mare (GE) – 12 luglio 2016 – Live Report

19 Luglio 2016 1 Commento Iacopo Mezzano

C’è qualcosa di magico nell’aria ogni volta che il palco de l’Arena Del Mare di Genova apre i battenti al grande rock internazionale. Sarà la bellezza del luogo, con il palco posto a due metri da una banchina del porto sfiorata dalle gigantesche navi da crociera, con la brezza a rinfrescare la pelle assolata della gente mentre il tramonto e poi la notte colorano immagini d’artista negli occhi degli spettatori. Sarà l’amore innato che ho per la mia città, o sarà un insieme di fattori alla fine sconosciuti, non lo so. Resta il fatto che, ogni anno, riesco a godere qui e solo qui di emozioni musicali uniche nel loro genere.

Quest’anno tocca ai leggendari Deep Purple, accompagnati dagli special guest Toseland, ritagliarsi un posto nel mio cuore grazie a un concerto, strepitoso, suonato alle 21 e qualcosa di una scomoda notte lavorativa di luglio (un martedì), ma seguito da un record di spettatori (per l’evento) che ad occhio superava sicuramente le due-tremila presenze. Così Ian Gillan, Steve Morse, Don Airey, Roger Glover e Ian Paice hanno potuto festeggiare con il pubblico genovese un’altra grande tappa della loro storia, accolti con il grande calore che solo le grandi formazioni che hanno fatto la storia del nostro genere sanno ricevere dai propri fans. Merito questo certamente loro, perchè sono stati in grado di mantenersi integri nel tempo (nonostante gli, ahimè, dovuti cambi di formazione che tutti noi conosciamo, e l’invecchiamento che colpisce prima o poi un po’ tutti) e a tutti gli effetti uniti come band, dando a tutti l’impressione che sul palco si divertano ancora come dei ragazzini e che lof acciano prima per passione, e solo poi per denaro.
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HARDLINE @ ROCK IN PARK – 29 maggio 2016 – Live Report

26 Giugno 2016 3 Commenti Iacopo Mezzano

Erano davvero tante le facce conosciute che il 29 maggio si sono riunite ai bordi del palco del Legend Club di Milano per assitere alla nuova gloriosa calata italiana degli Hardline di Johnny Gioeli. L’evento, organizzato nell’ambito della manifestazione di musica dal vivo denominata Rock in Park (che ogni anno, per un mese intero, tinge Milano di rock di altissima qualità), ha visto presentarsi una buona cornice di pubblico, festosa e colorata, per dare il giusto tributo ai propri beniamini americani, giunti in Italia con la super formazione composta da Gioeli alla voce, Alessandro Del Vecchio alle tastiere, Josh Ramos alle chitarre, Anna Portalupi al basso e l’inedito Matthias Montgomery alla batteria.

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FRONTIERS ROCK FESTIVAL III – Live Report

09 Maggio 2016 35 Commenti Denis Abello

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I Talisman salutano e tra gli applausi scendono dal palco, si alzano i riflettori sul LIVE CLUB ed il Frontiers Rock Festival si chiude…

… assolutamente NO! Il FRONTIERS ROCK FESTIVAl, evento unico in Italia ormai giunto alla terza edizione, ha insegnato che non si chiude quando l’ultima band scende dal palco, anzi li inizia solo la serie di lunghi abbracci e saluti, la lista di aneddoti mentre ci si ritrova ancora tutti (fans, artisti, addetti ai lavori) per l’ultima rimpatriata nel bar dell’hotel a raccontarsi com’è andata, a ridere e scherzare sperando di ritrovarsi ancora li l’anno successivo.
Poi, e questo forse è quello che più di tutto ha saputo rendere unico questo incredibile evento, è che ormai è diventato parte della vita di ogni Italiano (ma anche e soprattutto di molti stranieri) che ama l’AOR, il Melodic Rock e l’Hard Rock e la sua forza è di avere il suo punto focale nei tre giorni (compresa la serata acustica) dell’evento ma una “durata umana” che praticamente va da un anno all’altro… un ciclo che ormai da tre anni tiene gli amanti di questa musica legati da uno stesso filo chiamato Frontiers Rock Festival…

… ma parliamo di questa terza edizione!

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05-02-2016 Hungryheart + Soul Seller live @ Ned Kelly di Vigliano Biellese (BI) – live report

10 Marzo 2016 0 Commenti Denis Abello

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Due delle band Italiane da me più apprezzate degli ultimi anni, HungryHeart e Soul Seller, insieme sullo stesso palco? Si poteva mancare?
La risposta è più che scontata, certo che NO! 😀
Una serata incentrata sull’hard e melodic rock che vede due band di livello dividersi il palco del Ned Kelly di Vigliano Biellese (BI). Gli HungryHeart, forti del loro nuovo album Dirty Italian Job (qui la recensione) che li ha definitivamente consacrati come una delle migliori band melodic hard rock Italiane e che salgono sul palco con la consueta alchimia che sono in grado di trasmettere al pubblico, ed i Soul Seller, che lo ammetto, per me vera incognita della serata data i cambi notevoli nella line up e da quello che è trapelato del loro nuovo album anche un cambio di sound che porta il loro classico stile anni ’80 di prepotenza verso i giorni nostri (leggasi hard rock dal taglio moderno).

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OPERATION: MINDCRIME – Teatro Miela – Trieste 02/12/15 – Live Report

17 Gennaio 2016 0 Commenti Matteo Trevisini

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Live e Photo Report a cura di Matteo Trevisini

C’è un rancore ed un odio profondo nei confronti di Jeffrey Wayne Tate, noto anche ai sassi solamente come Geoff Tate, che nemmeno i più grandi “cattivi” della storia sembrano tenergli testa. I fans dei Queensrÿche hanno riversato su di lui ogni problema legato alla band e solo lui è stato immolato come capro espiatorio del doloroso split del 2012 che ha allontanato probabilmente in maniera definitiva la possibilità di rivederli ancora insieme sopra le assi di un palco (…ma nel rock si sa, il “mai dire mai” è un moto molto abusato). Certo, nemmeno lui è esente da colpe e la sua fama di scorbutico e lunatico lo fa attendere dai presenti alla data triestina con un pizzico d’ansia nemmeno fosse il nuovo protagonista di Cattivissimo me… niente di più sbagliato! Sia sul palco, sia a fine show, tra il suo pubblico, ci troviamo di fronte una persona rilassata, sicura di se ma sorridente e pronto a firmare centinaia di dischi facendo innumerevoli foto con chiunque senza il benchè minimo sussulto di fastidio. Organizzazione perfetta di Trieste is Rock come sempre e pubblico non molto numeroso che si assesta intorno alle 150/200 anime (ma nelle altre due date del tour italiano i biglietti staccati sono stati di gran lunga inferiori!).

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SCORPIONS + RHAPSODY OF FIRE – Trieste – Palarubini 13/11/15 – Live Report

10 Dicembre 2015 2 Commenti Matteo Trevisini

Scorpions Trieste Live Report
report a cura di Matteo Trevisini

La parola numeri può avere svariati significati e sfumature ma quando si parla degli Scorpions si deve cominciare da quelli che loro stessi hanno costruito nella loro storia: i numeri unici di una band straordinaria sono tutti li, nero su bianco, cinquant’anni di carriera alle spalle, copie vendute in questo lasso di tempo oltre cento milioni (…cento milioni !!!!), decine e decine di album che sono entrati a pieno diritto nella storia del rock e svariati hit singles piazzati in tutte le classifiche esistenti al mondo. Prima band tedesca a sfondare in Inghilterra e Stati Uniti a suon di tour e tour massacranti e al passaparola: cosi potremmo andare avanti per altre dieci pagine, sfoggiando un curriculum stellare che solo i grandi del rock possono vantare. Certo, la parola numeri può portare a pensare anche all’età di Klaus Meine e dello stesso Rudolf Schenker, ovvero 67 primavere sulle spalle…riusciranno i nostri eroi a mantenere intatta, nonostante il passare inesorabile degli anni,la fama di animali da palco costruita nei decenni? Partita vinta dai tedeschi poiché anche questa sera i numeri li faranno vedere loro al pubblico…e parliamo di numeri di alta scuola!

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TERRANA BAND live @ Il Peocio (TO) – 14 novembre 2015 – live report

28 Novembre 2015 0 Commenti Denis Abello

TERRANA BAND

Il Peocio, uno degli ultimi baluardi del vero Hard Rock nella provincia di Torino, ancora una volta meta delle nostre scorribande al seguito del verbo della buona musica, questa volta portata a noi dai suoi Testimoni della TERRANA BAND (Mike Terrana, Fabri Kiarelli, Alberto Bollati).

In una notte nebbiosa come poche ci ritroviamo così nell’accogliente e familiare atmosfera del Peocio per seguire uno dei trii più interessanti che l’Hard Rock ci ha regalato ultimamente.
La TERRANA BAND è nata e prende il nome dal suo fondatore e funambolico batterista Mike Terrana (Masterplan, Yngwie Malmsteen, Tony MacAlpine, Axel Rudi Pell, Tarja Turunen e un sacco, ma veramente un sacco di altri…) a cui si sono aggiunte due vecchie nostre conoscenze italiane di gran classe quali il chitarrista e voce Fabri Kiarelli (F.E.A.S.T., MR. NO) ed il bassista Alberto Bollati (S.H.I.N.E., Wine Spirit, UTEZ, La Sempione Jazz Society). Con questa formazione danno alla luce nel 2014 l’omonimo album TERRANA, di cui potete vedere il video del singolo One Way a questo link.

Definire in una parola i TERRANA BAND live… beh, una parola non basta, ne servono almeno quattro… Istrionici, Mattatori, Tecnici e Devastanti! Praticamente il palco è l’habitat naturale di una band come questa.

Ne abbiamo subito la conferma con le note di apertura destinate proprio al primo singolo One Way. Un panzer tank di note rullate e riffate ci sotterra ai piedi del palco del Peocio con la voce di Kiarelli degna amante di una tale potenza sonora. I suoni sono ben bilanciati e la resa del pezzo guadagna punti rispetto alla prova in studio proprio grazie alla presenza scenica del trio sul palco… Terrana è una macchina da guerra dietro le sue pelli e le due punte d’assalto Fabri e Alberto, gente che sul palco ci sta da una vita e sa starci, conducono le redini di uno spettacolo scenico che ammalia lo spettatore.

Facile farsi trascinare quindi dall’adrenalina che pezzi dal tiro sostenuto sparano nelle vene degli ascoltatori mentre la band si gioca praticamente tutte le cartucce a disposizione dell’album TERRANA. Non mancano poi i “siparietti” di gran tecnica di Mike che intona Mozart con la sua batteria (con tanto di parrucca ottocentesca) e suona il basso di Bollati con le bacchette… Mostruoso!

Serata di quelle toste, dove il sound è sempre stato sopra le righe, con una band di tre elementi che suona per sei, una tecnica spaventosa messa sul palco con un’eleganza che solo i grandi possono permettersi… Horns Up \m/ Questo è il grande Hard Rock Live!

PHOTOREPORT

FM + Electric Boys – 18 novembre 2015 – live report

24 Novembre 2015 10 Commenti Iacopo Mezzano

FM ItalyFM live

report a cura di Iacopo Mezzano
photo report a cura di Iacopo Mezzano

Cancellata improvvisamente la data di Firenze a causa, si dice, della scarsa prevendita, è stata data una sola e ultima chance ai fans italiani di rivivere una parte delle emozioni magnifiche dell’ultimo Frontiers Rock Festival: accorrere in massa al Legend Club di Milano per rivedere on stage gli FM, in tour supportati dagli altrettanto mitici Electric Boys. Al suo primo show da headliners in Italia, la formazione inglese capitanata dalla superba voce di Steve Overland non ha nascosto le sue emozioni per l’evento, venendo ripagata da un affetto che, a detta dello stesso frontman, ancora non avevano ottenuto lungo il tour, neppure in locali ben più ampi e affollati del Legend (150 paganti circa). Una vicinanza con le band sul palco che ha reso la data milanese un’emozione unica, da portarsi dietro per il resto dei giorni, sia per i gruppi che si sono esibiti, che per i fans che si sono mossi da ogni dove per presenziare.

Ma andiamo per ordine.

A salire per primi sul palco del piccolo club milanese sono gli svedesi Electric Boys, riformatisi dal 2009 per provare a dare un proseguo a una buona carriera che li ha da sempre visti interpreti di un hair metal dalle tonalità spiccatamente funky. La formazione è quella originale, e vede un Conny Bloom carismatico e in grande forma vocale affiancare Franco Santunione alla chitarra, mentre Andy Christell al basso divide la sezione ritmica con le pelli di Niklas Sigevall. La setlist, che si apre con le note di Psychedelic Eyes, non manca di centrare i momenti di maggiore fama del combo, raggiungendo i suoi apici massimi di intensità sul finale, e più precisamente nell’esecuzione di Mary in the Mystery World e All Lips N’ Hips, accolte con boati e cori dal pubblico. Lo spettacolo è garantito e la band si trova caldamente applaudita in più di una occasione, supportata in gran parte dei cori e seguita in ogni momento del concerto, lasciando il palco con la certezza di aver dato tutto quello che la gente si aspettava in quanto ad energia e divertimento. Bello show!

Setlist:

Psychedelic Eyes
Into the Ditch
The Change
Electrified
Freaky Funksters
Mary in the Mystery World
Knee Deep in You
Rags to Riches
Captain of My Soul
All Lips N’ Hips

E’ però evidente che le più alte percentuali di paganti sono qui riunite quasi esclusivamente per accogliere il ritorno in Italia degli FM, scopertisi (ne parlavamo con loro) forse inaspettatamente veri paladini del movimento musicale rock melodico sul suolo tricolore. Merv Goldsworthy, Pete Jupp e Steve Overland (che mi ha svelato l’imminente uscita di uno suo nuovo disco degli Shadowman, ma io non vi ho detto niente.. 😉 ), con i ”nuovi” Jem Davis e Jim Kirkpatrick ci promettono, ancor prima che inizi lo spettacolo, che da ora in avanti torneranno sempre in Italia ad ogni loro tour, perchè è qui, nella nostra Nazione, che sentono un calore forse diverso da quello che gli viene tributato altrove. E infatti, pronti-via, e con la prime note di Digging Up the Dirt parte un boato che fa quasi timore a Overland e soci, che sorridono compiaciuti sentendo il pubblico cantare nella sua interezza il loro ultimo singolo e successo. Si vede che la band è sincera, e commossa quasi, mentre ringrazia la gente accalcata sotto il palco, e fa effetto vedere Steve Overland passare di compagno in compagno a dire hai visto che roba! mentre il pubblico intona spontaneamente ogni parte dei ritornelli di I Belong to the Night e Don’t Stop. Per non parlare del lento Closer to Heaven, i cui versi ancora echeggiano tra le mura del Legend per quanto sono stati gridati a squarciagola, o di Let Love Be the Leader, ballata quasi come fossimo in una sala dance dal centinaio di paganti! O delle più recenti Life Is a Highway, Crosstown Train, Wildside e Tough Love, sparate una dietro l’altra per lasciare poi spazio alla antica Frozen Heart, della cui interpretazione non voglio neppure parlare visto che ho ancora il magone pensando a come i ragazzi l’hanno suonata. Sappiate solo che è il loro pezzo che preferisco, e che la lode non è abbastanza in questo caso. Ma non devo divagare troppo: All or Nothing, Tough It Out e That Girl sono un terzetto micidiale che pare pensato apposta per far sparire le ultime forze nella voce del pubblico, ma questa sera no, neppure loro bastano, e rieccoci tutti a cantare con pari intensità anche Burning My Heart Down e Bad Luck, per la gioia della band che lascia il palco abbracciandosi come se avesse vinto la Coppa dei Campioni.

Ovviamente, il bis. Steve Overland torna sul palco accompagnato prima dal solo tastierista, e poi mano a mano anche dal resto del gruppo, per le intime note della power ballad delle power ballad: Story of My Life. Anche qui, è superfluo dire della prova vocale del cantante, la cui timbrica unica, calda di sentimento, illumina il buio del locale, e i cuori e le anime di tutti noi. Come lui, nessuno, e basta. Infine Other Side of Midnight, che chiude il concerto delle meraviglie accolta come un inno nazionale: il sogno è diventato realtà, la musica ha disegnato ancora una volta arcobaleni, gli FM sono i vincintori. La pace è fatta, a Milano come nel mondo.

Senza musica la vita sarebbe un errore diceva Friedrich Nietzsche. Io affermo invece che con un po’ più di musica non ci sarebbero le guerre e si sarebbe tutti più uniti. E il pensiero ritorna automaticamente ai fratelli del Bataclan di Parigi, uccisi mentre sotto un palco gridavano la libertà delle loro anime seguendo il battito di una batteria, le tonalità di una voce, la grinta di una chitarra o il groove denso di un basso. Non si può morire così, quando si è radunati per vivere. E’ un’ingiustizia, lasciatemelo dire.
Riposate in pace fratelli, questo show e questa mia recensione sono tutti dedicati a voi.

Setlist:

Digging Up the Dirt
I Belong to the Night
Don’t Stop
Closer to Heaven
Let Love Be the Leader
Life Is a Highway
Crosstown Train
Wildside
Tough Love
Frozen Heart
All or Nothing
Tough It Out
That Girl
Burning My Heart Down
Bad Luck

Encore:

Story of My Life
Other Side of Midnight

 

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TED POLEY + Hungryheart – 15 novembre 2015 – live report

22 Novembre 2015 8 Commenti Iacopo Mezzano

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photo report a cura di Iacopo Mezzano

Verrà ricordata tra le serate memorabili del nostro cuore la nuova calata italiana di Ted Poley, storica voce dei Danger Danger, oggi in veste solista e supportato dalla truppa italiana composta da Alessandro Del Vecchio, Anna Portalupi, Mario Percudani e Alessandro Mori. Il Druso, medio-piccolo (ma attrezzato) locale del bergamasco, rinnovato e trasformato in anfiteatro di emozioni rock, ha stretto al suo interno circa duecento anime festose e pronte a sfidare il freddo e la nebbia per cantare a squarciagola le loro emozioni e le canzoni che hanno accompagnato, o continuano ad accompagnare, la loro gioventù.

Un evento decisamente riuscito, nonostante qualche problema di acustica poi mano a mano risolto dai tecnici, che ha avuto come opening act lo spettacolo di una delle migliori realtà musicali di genere hard rock melodico della nostra Penisola, gli Hungryheart, freschi dell’uscita del loro ultimo lavoro Dirty Italian Job. Josh Zighetti (voce), Mario Percudani (chitarra e cori, l’unico tra i musicisti presenti a salire ad esibirsi due volte sul palco!), Stefano “Skool” Scola (basso) e Paolo Botteschi (batteria) tirano fuori dal cilindro la solita prestazione d’eccellenza tecnica ed esecutiva a cui ci hanno abituato, con un sound grintoso e melodico che fa divertire e cantare tutti i presenti, trovando consensi unanimi. Indimenticabili, per il sottoscritto, le energie sprigionate dalla bellissima One Ticket To Paradise e la chiusura affidata a Shoreline, singolo prezioso estratto dal nuovo album e che, ne sono certo, molti gruppi internazionali invidiano ai nostri artisti tricolori per come sa coinvolgere immediatamente il pubblico ai piedi del palco. Insomma, è stato uno show perfetto che ha confermato, a chi ancora avesse dubbi, quanto la scena rock melodica di casa nostra sia oggi viva e di assoluta qualità.

Inizia invece con Man Alive il concerto adrenalinico di un Ted Poley che sappiamo essere in Italia da diversi giorni per ultimare i lavori sul suo nuovo album solista, in uscita per la Frontiers Records. Il cantante americano non si risparmia di certo per la sua folta platea italiana, scavando nel reportorio dei suoi Danger Danger a caccia dei maggiori successi, anche questa sera egregiamente suonati dalla truppa italiana che lo accompagna e capitanata dal solito Alessandro Del Vecchio, ormai ufficialmente portabandiera della nostra Nazione melodica nel mondo. Dopo un doveroso e sentito tributo ai morti negli attentati di Parigi e del Bataclan, si entra a tutti gli effetti nel clima del concerto, per uno show interamente registrato che apparirà a spezzoni nel prossimo video musicale dell’artista. Così, Shot of Love, Turn It On, Beat the Bullet e Bang Bang vengono eseguite in rapida sequenza, con carisma e grinta da vendere, elettrizzando un pubblico veramente vestito a festa e incapace di stare fermo di fronte ai battiti pulsanti di questa musica. La tipica passeggiata tra la gente sulle note di Don’t Walk Away è la ciliegina sulla torta di uno spettacolo eccellente che, intervallato dalla preziosa Under The Gun, ha avuto un nuovo irripetibile sussulto con la colorazione tatuata di una delle stelle del braccio di Poley, da oggi definitivamente tricolore, avvenuta on stage mentre il cantante intonava Feels Like Love. Infine, One Step From Paradise e Naughty Naughty chiudono, nell’estasi globale, il concerto, prima del bis largamente richiesto dalla gente e affidato alla power ballad I Still Think About You che tutti, e davvero tutti quanti i presenti, hanno intonato in coro con lo statunitense. Fantastico!

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