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18 Novembre 2024 0 Commenti Paolo Paganini
Dopo alcuni anni di attesa Myles Kennedy torna a calcare il suolo italiano, questa volta in veste solista a supporto del nuovo album The Art Of Letting Go uscito ad inizio ottobre. Lo fa come ormai abitudine in compagnia dei fidati Tim Tournier al basso e Zia Uddin alla batteria, una formazione essenziale e ormai ampiamente collaudata.
A scaldare il nutrito pubblico accorso all’Alcatraz di Milano ci pensano gli svedesi Black River Delta autori di un blues rock alla The Black Keys che per una mezz’ora abbondante intrattengono piacevolmente i presenti grazie a sonorità coinvolgenti fin dal primo ascolto. Alle 21.05 in punto fa il suo ingresso sul palco il protagonista della serata accolto da una vera e propria ovazione. Non è un mistero che Myles si trovi a meraviglia dalle nostre parti avendoci suonato ormai svariate volte sia con gli Alter Bridge che con Slash ed avendo sempre riscosso un grandissimo successo.
La parte del leone della setlist la fanno ovviamente le tracce estratte dal nuovo disco che il pubblico dimostra di conoscere ed apprezzare. La roboante The Art Of Letting Go e la seguente Nothing More To Gain aprono le danze nel migliore dei modi evidenziando come siano cambiate nel corso del tempo le sonorità del Myles Kennedy solista. Basti pensare all’abissale differenza tra i brani dell’ultimo lavoro, molto più duri e vicini a quanto proposto dagli Alter Bridge e le intime ballate dell’esordio. Il southern rock di Devil On The Wall introdotto da un simpatico siparietto tra il frontman ed alcuni dei presenti ci fa dimenticare dove ci troviamo catapultandoci dritti nelle assolate e polverose praterie americane. Il pubblico si diverte e partecipa alla grande trascinato da brani come la scanzonata Mr. Downside e Tell It Like It Is che sembra aprirci le porte di un saloon da film western. E’ giunto il momento di una pausa e la magnifica power ballad Behind The Veil fa da preambolo alla vera e propria chicca della serata.
Come preannuncia lo stesso Myles ogni scaletta prevede un set acustico che cambia ogni volta. Per l’occasione viene proposta prima una versione unplugged da pelle d’oca di All Ends Well, seguita dalla struggente Love Can Only Heal ed è l’apoteosi. A questo punto permettetemi una piccola considerazione del tutto personale. Adoro questo ragazzo, sarà per la passione che mette in ogni progetto in cui è coinvolto, per l’umiltà, l’empatia e la disponibilità che dimostra in ogni occasione, per la voce che incanta e commuove ogni volta, fatto sta che anche stasera in questo preciso momento la commozione si ripresenta in me ed in tutti i presenti puntuale ed irrefrenabile. Passato il momento di catarsi collettiva si riprende a rockare consapevoli di come ci stiamo ormai avvicinando alla fine del concerto ma c’è ancora tempo per divertirsi grazie alla trascinante Miss You When You’re Gone e all’ormai classica Year Of The Tiger. In Stride congeda momentaneamente la band richiamata sul palco a gran voce per il doveroso finale affidato alla granitica Say What You Will.
Una piacevolissima serata caratterizzata da un pubblico eterogeneo che dimostra come la bravura ed il talento di questo musicista arrivino sia al trentenne metallaro che al sessantenne appassionato di hard rock o al ragioniere di banca accorso allo spettacolo ancora in giacca e cravatta di ordinanza. Ora non ci resta che aspettare con ansia il nuovo disco e il relativo tour degli Alter Bridge per gustarci ancora una volta le gesta di questo artista votato anima e corpo alla musica rock.
Set List
The Art Of Letting Go
Nothing More To Gain
Devil On The Wall
A Thousand Words
Mr. Downside
Tell It Like It Is
Behind The Veil
All Ends Well
Love Can Only Heal
Wake Me When It’s Over
Miss You When You’re Gone
Year Of The Tiger
Get Along
In Stride
Encore:
Say What You Will
Formazione:
Myles Kennedy: voce e chitarra
Tim Tournier: basso
Zia Uddin: batteria
28 Ottobre 2024 0 Commenti Paolo Paganini
Ad un anno esatto di distanza dalla prima assoluta avvenuta in quel di Modena al teatro Michelangelo, ritrovo i Perfect View a Castelfranco Emila presso il teatro Dadà La loro performance si inserisce in una serie di eventi organizzati dall’azienda sanitaria locale per la Settimana della Salute Mentale e la Disabilità, tema su cui la loro ormai nota opera rock Bushido si inserisce alla perfezione.
La serata non prevede ospiti ad aprire lo show, ma al calare del sipario i ragazzi si prendono tutta la scena e l’ammirazione dell’eterogeno pubblico presente. E’ uno spettacolo vedere la sala piena e l’entusiasmo di giovani e meno giovani ascoltare le dodici canzoni di cui si compone l’album. La voce narrante fuori campo, inserita tra una traccia e l’altra, consente agli spettatori di immergersi nella storia del giovane Koji, aspirante guerriero affetto da una malattia che gli impedisce di crescere e rafforzarsi, ma che grazie ad un amuleto del nonno, all’amore per Aiko e ad una forza di volontà senza pari, inseguirà con perseveranza il proprio sogno di diventare un vero samurai.
Attraverso un percorso di crescita interiore fatto di cadute, sconfitte e delusioni, Koji si rialzerà sempre più forte di prima, forgiando il proprio carattere, la propria tempra fisica e mentale, imparando grazie alla rigida educazione della nobile arte a sopperire alle carenze del proprio corpo, a onorare gli altri anche quando sono nemici, al rispetto della natura ed infine all’importanza della famiglia.
Musicalmente la band suona come un motore ormai oliato alla perfezione e anche il nuovo singer Alex Esposito, perfettamente inserito nel gruppo, rappresenta una piacevolissima sorpresa assolutamente all’altezza del compito affidatogli. I brani, che ormai conosciamo a memoria, scorrono via che è un piacere. La sezione ritmica affidata a Paulis e Lugli non perde un colpo, così come le chitarre del grande Joe Cataldo fendono l’aria come la spada di Koji. Avvicendamento alle tastiere tra Alberto Bettini che ha lasciato la band a maggio scorso a favore dell’ottimo Saverio Verrascina. Entra ufficialmente in formazione come corista anche Emanuela Siconolfi ed il suo supporto conferisce ancora di più epicità ai brani.
Una serata perfettamente riuscita che rende onore ai grandi Perfect View impegnati nell’ardua impresa di portare questo genere musicale, a metà tra AOR e Hard Rock classico, ad un numero sempre più grande di persone, facendosi largo con coraggio e determinazione (come il protagonista del loro racconto) in un mondo in cui gli spazi per suonare live sembrano ormai appannaggio esclusivo di tutt’altri generi musicali molto più popolari in questi ultimi anni soprattutto tra i giovanissimi. Il loro concept album inoltre rappresenta un valore educativo aggiunto non indifferente che va assolutamente controcorrente rispetto alle tematiche bullizzanti e scontrose che riecheggiano nei testi di artisti (o presunti tali) nati oggi e domani già dimenticati.
Un grande applauso a Cataldo e Soci perché siano da esempio e traino per tante altre ottime band di questo genere presenti nel nostro paese che faticano maledettamente nel trovare visibilità e possibilità di esibirsi dal vivo.
SCALETTA:
Bushido Theme
Birth
Love
Integrity
Honor
Family
Respect
Compassion
Honesty
Courage Loyalty
Bushido Theme (Reprise)
05 Giugno 2024 0 Commenti Paolo Paganini
Erano anni che inseguivo i canadesi Nickelback sperando di poterli vedere dal vivo in una delle loro rare apparizioni nel nostro paese ma per un motivo o per un altro quando si presentava l’opportunità non riuscivo mai a concretizzare. Saputo che sarebbero venuti a Bologna, letteralmente sotto casa, non potevo proprio farmi sfuggire l’occasione. Ad aprire la serata i britannici The Lottery Winners fautori di un robusto indie pop che riesco ad incrociare solo nella parte conclusiva della loro esibizione. Devo dire che rimango piacevolmente colpito dalla loro performace ed anche se non avevo mai sentito le loro canzoni apprezzo tantissimo il fatto che si stampino in testa al primo ascolto e a giudicare dalla reazione della platea l’impressione deve essere ampiamente condivisa. Terminata la loro esibizione alle 20.45 puntualissimi si presentano sul palco Chad Kroeger & Co introdotti dalle note di Walk dei Pantera. Il palazzetto è quasi tutto pieno segno che la band riscuote anche dalle nostre parti un nutrito numero di ammiratori. Il palco si anima di luci fumo e colori e i ragazzi attaccano con San Quentin brano tratto dal loro ultimo lavoro di studio del 2022 per poi proseguire con una scaletta che ripercorre tutta la loro carriera attraverso brani classici come Savin’ Me, la splendida ballata Far Away e grandi successi radiofonici quali Someday e Photograph tutti brani conosciutissimi cantati all’unisono da tutti i presenti. Una carriera costellata di successi riassunti in un’ora e tre quarti di concerto durante il quale un simpaticissimo Chad supportato dall’amico Ryan intrattiene il pubblico attraverso aneddoti e simpatici siparietti come l’arruolamento temporaneo nella band di due ragazze del pubblico che cantano e ballano insieme ai propri idoli sulle note della famosissima Rockstar. Tornano sul palco anche i The Lottery Winners per duettare sulla cover di Don’t Look Back In Anger degli Oasisi. Immancabile quasi in chiusura il loro più grande successo How You Remind Me e dopo una breve pausa i due bis finali, la trascinante Gotta Be Somebody e la roboante Burn It To Yhe Ground che infiamma letteralmente la platea. Un concerto che lascia tutti ampiamente soddisfatti e che ci consegna una band più in forma che mai.
Set List
Encore:
16 Gotta Be Somebody
17 Burn It to the Ground
18 Dicembre 2023 0 Commenti Denis Abello
Alchimia… quella cosa che se presente in una qualsiasi situazione rende tutto più incredibile, magico e memorabile! Se l’Alchimia si palesa in più sfaccettature in un evento come quello di sabato due dicembre al Teatro Atlantic di Borgaro (TO) allora non ce n’è per nessuno, soprattutto se è un ingrediente pesantemente presente tra i componenti di tutte e due le Band coinvolte nella serata.
Dobermann e Heroes & Monsters infatti sono due gruppi che il palco lo divorano con i componenti della band che interagiscono tra loro come un meccanismo ben oliato e rodato coinvolgendo inoltre il pubblico in maniera naturale.
Non si fanno prigionieri e si vince tutti, Artisti, Fans e Organizzatori!
Serata decisamente Top con un’organizzazione, quella della Vertigo Live Club, valida e all’altezza dei nomi coinvolti. Mia prima volta al Teatro Atlantic di Borgaro (TO) e devo dire che la location è veramente perfetta per un concerto come questo.
Bel palco, capienza massima di penso 600/700 persone (questa sera sono molte meno, ma comunque un buon numero) e un’ottima acustica. Si parte già bene.
21:30 ed i Dobermannn prendono posto sul palco e in tre quel palco o lo sai gestire o sembrerà assolutamente vuoto ed i nostri (i Dobermann sono di Torino) lo sanno gestire con maestria di chi i palchi se li brucia “alla botta”. Si parte con Shaken To The Core ed è subito chiaro che il biglietto pagato già solo varrebbe per la presenza di questi assi dell’Hard Rock stradaiolo, grezzo ma assolutamente raffinato.
Paul Del Bello alla voce e basso e Valerio “Mohicano” Ricciardi alla chitarra si spalleggiano a vicenda mentre Antonio Burzotta alla batteria si prende il suo momento (e i meritati) applausi con un assolo da panico! La loro esibizione è di quelle che non lasciano un attimo di respiro, si corre veloce sulla setlist e alla chiusura con Taking In The Out Takes resterebbe ancora la voglia di ascoltare qualche brano! Bravi davvero!
Il tempo è però tiranno e dopo una sistemazione degli strumenti un altro trio prende possesso del palco. L’evento clou che vede gli Heroes & Monsters nuovamente in Italia sta per iniziare. Arriviamo gasati dallo show dei Dobermann ma sono sicuro che gente navigata come Todd Kerns (voce e basso), Stef Burns (chitarre) e Will Hunt (batteria) non possono che stupire.
Per chi non li conoscesse gli Heroes & Monsters sono quella che può essere definita una super band che vede coinvolta “gente” che ha suonato per Alice Cooper, Y&T, Huey Lewis and The News, Vasco, Slash ed Evanescence e che da pochi mesi ha pubblicato il suo primo album di debutto omonimo (qui la nostra recensione).
Si parte con il primo singolo degli H&M, Raw Power, e si mette subito in chiaro l’andazzo della serata. Qui si buttano giù anche i muri, il livello dei tre sul palco è clamoroso e Todd Kerns su tutti si rivela una grandissima sorpresa con una voce che sa essere graffiante ma calda all’occorrenza come sulla splendida Angels Never Sleep.
La chimica fra i tre è palpabile e come dicevamo nell’intro dell’articolo genera un’Alchimia difficile da trovare in quelli che solitamente vengono definiti Super Progetti. Qui è diverso, sul palco ci sono tre amici che si divertono e sanno far divertire e che dalla loro hanno un Talento ed una Tecnica fuori dal comune.
Lo Spettacolo è garantito e scorre via tra pezzi originali e cover “ristilizzate” sui canoni della band tra cui una punkeggiante All I Want For Christmas Is You di Mariah Carey cantata direttamente da Stef Burns, attuale chitarrista di Vasco.
Da notare anche l’omaggio, nel giorno dell’ultimo concerto dei Kiss, alla band mascherata con una dirompente Rock and Roll All Nite che “vorrebbe” chiudere il concerto… ma la gente sotto palco non ci sta e tra applausi e acclamazioni gli Heroes & Monsters tornano fulminando tutti con una spettacolare Welcome to the Jungle dei Guns & Roses e un’altrettanto riuscita cover di Kickstart My Heart dei Motley crue.
Con la voglia ancora di far casino si riaccendono le luci del Teatro Atlantic e resta il tempo di godersi qualche foto e autografo di rito con i tre “Cattivi Ragazzi” degli H&M che si dimostrano disponibili con tutti al banco del merchandise… e a noi non resta che augurarci di rivedere presto sia i Dobermann che gli Heroes & Monsters su di un palco, chissà, magari nuovamente lo stesso palco! 😉
Heroes and Monsters setlist:
01. Raw Power
02. I Knew You Were The Devil
03. Let’s Ride It
04. Angels Never Sleep
05. All I Want For Christmas Is You (Mariah Carey)
06. Break Me (I’m Yours)
07. Don’t Tell Me I’m Wrong
08. Man In The Box (Alice In Chains)
09. Blame
10. No One Knows (Queens Of The Stone Age)
11. You’re Got Another Thing Comin’ (Judas Priest)
12. All You’ll Remain
13. Set Me Free (Sweet)
14. Run Rudolph Run (Chuck Berry)
15. Rock and Roll All Nite (Kiss)
Encore:
16. Welcome To The Jungle (Guns N’Roses)
17. Kickstart My Heart (Motley Crue)
Heroes and Monsters photogallery (link su facebook):
Dobermann setlist:
01. Shaken To The Core
02. Stiff Upper Lip
03. Fear Of The UK
04. I Need A Holiday
05. Summer Devil
06. Please Don’t Touch (cover)
07. You Talk It, You Walk It (solo di batteria)
08. Pure Breed
09. Rocksteady
10. Taking In The Out Takes
Dobermann photogallery (link su facebook):
Contatti Heroes & Monsters
https://www.facebook.com/heroesandmonstersband
https://www.instagram.com/heroesandmonstersband/
Contatti Dobermann
https://www.facebook.com/dobermannrnrband
https://www.instagram.com/dobermann_official/
Contatti Organizzazione Evento
https://www.facebook.com/vertigoliveclub
https://www.instagram.com/vertigoliveclub/
02 Novembre 2023 0 Commenti Paolo Paganini
Una scelta sicuramente particolare, ma estremamente interessante quella di portare la musica Hard Rock nei teatri ed arricchirla con intermezzi coreografici, che ampliano il concetto musicale, arricchendolo e completandone il Messaggio. Noi di MelodicRock.it c’eravamo e vi facciamo il sunto della serata.
Per il debutto della loro opera rock Bushido i Perfect View scelgono la cornice del teatro Michelangelo di Modena, città natale di alcuni componenti del gruppo. Ad aprire la serata ci pensano le ERISU, prima formazione Alternative Idol nata in Europa sulla scia delle Alt Idol giapponesi. La musica proposta dalle quattro ragazze è piuttosto inconsueta soprattutto per il panorama italiano. Si tratta infatti di una miscela di metal, prog, e gothic rock ispirato al culto della dea Eris, cantato in una lingua arcaica e accompagnato da suggestive coreografie. Dopo una ventina di minuti di esibizione tocca ai Perfect View introdurci all’interno del loro concept album dedicato al mondo dei samurai. La storia narra di un giovane guerriero affetto da disabilità che attraverso il coraggio e la perseveranza insegue il sogno di diventare un valoroso combattente come suo nonno. I ragazzi appaiono subito in forma smagliante riuscendo a coinvolgere il pubblico sin dalle prime note dell’opener Birth. Mentre una voce fuori campo racconta l’evoluzione e le vicissitudini della vita del piccolo eroe consentendo allo spettatore di seguire la trama del racconto, la band sfodera una prestazione musicale con i controfiocchi. Sugli scudi la voce di Damiano Libianchi (new entry della formazione emiliana) che si amalgama alla perfezione col genere proposto. Dal punto di vista delle composizioni non siamo di fronte al classico AOR a cui eravamo abituati nelle precedenti uscite ma ad un hard rock melodico con venature prog molto più adatto al tipo di struttura dell’opera rock. Tra le tracce più apprezzate possiamo segnalare sicuramente la trascinante ed immediata Integrity e la splendida ballata Family al termine della quale entrano in scena quattro spadaccini di Kumitachi della scuola di Aikido (Carpi). Entriamo così nella seconda parte dello show dove tracce come Respect, Compassion e Honestly scorrono via in maniera estremamente piacevole traghettandoci verso il gran finale affidato alle granitiche Courage e Loyalty a chiudere uno spettacolo ben confezionato, compatto, convincente ed emozionale. Scorrono i titoli di coda e la band torna sul palco al gran completo per ricevere i meritati appalusi da parte di una platea sicuramente pienamente appagata.
Se volete leggere la recensione del disco la trovate Qui.
Qui sotto un piccolo video con un estratto dallo spettacolo:
PERFECT VIEW family live at teatro michelangelo (modena italy) venedi 27 ottobre 2023 – YouTube
05 Settembre 2023 5 Commenti Giulio Burato
Il 5 agosto nel suggestivo Castello di Desenzano sul Garda (BS), in pieno centro storico, con scorcio sul lago di Garda, lato destro del palco, hanno suonato gli straripanti Heroes and Monsters nella loro ultima tappa del tour estivo 2023.
Di fronte, purtroppo, ad uno sparuto gruppo di fans (circa 500 persone) il concerto è stato aperto da delle giovanissime promesse di una scuola di musica locale, grazie al direttore artistico Mario Chiesa. I bravi ragazzi hanno ammaliato la platea con delle perle del hard rock come “Welcome To The Jungle” dei Guns N’ Roses che, poi, manco a farlo apposta, è stata replicata anche da Stef Burns e soci.
Mezz’ora prima dell’ingresso degli headliner di giornata sono saliti sul palco i bresciani Rosco Dunn che hanno proposto un vigoroso hard rock, cantato in italiano, con venature melodiche. I cinque ragazzi lombardi meritano spazio nelle radio nazionali per qualità compositiva e di arrangiamenti; un plauso sincero alla loro proposta musicale live.
Alle 21:05 sono saliti sul palco Todd Kerns (Slash e Toque), Will Hunt (Evanescence) e il gia’ citato Stef Burns (Vasco Rossi).
Il trio trasudava carisma da tutti i pori; la folta e folle chioma di Hunt spadroneggiava dietro le pelli, mentre il basso pulsante del gigante-vocalist Kerns e l’ascia infocata di Burns, simpaticamente, si alternavano a differenze altezze di microfoni.
Buona parte del concerto è stato incentrato ovviamente sul loro omonimo album di esordio, uscito a inizio 2023 tramite Frontiers (qui la recensione).
Dal recente singolo “Blame” alla ruvida “Raw power”, alle più melodiche “Angels never sleep” e “Don t tell me I’m wrong”, queste ultime acclamate e cantate dal pubblico.
A completamento del concerto, durato quasi cento minuti, sono state suonate alcune cover tra cui mi sento di ricordare la funambolica “No one knows” dei Queen of stone Age e la roboante “Kickstart my heart” dei Motley Crue che hanno suggellato un’ottima prestazione live la quale avrebbe meritato la presenza di tutti i vacanzieri assenti all’evento.
Contento di aver partecipato ed essere stato di fronte a dei veri e propri “eroi e mostri” dell’hard rock contemporaneo. Chapeau.
Ps: ringrazio @Jennifer per il supporto al concerto
09 Luglio 2023 0 Commenti Denis Abello
Quarant’anni di Vita si portano dietro sogni, speranze, successi ma anche delusioni!
Un po’ come la Vita degli storici Elektradrive che, arrivati all’onorevole traguardo di quarant’anni di carriera, si portano dietro un bagaglio in cui sogni, speranze e successi si sono incrociate con forse la delusione di non essere riusciti a raccogliere quanto probabilmente avrebbero meritato.
Indubbio però che un pezzo importante della storia dell’AOR, anche se il vestito del solo AOR va stretto per descrivere il sound degli Elektradrive, passa per la band di Torino.
1983, Elio Maugeri alla voce, Simone Falovo alla chitarra, Eugenio Manassero alle tastiere, Stefano Turolla al basso e Alex Jorio alla batteria, partendo dalle ceneri degli Overdrive danno vita agli Elektradrive.
I primi pezzi, più tirati, finiranno su diverse compilation e inizieranno a far conoscere i nostri in giro fino alla pubblicazione dell’album Over The Space (1986).
Sarà però il secondo album “Due” (1989) a mettere in chiaro le capacità della band tanto che nel 1990 i cinque ragazzi di Torino voleranno a Los Angeles per alcuni concerti. Il successivo album Big City (1993) diventa un’altra perla dell’AOR / Hard Rock made in Italy. Bisognerà attendere però il 2009 per rivedere il nome Elektradrive su di un disco che porta il titolo di Living 4.
Si vola quindi a questo 2023 dove Simone Favolo (chitarrista) decide di riunire la band per un concerto evento in formazione originale!
Quello che è successo nella serata del 23 giugno scorso tra le mura del bel Mc Ryan’s di Moncalieri (Torino) ve lo stiamo per raccontare!
Basta varcare la soglia del Mc Ryan’s per rendersi conto dell’aria frizzante che si respira, che poi è quella dei Grandi Eventi.
Già, perchè non dimentichiamoci che i 40 anni di un pezzo di storia dell’AOR firmato Italia, non può che essere un grande evento! Resta però l’incognita di una band che bene o male è probabilmente ferma al palo, parlando di live, da qualche annetto e per quanto gli Elektarive hanno sempre saputo stupire le primavere sono volate anche sulle loro spalle e la domanda se i nostri sapranno ancora “reggere” il palco, per quanto gelida e fredda possa sembrare, è più che lecita!
Così, nel mentre che l’attesa fa salire l’adrenalina e i dubbi si mescolano alla voglia di vedere per la prima volta i Torinesi dal vivo, si investe il tempo tra chiacchiere con vecchi amici e qualche birra… ed il bello dei live sta anche in questo.
Arrivano le 22:00 e dopo i saluti di rito gli Elektradrive, quasi avessero intuito i miei timori, scaricano sul pubblico accorso una mitragliata di note hard rock dando fuoco alle polveri dell’evento con il brano Secret of the holy grave.
Tre cose sono subito chiare! La prima è che la Band c’è (“Sti cazzi” se c’è!), la seconda è che questa sera stiamo per ricevere una lezione su come si gestisce il palco da Artisti navigati e la terza è che… Zio Bono, ma che Voce ha Elio Maugeri??? E’ stata tenuta in naftalina e tirata fuori per l’occasione???
40 anni di carriera e la potenza, la carica, l’emozione e lo stile di questo Cavallo di Razza Vocale sono ancora tutti li!
Lo ammetto, sono Impressionato!
A tutto questo aggiungiamo dei suoni perfetti che difficilmente si trovano a questi livelli e capirete come ormai ero elettrizzato. Mi sentivo come un bambino appena varcata la soglia di Dysneyland, e la mia Disneyland questa sera porta il nome di brani come St. Valentine’s Day, la splendida A Man That Got No Heart (tratte da Due), Big City e Lucille (dall’album Big City), la toccante Pain (Living 4)… la pelle è smossa dai brividi di star vivendo una serata magica e l’euforia prende il sopravvento e vedendo in giro direi che non sono l’unico in questo stato!
Gli Elektradrive non fanno più prigionieri ed il pubblico è conquistato! Dopo aver allentato il tiro con le acustiche ed intense Dream on e Still remember piazzano un utimo colpo con Pain e si prendono una pausa (come i Dream Theater! 🙂 ).
Seconda parte del concerto e non si molla un colpo. Si riparte con Big City e si scorre nuovamente buona parte della carriera dei Torinesi con le note di brani come Big City, Escape From the rock, Living 4 che viaggiano veloci attraverso l’alchimia che profuma di vecchia amicizia che si è creata sul palco.
Idealmente il concerto si chiuderebbe qui ma la fame del pubblico non è ancora placata e resta il tempo per bissare la serata sulle note di time Machine e Fly High che idealmente si piazza come “speranza” per questi Vintage Rocker che questa sera hanno saputo dare dimostrazione di cosa vuol dire buttare Anima e Passione sulle assi di un palco!
Serata da incorniciare… e il 23 giugno 2023 si è scritta una, forse piccola, pagina della storia dell’AOR ma, per quanto piccola, di valore Assoluto.
Bentornati Elektradrive, ci siete mancati!
Tracklist
1 – Secret of the holy grave
2 – Lord of the rings
3 – Future Lady
4 – Brainstorm
5 – Winner
6 – St. Valentine’s Day
7 – A man that got no heart
8 – Dream on – Still remember
9 – Pain
10 – Big city
11 – Riot of the young guns
12 – Lucille
13 – Snake ’92
14 – Escape from the Rock
15 – Evil empire
16 – Living 4
17 – Feed the ground
18 – Dirty war of bloody angels
19 – Back on the road
20 – Time Machine
21 – Fly High
PHOTO GALLERY
22 Aprile 2023 0 Commenti Denis Abello
Serata atipica per il sottoscritto quella del Punka Rolla Vol.3 in quel di Caramagna Piemonte. Organizzata da dei giovani Punk Rocker della zona l’evento porterà sul palco tanto trash metal e in chiusura una ventata di sano hard rock stradaiolo con i nostrani BAD BONES.
Neanche da dire ma noi eravamo li più che altro per i Bad Bones ma nonostante questo, e non essendo io particolarmente amante del genere, ho comunque apprezzato in apertura band valide come ALLTHENIKO, LILITH LEGACY e ALCHEMIST.
Se Alchemist e Alltheniko hanno già il loro bel seguito mi ha soprattutto galvanizzato la presenza di una band di giovanissimi come i Lilith Legacy, dediti ad un trash metal spinto. Oltre a questo molti ragazzi giovanissimi anche nel pubblico! C’è ancora speranza gente!
Andiamo però diretti a quello che per noi è il clou della serata, i BAD BONES! Tornati ad essere un power trio come agli esordi, anzi la formazione è proprio quella degli esordi, i nostri perdono per strada ogni velleità più “soft” che in parte contraddistingueva gli album Demolition Derby (2016) e High Roller (2018) e tornano a quell’hard rock sporco e stradaiolo dei loro primi passi.
CHE BOTTA GENTE! Se su disco i BAD BONES possono dire la loro (ascoltatevi il loro ultimo album Hasta el Final, qui la nostra recensione) è sul palco che questi ragazzacci sono destinati a stare. Storie di vita da band underground si fondono nel sound di questi tre amici indemoniati. La sezione ritmica composta dai fratelli Steve (basso) e Lele (batteria) Balocco supporta l’istrionico Mekk (voce e chitarra) in un turbinio di storie e racconti che fanno da intermezzo ad una svalangata di note Hard Rock / Blues sporche e grezze che vengono lanciate in faccia al pubblico con sicurezza e perizia che solo chi sale e scende perennemente da un palco è in grado di fare.
Lo show è assicurato e l’alchimia della band è di quelle che si scrivono macinando chilometri di vita e strada insieme! Lo spettacolo da ampia visibilità ai pezzi dell’ultimo album inserendo alcune cover e piccole chicche dal passato della band!
Quando finisce uno show dei BAD BONES ti senti dentro più sporco, meschino e cattivo ma dannatamente più sincero con te stesso! Quello dei Bad Bones è un vero spettacolo di Note e Storie di Vita che vale la pena vedere! Hasta El Final Gente!
08 Novembre 2022 0 Commenti Denis Abello
Ci sono cose di cui la prima volta non si scorda mai… vedere dal vivo Pino Scotto rientra sicuramente tra queste!
Mea Culpa quindi, perchè arrivo ai 42 anni e quella del 29 ottobre è stata la prima volta che ho messo le chiappe sul sedile di un’auto per andare a vedere quel mattatore di Scotto sventrare i muri del Peocio (sempre grande il Peocio!) di Trofarello a Torino!
Ex voce dei Vanadium, una prolifica carriera solista e volto noto di RockTv. Personaggio diretto, sincero e spesso sopra le righe, piaccia o non piaccia il nostro è sicuramente uno a cui si possono dire contro tante cose ma che nella sua carriera è sempre stato coerente con il suo pensiero!
Si parte in apertura di serata con i liguri Mr Sleazy, da subito una gran sorpresa! Dediti ad un hard rock melodico e stradaiolo anni ’80! Portano in scena alcune cover e pezzi originali, tra cui da segnalare la toccante interpretazione di In a Darkened Room degli Skid Row ed il loro pezzo originale Love Me or Kill Me. Ottima voce sorretta da una band veramente in palla e in gran tiro con tanto di ballerina/corista a siglare uno spettacolo coinvolgente e riuscito! Bravi e da rivedere al più presto!
Si arriva così al clou della serata con Pino Scotto che, dopo i saluti di rito nel suo stile diretto e pungente, parte a mille con Don’t Waste Your Time dal suo nuovo album Dog Eat Dog… ed è subito chiaro che questa sera non si fanno prigionieri, tutti nella fossa del Rock’n Roll a sbracciarsi e divertirsi con il vecchio Leone del Rock Italiano!
La voce porta i chiari segni del tempo ma la tempra e l’energia che sprigiona ancora Scotto sul palco dovrebbero essere da esempio per molte nuove leve. Una notevole sezione ritmica (Luca Mazzucconi alla batteria e GianAntonio Felice al basso) e la chitarra precisa e affilita di Steve Volta fanno da cornice all’esuberante serata che questo “vero” Rocker sa regalare.
Così tra brani vecchi e nuovi della sua carrira solista, un’incursione in terra “Vanadium” con la bella Don’t Be Looking Back e una chiusura “omaggio”, la cover Stone Dead Forever, al grande Lemmy Kilmister dei Motorhead la serata scorre via veloce!
Una bella serata di sano Rock in compagnia di un “vecchio amico” quella che Pino e band sanno regalare! Fatevi un piacere, il tour di Scotto dura fino a fine anno e se per caso capita nelle vostre zone non perdetevi lo Spettacolo di quello che forse è l’unico vero personaggio Italiano che possa meritatamente portare tatuato a pelle il marchio del “Rocker”!
26 Maggio 2022 0 Commenti Denis Abello
Primo concerto dopo un fermo di due anni causa, ormai lo sappiamo tutti, Covid e altre “beghe” familiari (l’arrivo di una figlia cambia, e di molto, le carte in tavola 😀 ).
Si riparte da quella che, per chi come il sottoscritto se la gioca tra Torino e paesi limitrofi (nel mio caso Cuneo), è una seconda casa, ovvero il Peocio di Trofarello dove questa sera ci delizierà sul palco nientemeno che un chitarrista fenomenale come Vinnie Moore.
Attualmente in forze agli UFO e precedentemente nella line up dei Vicious Rumors oltre a partecipazioni e collaborazioni con Alice Cooper e Kee Marcello, Vinnie può essere sicuramente annoverato tra i migliori Chitarristi “Shred” che da metà anni ’80 si sono imposti sul panorama internazionale.
Con una grande carriera solista alle spalle e forte di una tecnica di alto livello in grado di unire con il suo tocco potenza e melodia della chitarra questa sera il buon Vinnie avrà il compito di cercare di convincere della bontà di un concerto strumentale anche un “Amante della Voce” (ovvero, sul palco per me serve qualcuno che canti) come me!
Dispiace causa tempistiche aver praticamente perso tutto lo spettacolo in apertura di Tara Lynch che, per quel poco che ho visto e sentito, valeva sicuramente la pena… nodo al fazzoletto per la prossima volta che la gentilissima Tara, con cui ho avuto modo di scambiare qualche parola dopo il concerto, farà tappa su suolo italico.
Tempo di sistemare la strumentazione e si parte subito con un classico come Daydream ripreso dall’album Mind’s Eye e da qui si capisce il livello della serata… Vinnie è a dir poco FENOMENALE e le sue dita si muovono sulle corde con la stessa facilità con cui Ayrton Senna era in grado di muoversi nelle strette e tortuose curve di Monte Carlo, roba non da tutti per intenderci.
Si cavalca la carriera del nostro virtuoso in lungo e in largo continuando sulle note di With the Flow (Out Of Nowhere, 1996), The Maze dall’album omonimo del 1999 e via continuando in un crescendo di emozioni e bravura che potremo tranquillamente definire di un altro pianeta. Con Rain (The Maze, 1999) si tocca uno dei momenti più emozionati dell’esibizione, pezzo strumentale veramente toccante che chi non lo conosce invito caldamente all’ascolto. Un concerto articolato che vede brani pescati un po’ da tutta la sua carriera con una buona fetta di pezzi recuperati da Meltdown (1991), come l’accurata esecuzione di Check It Out, e Mind’s Eye (1986) oltre che da Out Of Nowhere (1996) con la bellissima e blueseggiante Time Traveler, Time Odyssey (1998) con l’esecuzione di Morning Star e anche l’ultimo lavoro Soul Shifter (2019) con i singoli Same Sun Shine e Kung Fu Grip.
La bravura di Vinnie è ampiamente confermata quindi dall’esibizione nelle intime mura del Peocio. Grande Tecnica che però non si perde mai nell’autocelebrazione regalando brani di gran gusto. Una nota di merito per la serata va anche al supporto dato dall’ottima band (tutta italiana) che Moore si sta portando in tour. Emiliano Tessitore alla chitarra, Francesco Caporaletti al basso e Roberto Pirami alla batteria cesellano una cornice di alta fattura al magnifico quadro di note che questa sera Vinnie Moore è stato in grado di regalarci.
Se capita dalle vostre parti non pensateci due volte e fatevi rapire dal Talento di questo grande Artista e dalla sua band!