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Recensione

85/100

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Soren Andersen – Constant Replay – recensione

26 Giugno 2012 1 Commento Denis Abello

genere: Hard Rock
anno: 2011
etichetta: Target Records

Tracklist:

01. Song About You *
02. Glitterworld *
03. Black Lady
04. Lavender in My Calender *
05. So Many Faces *
06. Cold Shock
07. Leave Me Alone
08. Catch Me If You Can
09. The Letter *
10. California Girl
11. Time To Time *
12. Bad Luck *

* migliori canzoni

Formazione:

Soren Andersen: Voce, Chitarra, Basso, Tastiere

Ospiti:

Jesper Edvardsen, Frederik Bokkenheuser, Martin Krarup, Mikkel Riber, Asger Moller, Lars Andresen, Thomas Carlsen, Marc Andersson, Nik Storr

 

Ci sono artisti e ci sono Artisti (con la A maiuscola). Potrei dirvi che Soren Andresen è un chitarrista, autore, produttore di origini danesi, che nella sua lunga carriera ha lavorato con artisti come Mike Tramp, Glenn Hughes, Oliver Weers, Joe Bonamassa, Jason Bonham, Dave Mustaine e Billy Sheehan o ancora che ha passato gli ultimi vent’anni dividendosi tra studio e date live in giro per il mondo o infine che è diventato coproprietario dei Medley Studios di Copenhagen.
In realtà però non vi dirò niente di tutto questo perchè a voi basterà sapere che quello che ci troviamo tra le mani, Constant Replay, è il suo primo album solista in cui lui suona praticamente qualsiasi cosa e che Soren Andersen è sicuramente un Artista con la A maiuscola…

…e la sua A maiuscola in questo caso se la conquista sul piano musicale! Si parte con la up tempo Song About You che, se ci porta la solita ottima chitarra del danese, ancor di più stupisce per la sua voce, calda, trascendente e maledettamete trascinante. Notevole anche la successiva Glitterword, una sparata tutta velocità cavalcando una chitarra in stato di grazia il tutto condito da un assolo notevole.
Cambio di rotta su Black Lady e sul suo “Funky Dark” per poi inchiodarci nuovamente sulle note di Lavender in My Calender, altro up tempo degno di nota. Si smorzano i toni sulle note suadenti di So Many Faces, non una ballata ma un lento simil blues di grande spessore in cui ancora una volta l’accoppiata chitarra/voce segna punti a go go…
A risvegliarci dal torpore ci pensa la sirena di Cold Shock che lancia un rock roccioso ed energico che letteralmente trapassa i sensi. Altro giro altro cambio e ci troviamo in compagnia del funky rock di Leave Me Alone per proseguire con il rock settantiano di Catch Me If You Can.
Si toccano le sponde del rock melodico con The Letter in cui riecheggiano vaghi ricordi del miglior Mike Tramp per finire a parlare di hard rock con California Girl. Notevole Time to Time esi chiude il sipario con il groove di Bad Luck.

IN CONCLUSIONE

Ha la classe, l’aspetto da figo sciupafemmine ma di quelli che piacciono anche alle mamme, suona la chitarra come se nella sua vita avesse imparato prima a fare quello (e a farlo maledettamente bene) e poi ad andare in bicicletta ed è riuscito a tirare fuori dal cappello un disco con non segue nessuno stile o stilema di sorta ma che suona sincero dalla prima all’ultima nota con in più la menzione di una voce che è una scoperta ed il merito di una produzione che rasenta la perfezione.
Manca forse una vera ballata a chiudere il cerchio, e con quella voce e chitarra è quasi un delitto non averla inclusa nel lotto, ma non ci sono dubbi che Soren Andersen sia da annoverare tra gli Artisti attuali che possono vantare una A maiuscola come primo punto del loro curriculum.

© 2012 – 2018, Denis Abello. All rights reserved.

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