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10 Giugno 2012 3 Commenti Lorenzo Pietra
genere: Melodic Rock
anno: 2012
etichetta: AOR Heaven
Tracklist:
01. Can’t Live Without You
02. Mountain Of Love
03. Slippin’ Away
04. Livin’ In The Night
05. Tokyo
06. Don’t Wanna See Your Face
07. Higher
08. Here In My Arms
09. Still Got A Long Way To Go
10. Take Me Today
11. When The Night Comes Down
Formazione:
Klaus Luley – Voce / Chitarra / Tastiere
Chris Elbers – Basso
Matthias Rethmann – Batteria
Michael Voss – Cori / Tastiere
Si parte forte con Can’t Live Without You, dove le tastiere in primo piano dettano il ritmo e un tappeto di chitarre porta al ritornello in stile Whitesnake. Mountain Of Love ci porta su sentieri aor, tastiera in sottofondo e cori devoti ai Foreigner. Slippin’Away è un rock energetico, canzone molto carismatica, che si avvicina all’hard rock con le sue chitarre grintose, un refrain coinvolgente e un gran assolo. Uno dei migliori pezzi dell’album. Livin’ In The Night è la prima ballad, con il suo intro dolce e molto bluesy, la voce roca di Klaus e un sound che ci riporta ai migliori Scorpions. La successiva Tokyo, remake della sua hit datata 1981,suona molto più moderna senza comunque perdere mordente, ottimo episodio. Don’t Wanna See Your Face è un mix di hard rock roccioso tra Bonfire e Mad Max, melodico nel refrain, frizzante e incalzante nella parte suonata. Higher è il tributo ai Toto; tappeto di tastiere avvolte in un sound aor di alta classe, dove la parte ritmica la fa da padrona. Here In My Arms ritorna su binari blues/rock, con le guitars che sembrano parlare e suoni misti tra Scorpions e Whitesnake, sempre molto melodici. Still Got A Long Way To Go parla l’hardrock ottantiano, la sezione ritmica grintosa e cattiva si avvicina ancora una volta al classico rock teutonico, il refrain pieno di cori e tastiere risalta ancora di più il pezzo. Take Me Today invece suona molto Europe; tastiere in primo piano e chitarre trascinanti, la song però stenta a decollare a causa di un ritornello poco incisivo. Si chiude con When The Night Comes Down, che nei suoi 5 minuti riassume l’album; inizio con tante keys e chitarre, refrain molto hard e assolo con echi Whitesnake…
IN CONCLUSIONE:
Klaus Luley si riscopre grande songwriter, il suo ritorno porta freschezza e buone canzoni; il disco scorre che è un piacere e sento di consigliarlo ai fan del rock europeo anni 80.
© 2012 – 2018, Lorenzo Pietra. All rights reserved.
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