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31 Dicembre 2024 Comment Stefano Gottardi
genere: Hard 'n' Heavy
anno: 2024
etichetta: MNRK Heavy
Tracklist:
1. Forbidden Zone
2. Feel The Zeal
3. Be Free
4. My First Peak
5. Made Her Mine
6. Banned
7. Carnal Liberation
8. Free Yourself
9. Bare To The Bones
10. Make Us Proud
11. Pleasure From Pain
12. Father I Have Sinned
13. The Dark Messiah
Formazione:
Lilith - Voce
Lamia - Chitarra
Nixe - Basso
Abrahel - Batteria
Ospiti:
The Dark Messiah - Voce ("Make Us Proud")
Contatti:
https://officialdogma.com
https://www.facebook.com/theofficialdogma
https://www.instagram.com/officialdogma
Dopo un po’ di mesi mi trovo a scrivere un altro capitolo della saga de l’umile “scribacchino”, che, così come ai tempi di Sanguivore dei Creeper (leggi qui la recensione), mi vede impegnato a parlarvi di un nuovo infatuamento musicale.
L’esordio delle Dogma, un lavoro forse non recentissimo ma che, complici una promozione ed una distribuzione non proprio capillari (quantomeno in territorio europeo), qualcuno di voi affezionati lettori potrebbe essersi perso. Di questo gruppo si è cominciato ad avere notizia nella tarda primavera del 2021, quando la prima immagine ufficiale è circolata sui loro profili social mostrando quattro avvenenti suore con tanto di face painting ed un look non propriamente convenzionale, che rispondevano ai nomi di Lilith (voce), Lamia (chitarra), Nixe (basso) e Abrahel (batteria). Nel marzo dell’anno successivo è invece giunta notizia della firma per la casa discografica americana MNRK Heavy, una grossa indie distribuita da Universal, che annovera fra le proprie fila artisti del calibro di Ace Frehley, Black Label Society, Crowbar, Judas Priest, Pop Evil e Zakk Wylde.
A distanza di pochi giorni il primo singolo “Father I Have Sinned”, accompagnato da un video, è apparso sul World Wide Web. La clip, aperta dal rintocco delle campane, ci porta all’interno di un monastero dove le nostre sexy sorelle se la cantano e se la suonano appassionatamente. Nel mentre, Lilith confessa i propri peccati ad un ignaro sacerdote, che ben presto diventa suo malgrado diretto protagonista degli stessi. Musicalmente si tratta di un robusto hard rock dalle atmosfere cupe ma addolcito da un ritornello irresistibile, che forse potrebbe portare alla mente i Ghost di “Square Hammer”. Il growl conclusivo è una sorpresa, la firma posta in calce ad un biglietto da visita decisamente accattivante.
Bisognerà aspettare la metà del 2023 per ascoltare nuova musica: l’opportunità la fornisce il video di “My First Peak”, in cui le suore sataniche interagiscono direttamente con il loro datore di lavoro, ottenendo il lasciapassare per proseguire la propria opera di blasfemia. A livello sonoro il pezzo riprende le coordinate del singolo d’esordio, aggiungendo persino una vena pop nel finale.
Stavolta bastano due mesi per sentire qualcos’altro. In “Forbidden Zone”, un brano strutturalmente un po’ più heavy, la melodia la fa ancora da padrone, anche grazie all’ennesimo refrain azzeccato. Dopo tre singoli di qualità, ed un altro videoclip sulla falsariga dei precedenti, il messaggio delle Dogma – seppur criptico – mette perfettamente a fuoco le intenzioni del quartetto, che cita un’altra volta i Ghost riuscendo però a mostrare sprazzi di spiccata personalità.
Ad Ottobre esce poi “Carnal Liberation”, sempre accompagnato da un video, senza dubbio quello dove la nostra Lilith osa di più, portando sulla cattiva strada un gruppo di devoti. Il pezzo, un heavy rock caratterizzato dal solito ritornello martellante, è il quinto centro consecutivo.
Il 17 Novembre vede finalmente la luce il debut album, nella sola versione digitale, abbinato al videoclip di “Made Her Mine”. Inutile dire che canzone (una cavalcata heavy e melodica) e video colpiscono ancora una volta nel segno. Il resto del materiale si conferma in linea e all’altezza di quanto ascoltato fino a quel momento, mostrando come punti di forza il songwriting e la concretezza dei brani stessi, eseguiti con padronanza dei propri mezzi e forte determinazione. Difficile individuare i picchi, perché oltre ai singoli già noti anche quasi tutte le altre canzoni del disco riescono a spiccare, ma forse si potrebbero citare in particolar modo le più catchy “Feel The Zeal” e “Bare To The Bones”.
Sul finale emerge l’oscura figura di The Dark Messiah: accreditato come uno dei songwtiter assieme agli altrettanto misteriosi The Light Messiah e The Dusk Messiah, la sua voce appare sul tempo medio “Make Us Proud”, mentre il brano posto in chiusura porta addirittura il suo nome.
Nell’estate del 2024 l’album è uscito anche in versione fisica, vinile e CD. Quest’ultimo vanta l’aggiunta esclusiva di due tracce extra: la lenta “Be Free” e il quasi tango “Banned”, probabilmente due b-sides che nulla tolgono ad un debutto strepitoso. La release, presumibilmente preparata ad hoc, è stata supportata dal primo tour della band che lo scorso Luglio ha toccato il Sudamerica e a Novembre gli Stati Uniti. Per queste date il gruppo ha aggiunto una seconda chitarrista: l’enigmatica Rusalka, successivamente confermata nella formazione “titolare” che ha da poco rilasciato la cover di “Like A Prayer” di Madonna, accompagnata dal solito esplicito video che in questo caso cita in maniera diretta quello originale.
IN CONCLUSIONE
Un disco da ascoltare a più riprese ed una band che, dopo la sopraccitata cover, sarà chiamata alla prova del fuoco: per bissare un esordio memorabile come questo dovrà essere capace di raggiungere quantomeno lo stesso livello di qualità. Fra un peccato e l’altro, Lilith e la sua congrega di suore discinte e disinibite riusciranno nell’impresa? Chi vivrà vedrà.
© 2024 – 2025, Stefano Gottardi. All rights reserved.
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