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Powell-Payne – Voilà – Recensione

06 Dicembre 2024 1 Commento Samuele Mannini

genere: AOR
anno: 2024
etichetta: Frontiers

Tracklist:

Better Days
No Escape
Voices
The Storm
Staring At The Sun
Girl Like You
Questions
Fly High
Taking Back Yesterday
Distance Between Us
All For Love

Formazione:

Adam Payne - Vocals
Mark Powell - Drums
Aydan Watkins - Guitar
Alex Anderson - Bass

 

Powell-Payne è una band gallese formata da quattro talentuosi musicisti. Fondata nel 2022 da Mark Powell (ex batterista dei Psycho Kiss) e Adam Payne (ex-cantante degli Airrace), la band ha iniziato il suo viaggio con l’obiettivo di creare una canzone speciale dedicata ai loro cari scomparsi. Durante il processo creativo, Mark e Adam hanno scoperto una straordinaria sintonia, che li ha portati a collaborare con altri musicisti per dare vita a un intero album. Questo è in estrema sintesi ciò che l’etichetta discografica dichiara a proposito della nascita di questo progetto.

Passando alla musica, “Voilà”, offre un viaggio nostalgico nel sound classico dell’Adult Oriented Rock, ma non riesce a distinguersi completamente nel panorama musicale attuale. Sebbene le performance musicali siano generalmente apprezzabili e il disco si lasci ascoltare gradevolmente, emergono a mio modesto parere alcuni punti deboli che non possono essere ignorati.

Nonostante “Better Days” e “No Escape” siano tracce di apertura accattivanti e piene di hook melodici, l’album soffre di una marcata sensazione di déjà vu. Le composizioni aderiscono eccessivamente ai canoni classici dell’Hard Rock e dell’AOR degli anni ’80, risultando in una mancanza di originalità che fa sembrare molte canzoni un mero esercizio di stile. Ad esempio, il rock and roll alla Crue di “Voices” è efficace, ma non coinvolgente; l’hard blues Thunderiano di “Questions” è piacevole, ma odora di già sentito al primo giro di accordi; infine, la ballata “Distance Between Us”, pur essendo di ottima fattura, richiama troppo da vicino le atmosfere del Richard Marx d’annata.

Un altro aspetto critico è, a mio avviso, la produzione dell’album, che mi lascia alquanto titubante, almeno nella versione che ho avuto modo di ascoltare. Il suono appare chiuso e velato, con il canale sinistro non perfettamente bilanciato sulle frequenze più alte. Sebbene gli arrangiamenti siano accurati e le performance di buon livello, l’ottima voce di Adam Payne non riesce sempre ad emergere nel modo migliore, e le chitarre di Aydan Watkins, seppur taglienti e melodiche, a volte vengono sommerse da un mix poco equilibrato. Sottolineo che potrebbe trattarsi di una mia impressione personale o magari i file che mi sono stati inviati non sono la versione definitiva, ma questo è ciò che ho percepito e desidero condividerlo con voi.

In definitiva, “Voilà” è un album che ha il potenziale per piacere ai nostalgici dell’AOR, pur faticando ad offrire qualcosa di veramente distintivo. Sarà l’ascoltatore a dover decidere se il disco vale la pena di essere acquistato, io ne consiglio comunque l’ascolto perché il potenziale c’è e magari, rotti gli indugi, il prossimo disco ci potrebbe regalare grosse sorprese.

 

© 2024, Samuele Mannini. All rights reserved.

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