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31 Maggio 2024 0 Commenti Massimiliano MaxAor Carli
Nel 1987, quattro ragazzini della California e uno dell’Alabama che lavoravano in varie band si unirono per formare i Rare Touch, che iniziarono da subito a fare gavetta nei vari locali della Strip – come Roxy, Whisky A Go-Go, Gazzarri e Troubadour – condividendo il palco con act quali Julliet, Southgang, Harlot e molti altri, che stavano perseguendo lo stesso sogno.
Cinque ragazzini che camminavano per le strade di Hollywood, attaccavano poster e volantini ovunque e si affrettavano in prima persona a vendere i biglietti per riempire i club, per farsi vedere e ascoltare. È una storia certo comune per i musicisti di Los Angeles di quel periodo, ma certamente meno per uno dell’Alabama.
Nonostante il talento e l’energia on stage, il gruppo non decollò mai e tutto svanì in una bolla di sapone. Fortunatamente però, prima di sciogliersi i Rare Touch entrarono nei DM3 Studios nell’Autunno del 1991 e registrarono le tracce per un album che le mutevoli maree musicali non avrebbero mai permesso di emergere.
Quelle canzoni furono affinate da centinaia di spettacoli e migliaia di risate dei ragazzi, e combinavano la voce forte e grintosa di Phil Maldonado, le twin guitars di Trevor Stevens e Frankie Oliveri e la solida sezione ritmica di Bradley Curtis e Dante Pacifici.
Trenta e più anni dopo, l’eredità dei Rare Touch vive con questa raccolta di pezzi mai pubblicati prima grazie ad Eonian Records; online il video del brano Badlandz.
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