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17 Aprile 2024 2 Commenti Samuele Mannini
genere: Hard Rock
anno: 1989
etichetta: Polydor
ristampe:
Tracklist:
Do You Like It (Kottak, Stag, Steier, Wolf) 3:39
Who Do You Love (Frank, Wolf, Wolff) 4:13
The Wind (Frank, Stag, Wolf, Wolff) 5:00
Gotta Go (Can't Wage a War) (Kottak, Wolf) 4:25
Highway 6 (Frank, Kottak, Stag, Steier, Wolf, Wolff) 5:51
Perfect 'O' (Frank, Steier, Wolf) 3:46
Just Like a Wild Rose (Wolf, Wolff) 4:31
Overrated (Frank, Steier, Wolf) 4:03
Mean Dirty Joe (Wolf, Wolff) 4:08
Stargazer (Frank, Stag, Steier, Wolf) 5:13
Formazione:
Lenny Wolf – voce
Danny Stag – chitarra solista
Rick Steier – chitarra ritmica
Johnny B. Frank – basso
James Kottak – batteria
Che, almeno, questo disco dei Kingdom Come debba essere presente in una collezione hard rock che si rispetti mi sembra persino lapalissiano, il dilemma è semmai come riuscire a giustificare il fatto che alcune band restino marchiate a fuoco da nomignoli malefici, mentre altre sembrino addirittura beneficiarne. Non vorrei addentrarmi in paragoni tra gruppi con sorti e benevolenze diverse, pur essendo tutti dei Led clones o derivati che durante gli anni sono apparsi sul mercato, ma farò solo l’esempio dei Greta Van Fleet, che a mio avviso, sono clonatori ben più spudorati di Lenny Wolf e soci e che hanno addirittura acquisito fama per questo, mentre i Kingdom Come sono stati letteralmente sepolti dal paragone… Mah, sono i misteri del music business.
Che poi, soprattutto il primo disco, sia estremamente zeppelin oriented, nessuno lo negherà mai, ma dove molti vedevano il plagio, io ho sempre visto la devozione ed in questo secondo In Your face si nota un evidente tentativo di discostarsi dall’ omaggio ad ogni costo, andando a toccare territori più votati al sound hard rock made in Usa, addirittura andando in qualche caso fino a fare qualche puntatina vicina al class metal di scuola Dokken.
Il disco parte a martello con Do You Like It, hard rock serrato ed avvincente che con un riff tutto sommato semplice, spacca subito il cervello. Who Do You Love gioca sulla sensuale interpretazione di Lenny e sull’alternanza tra riff e tastiere,mentre la seguente The Wind paga pegno al dirigibile formato kashmir. Gotta Go è forse più simile agli Whitesnake che agli Zeppelin ed il ritornello catchy fa da contrasto alla atmosfera crepuscolare che avvolge il brano. Higway 6 è il brano che non ti aspetti, americano fino al midollo, con un intro acustico che va a schiantarsi su una struttura torrida e tirata, in un’ ottica, come dicevo prima, vicina al class metal. Con Perfect O si ritorna a volare sul dirigibile, anche perché il riff portante è assolutamente made in Page. Just Like A Wild Rose è intrisa di blues e trasuda le atmosfere torride e polverose del midwest americano. Overrated è invece un semplice, ma efficace, arena rock e lascia il passo a Mean Dirty Joe, nuovamente zeppeliniana nel suo concetto. Chiude il disco l’ennesimo gioiellino, ovvero, Stargazer, che dopo un intro tastieristico fila via a 100 all’ora col piedino che patte il ritmo fino alla tallonite.
Non amo eccessivamente fare il track by track di un disco, ma in questo caso mi era funzionale a dimostrare che pur ovviamente presente, il richiamo agli Zeppelin non è assolutamente predominante, l’ispirazione viene pescata nello sterminato bacino dell’hard and blues, dove miriadi di band hanno attinto a piene mani, senza magari inventare nulla, ma donandoci, come in questo caso, emozioni a raffica. Da avere…passo e chiudo!
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