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14 Febbraio 2024 1 Commento Samuele Mannini
genere: Hard Rock
anno: 1990
etichetta: Geffen
ristampe:
Tracklist:
Come Along 4:59
Cat's Got Nine 4:21
Ring My Bell 3:27
Where The Sun Don't Shine 3:12
Spoonful 3:59
Just Like A Woman 6:15
Sim Sala Bim 0:41
Keep Me Down 3:51
Heave Hard (She Comes Easy) 4:38
Lonesome Fool 3:52
Slow Daze 3:59
Sacrifice Me 6:00
Nothin' But A Dream 3:17
Formazione:
Jimmi Bleacher:
Lead Vocals, Backing Vocals, Acoustic Guitar [6-string]
Pete Reveen:
Electric Guitar, Acoustic Guitar, Lap Steel Guitar, Backing Vocals, 5-String Banjo
Michael Hannon:
Bass, Backing Vocals
Khurt Maier:
Drums, Percussion
Un colpo e via, come accadde a tante band all’inizio dei novanta, la scena stava cambiando e le Major cannibalizzavano gruppi come se non ci fosse un domani ed altre amenità di cui abbiamo ripetutamente già discusso in altre occasioni.
Il ripescaggio di questo disco potrebbe anche fare discutere, perché ai tempi ci furono reazioni opposte tra chi lo adorò e chi lo stroncò senza pietà. Naturalmente, il qui presente scribacchino, fa parte della prima schiera, anche se non senza qualche iniziale incertezza. Il tratto distintivo della band, che salta subito all’orecchio, è infatti la voce al vetriolo di Jimmi Bleacher che mi risultò di difficile digestione, abituato com’ero alle voci calde, sensuali e pulite ascoltare uno latrare come un indemoniato dopo aver usato l’acqua ragia al posto del collutorio, fu un tantino problematico, anche se alla fine devo ammettere che dopo tanti ascolti, mai e poi mai vorrei che fosse cantato in maniera diversa. Il disco in questione, è un hard blues sporco e acido come non mai e questo modo di cantare, è esattamente quello che serve per rendere l’idea delle atmosfere viscerali e primigenie, tipicamente USA, che segnano ogni singola nota delle canzoni.
Questi quattro tamarrissimi ragazzacci ci regalano perle a ripetizione, pescando a piene mani e senza ritegno da ogni influenza blueseggiante proveniente dai seventies, e ci sentirete sicuramente rimandi agli Zeppelin ai Bad Company ed i primi Aerosmith, ma anche roba (a loro) più contemporanea come Tora Tora, Faster Pussycat o Kix e chi più ne ha più ne metta; il tutto naturalmente inacidito ed impolverato a dovere.
Un esempio? Prendete Spoonful, cover di Willie Dixon, sviscerata e rivoltata come un calzino fino a portarla a temperatura di fusione. Altri esempi? L’opener Come Along, è come prendere i Bang Tango ed i loro ritmi funkeggianti miscelarli agli ZZ Top più grezzi ed immergere tutto nell’acido fino a che non rimangano solo gli scheletri intrisi di blues. Continuo? Ecco allora Where The Sun Don’t Shine, vi piacciono i Badlands? Bene prendete un pezzo di Voodoo Highway, intamarratelo per bene, cantandolo a squarciagola come un lupo che ulula alla luna piena ed il gioco è fatto. Non mancano certo i pezzi easy e più lenti e vi citerò Sacrifice Me, dove il sound si fa più vicino ai Guns N’ Roses più sporchi e primitivi.
Insomma non vi farò certo un track by track, perché ritengo di essere stato minuzioso quanto basta nel descrivere quello che potrebbe palesarsi ai vostri padiglioni auricolari, qualora doveste decidere di scoprire (o riscoprire) questo disco, ovvero il rock and roll più vicino possibile alle proprie radici: sporco, grintoso e lascivo, esattamente come dovrebbe essere!
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