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Recensione

50/100

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Cobrakill – Serpent’s Kiss – Recensione

23 Gennaio 2024 Comment Vittorio Mortara

genere: Glam
anno: 2024
etichetta: Frontiers

Tracklist:

1 Above The Law
2 Bazooka
3 Concrete Jungle
4 Razor Blade
5 Monstrous
6 Same Ol’ Nasty Rock N’ Roll
7 Torture Me
8 Hungry Heart
9 Seventeen
10 Silent Running
11 Ride My Rocket
12 Velvet Snakeskin

Formazione:

Nick Adams - voce
Randy White - chitarre
Tommy Gun - chitarre
Crippler Ramirez - basso
Toby Ventura – batteria

 

I tedeschi Cobrakill qui hanno tentato di sfornare un album di glam metal sporco e primordiale, avendo nel mirino i Motley di “Too fast for love”. Ci sono riff grezzi, batteria roboante e voce da ‘paperella’ ad accompagnare testi sex drugs and rock’n’roll… Ma niente più. Il quintetto teutonico sembra non avere le idee chiarissime su come si componga una canzone nel genere. I pezzi sembrano, per la maggior parte, collages di idee prese qua e là tra i classici stradaioli degli anni 80. Spesso tutti paiono troppo presi a suonare grezzi e cattivi. Il batterista picchia sulle pelli come se non ci fosse un domani. Le linee vocali non trovano mai una vena che le renda abbastanza catchy. Gli assoli di chitarra sono sempre stridenti e concitati. In aggiunta, come se non bastasse, la produzione approssimativa non aiuta affatto a migliorare la situazione.
E allora, in questo calderone ribollente, risulta difficile pescare qualche buon pezzo. Magari la motorheadiana “Above the law”. Oppure la street “Same ol’ nasty rock’n’roll” e, perché no, la più riflessiva “Silent running”, dove vengono usati con un po’ più di senso i cori e le tastiere.
Insomma, il vuoto lasciato sulla scena glam dall’eclipsizzazione dei Crashdiet non è ancora stato colmato…

© 2024, Vittorio Mortara. All rights reserved.

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