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Recensione

60/100

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Joey Summer – One Bite From Paradise – Recensione

04 Marzo 2012 Comment Lorenzo Pietra

genere: Melodic Rock
anno: 2012
etichetta: Perris Records

Tracklist:

01. One Bite From Paradise *
02. Running Through The Night *
03. Addicted To Your Love
04. No Margin For Erro
05. Heaven To Earth (Featuring: Fredrik Bergh)
06. From Miles away
07. The Prize Of Love *
08. That's what I Am Waiting For
09. Sailor On The Moon
10. It's Only Your Love(2012)
11. Heaven To Heart Final
12. No One's Gonna Hurt Me Anymore (Featuring: Tommy Denander and Frédéric Slama) *

*migliori songs

Formazione:

Joey Summer: voce, chitarre, tastiere, basso
Daniel Lama: tastiere
Gerard Abdo: batteria

 

Alzi la mano chi si sarebbe immaginato che un brasiliano, di origine greche, con un nome americano, all’anagrafe Joey Summer, suonasse del melodic rock? Eppure questo cantautore ha già prodotto due album di discreta fattura. Con Nascer (2009) cantato tutto in portoghese e Written On The Horizon (2010), questa volta in inglese, si è fatto conoscere al pubblico senza però riuscire a lasciare il segno. Questo terzo lavoro intitolato One Bite From Paradise ricalca esattamente i precedenti album…. Joey Summer cerca di emulare artisti del calibro di Michael Bormann e Jeff Scott Soto in modo eccessivo; le sue doti vocali sono buone ma spesso poco espressive e di conseguenza le songs rimangono troppo anonime.

A partire dall’intro, che sarebbe stato d’effetto forse su un album metal, col suo suono cupo, tetro, la voce in sottofondo sussurrata. Totalmente fuori luogo. Nell’album ci sono alcune buone parentesi come la title track One Bite From Paradise, col suo riff hard e il buon ritornello, la seguente Running Trough The Night, melodica e AoR, la potente The Prize Of Love, la nuova versione di It’s Only Your Love (presente su Written On The Horizon), ma l’album stenta a decollare. Episodi come Addicted To Your Love, Sailor On The Moon, Heaven To Earth Final risultano anonimi, privi di coinvolgimento, le song alla lunga tendono ad assomigliarsi tutte mancando di personalità. Anche le ballad come From Miles Away mancano di mordente, con chitarre troppo semplici e assoli che non rendono giustizia al livello della song. Invece la bonus track No One’s Gonna Hurt Me Anymore riesce a lasciare il segno con la sua solarità, un classico AoR di ottima fattura, che non a caso è l’unica traccia scritta e suonata da Frederic Slama e Tommy Denander.

IN CONCLUSIONE

L’album non convince a fondo, la voce di Joey Summer risulta alla lunga troppo piatta e le songs ne risentono parecchio. Il songwriting è di buona fattura ma alcune tracce perdono qualità proprio per la voce.
Non mi sento di bocciare il prodotto ma Joey dovrebbe occuparsi principalmente della parte strumentale dei dischi.

 

© 2012 – 2018, Lorenzo Pietra. All rights reserved.

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