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Hell In The Club – F.U.B.A.R. – Recensione

09 Agosto 2023 5 Commenti Giulio Burato

genere: Hard Rock / Sleaze Rock
anno: 2023
etichetta: Frontiers

Tracklist:

1. Sidonie
2. The Arrival
3. Total Disaster
4. The Kid
5. Best Way of Life
6. Cimitero Vivente
7. Sleepless
8. The End of All
9. Undertaker
10. Tainted Sky
11. Embrace the Sacrifice

Formazione:

Dave – Vocals
Andy – Bass
Picco – Guitars
Mark – Drums

 

Gli italiani Hell in The Club arrivano al sesto capitolo della loro discografia, sempre maggiormente infernale, se andiamo ad analizzare copertina, titoli e testi del loro nuovo album in uscita tramite Frontiers il giorno 11/08/2023. “F.U.B.A.R.” (acronimo che potrebbe significare “Fucked Up Beyond All Recognition”, come la serie tv dello zio Schwarzy?), è stato registrato ai TMH Studio con Aldo Lonobile e in altri studi. Mixaggio e masterizzazione sono stati curati da Simone Mularoni ai Domination Studio di San Marino. La base solida della band è da sempre formata da Dave, Andy e Picco, mentre recentemente è stato inserito Mark alle pelli.

Passa subito alla mia vista la presenza nella tracklist di una canzone dal titolo italiano (“Cimitero vivente”) anche se è meramente una nota visto che la canzone è in inglese; la sua struttura ripercorre ciò che è presente all’interno di tutta release, ossia un sleaze rock con venature glam metal, e dove segnalo la mancanza di una power ballad, presente nelle precedenti uscite discografiche (su tutte ricordo le belle “Stars” e “Lullaby For An Angel”). I primi singoli rilasciati sono stati “Sidonie” e la folgorante “Total disaster”, canzoni con i contro***i che lasciano presagire la potenza diabolica di gran parte delle canzoni in scaletta. Senza soffermarmi ad un “elenco della spesa” vado a toccare i punti salienti al mio carrello uditivo. La canzone che più mi ha coinvolto per composizione e melodia è “The arrival”, con un perfetto connubio basso-batteria a supporto delle strofe e Picco che lavora sullo sfondo (prendendo spunto dalle ombre nell’artwork). Altro brano interessante è “The Kid”, carico e dal coro che si stampa “maledettamente” in testa al primo ascolto. Dinamitarda e senza fronzoli “Best way of life” mentre in “Tainted sky” appare un maggior spruzzo di melodia che mi riporta ai primi album. A chiudere l’album “Embrace the sacrifice” con interessanti variazioni di ritmo poste nel refrain.

A fare un breve riassunto, la prima parte dell’album (la vecchia side A) è uno scalino sopra alla seconda parte. “F.u.b.a.r.” è probabilmente l’album meno incentrato di melodia rispetto al passato ma, come ci hanno spesso dimostrato, gli HITC offrono sempre degli spunti compositivi interessanti.

© 2023, Giulio Burato. All rights reserved.

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