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Heavens Edge – Get It Right – Recensione

16 Maggio 2023 3 Commenti Giulio Burato

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2023
etichetta: Frontiers

Tracklist:

1. “Had Enough”
2. “Gone Gone Gone”
3. “Nothing Left But Goodbye”
4. “What Could’ve Been”
5. “When The Lights Go Down”
6. “Raise ‘Em Up”
7. “9 Lives (My Immortal Life)”
8. “Dirty Little Secrets”
9. “Beautiful Disguise”
10. “I’m Not The One”

Formazione:

Mark Evans – Lead Vocals
Reggie Wu – Guitars, Backing Vocals
David Rath – Drums, Percussion
Steve Parry – Guitars, Backing Vocals
Jaron Gulino – Bass

Ospiti:

 

Correva l’anno 1990 quando mi imbattei nell’acquisto dell’omonimo debut-album degli Heavens Edge; ho scritto volutamente il verbo “imbattersi” in quanto non avevo la minima idea del genere musicale che mi sarei trovato ad ascoltare ma, incredibile ma vero, fui colpito dalla bellissima foto-copertina in mezzo ad una fabbrica dismessa. Mi addentrai dunque in quella fabbrica, scusate, in quell’album e mi trovai spiazzato in quanto, quel class metal, al tempo, era stato da me sfiorato solo ascoltando i Dokken di “Back for the attack”. Subito non mi piacque, devoto come ero ai vari “Hysteria” o “Slippery when wet”, ma a forza di provare a riascoltarlo, negli anni, quell’album divenne una piccola, grande scoperta. Aveva, anzi, ha un suono ben distinguibile dalla massa, arricchito dalla presenza di tastiere che erano una chimera per il genere, con canzoni di alto livello come le potenti “Daddy little’s girl”, “Play Dirty”, “Skin To Skin”, la catchy “Find another way” o il fantastico lento “Hold On To Tonight”. Passarono poi ben otto anni, nel bel mezzo dello tsnunami “grunge”, per rivederli nella seconda uscita discografica che, francamente, non mi destò grande interesse, forse in quanto era meramente una raccolta.

Di anni dal 1998 ne sono passati altri venticinque e ora, nella terza sorprendente uscita discografica, cosa possiamo trovarci di fronte?
Troviamo, in primis, una band nel vero senso della parola, non costruita a tavolino, ma coesa e praticamente quasi intatta come nel 1990, tranne che per il compianto bassista George G.G. Guidott e troviamo sicuramente dei musicisti maturati e con carisma.
Ad inaugurare il come back, nel mese di marzo, è uscito il primo singolo “Had enough”, con quel basso pulsante che assapora molto di Skid Row post “Slave to the grind”, mentre i successivi due singoli sono iniettati di nuova linfa aoreggiante che ci trova parzialmente ma piacevolmente spiazzati; “What Could’ve Been” è un lento raffinato con un ritornello sopraffino mentre “When The Lights Go Down” è un’altra semi ballad che tocca le corde care agli Extreme.

Le canzoni che conquistano la vetta del podio di gradimento sono “Gone, gone, gone” dalla struttura incisiva, “Nothing Left But Goodbye” con chiari richiami ai Tangier dell’album “Stranded” mixati con i Cinderella e la stradaiola “9 Lives”.
Ricollegandomi infine alla mia premessa, nel 2023, se dovessi azzardare l’acquisto di questo “Geti it right” non lo farei certo per la copertina che risulta quanto meno bruttina, ma bensì per un ritorno inaspettato che mi ha fatto idealmente tornare a tanti anni fa. L’album è la rappresentazione di ciò che oggi sono gli Heavens Edge in chiave moderna ma con un occhio rivolto alla matrice del 1990. Piaccia o meno, per me, è un pollice in su.

© 2023, Giulio Burato. All rights reserved.

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