Recensione

Soleil Moon – On The Way To Everything – Recensione

08 Febbraio 2012 7 Commenti Iacopo Mezzano

genere: AOR
anno: 2012
etichetta: Frontiers Music

Dodici anni fa una nuova realtà musicale AOR si affacciava sul panorama musicale con il suo album d’esordio World’s Apart, un disco che finì con il stupire un po’ tutti grazie alla sua assoluta qualità e al suo piacevolissimo clima rilassato. Ora, l’appena conclusosi 2011 ci ha proposto quella stessa band, i Soleil Moon, alle prese con un ritorno discografico, a titolo On The Way To Everything, tanto inatteso e insperato quanto assolutamente emozionanate.

Un disco che fin da subito presenta una formazione ancora in grande spolvero, sia a livello compositivo che tecnico. Se da un lato infatti i brani e il loro songwriting ricalcano la stessa dose di qualità mostrata e dimostrata nell’esordio, anche gli artisti coinvolti calano sul banco una prestazione over the top che regalerà all’ascoltatore una serie di emozioni davvero d’altri tempi. I componimenti sono tutti relativamente semplici e calmi, con una netta preponderanza di momenti soft e rilassati su quelli movimentati ed elettrici. Questo potrebbe forse far storcere al naso a chi dopo un po’ delle mid-tempo tende a stufarsi, ma sicuramente la voce di Larry King, magistrale nel tradurre il mood di sensazioni ed energie attraverso la sua straordinaria timbrica, e le piacevolissime tastiere del suo compagno di composizione John Blasucci riusciranno a incollare anche quelle orecchie alle casse dello stereo.

Tra i brani, menzion va fatta assolutamente per l’opener, singolo e già video History Repeats Its Pages, una mid-tempo dotata di un testo e di un’evoluzione musicale che sembrano fatte apposta per immedesimare l’utenza e commuovere, e per la seguente Love The Way You Love, che sprigiona energie positive nota dopo nota e si fa già leggermente più movimentata. Ma è con Goodnight Irene che si toccano vette emozionali che solo pochissime realtà musicali sanno e hanno saputo raggiungere.. e ad oggi forse nessuna. Siamo sicuramente di fronte alla più bella traccia piano-voce del 2011, ma aggungerei pure del nuovo millennio.
Infine, nel lotto di canzoni c’è spazio anche per una strumentale a titolo Burn, per un brano elettrico e avvolgente come Down e per un altro nostalgico come Colorado, ma è la doppia chiusura Move On e Here I Am a fornire le più intense emozioni, con un finale in crescendo sonoro che esplode in un rock melodico davvero di alta classe.

IN CONCLUSIONE

Nient’altro che un invito: correte a comprare il disco.

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