Registrati gratuitamente a Melodicrock.it! Potrai commentare le news e le recensioni, metterti in contatto con gli altri utenti del sito e sfruttare tutte le potenzialità della tua area personale.
effettua il Login con il tuo utente e password oppure registrati al sito di Melodic Rock Italia!
08 Marzo 2023 11 Commenti Iacopo Mezzano
genere: AOR
anno: 1999
etichetta: MTM Music
ristampe:
Tracklist:
01. Wild & Blue
02. The Darkest Side of the Night
03. Never Look Back
04. Walk Through the Fire
05. Restless Moon
06. A Million Miles Away
07. Whatever It Is
08. The Eyes of Love
09. The Best Is Good Enough
10. Runnin' After a Dream
11. The Power of the Night
Formazione:
Peter Fredette – Basso / Voce
Stan Meissner – Batteria / Chitarre / Tastiere / Voce
Giunto fuori tempo massimo per poter anche lontanamente aspirare a diventare un successo discografico, l’unico album della carriera artistica dei Metropolis vide la luce il 20 ottobre del 1999 grazie al solito grande lavoro della MTM Music, un’etichetta attentissima – in quegli anni – nel dare spazio ai tanti validissimi artisti melodic rock sparsi ai margini del mercato musicale.
Questo platter, dimenticato in un cassetto dal 1987, vide collaborare il noto cantautore canadese Stan Meissner (di cui si ricordano alcuni validissimi prodotti solisti di successo, oltre che la penna su diversi brani di realtà note quali Celine Dion, Alias, Triumph, Lee Aaron, Eddie Money, etc) con il semi-sconosciuto cantante Peter Fredette, conosciuto ed apprezzato anni prima grazie alla sua parte solista nel bel singolo All We Ae di Kim Mitchell (1984).
Folgorante per timbrica ed estensione vocale, proprio Fredette si rivelò la vera arma in più di un disco dalle squisite atmosfere notturne (complice anche l’utilizzo marcato della drum machine), vera gemma sepolta del nostro genere non solo per la qualità di ogni sua canzone, ma anche per merito di una produzione in studio davvero ottimale, e capace di dare risalto tanto alla carismatica ed energica voce, quanto alle validissime parti strumentali, peraltro interamente suonate dall’autore con la sola eccezione del basso.
Al via con l’iconica, melodica e frizzante opener Wild and Blue, che Stan Meissner aveva già registrato nel suo secondo disco solista Window to Light (1986), l’album cala subito il suo asso con The Darkest Side of the Night, forse l’unico brano rimasto veramente noto del lotto grazie alla sua presenza nella soundtrack di Venerdì 13 Parte VIII – Incubo a Manhattan. E’ una mid-tempo dal sound diamantino, dalla grande atmosfera, con una bella chitarra sempre presente ed energica, che scivola via catchy ed orecchiabile fin dal primo ascolto.
I più attenti non mancheranno di notare poi come la terza canzone della tracklist, Never Look Back, sia stata prestata alla cantante Darby Mills degli Headpins come title track del suo primo album solista del 1991. Qui la ascoltiamo parimenti accattivante, ma in una chiave più spoglia di groove, arricchita da un marcato uso di tastiere ad evidenziare i suoi momenti di grande intensità, che culminano in un ritornello davvero di grande fattura.
Spazio poi a Walk Through the Fire, che tocca ad ampie riprese i canoni dell’hard rock melodico degli ’80s, e alla bellissima power ballad Restless Moon, toccante, nostalgica e notturna, una canzone d’altri tempi, che lo stesso Messiner ha definito come uno dei pezzi più riusciti della sua carriera da songwriter (potete leggerlo qui in una nostra intervista di qualche anno fa). Seguono A Million Miles Away, canzone dal piglio rock e dominata dalla sensazionale energia della voce di Fredette, e Whatever It Is, che non cala di una virgola il mood ottantiano del platter con un pezzo che ricorda tanto i Bad Company di fine anni’80.
La ballad The Eyes of Love fa venire voglia di tirare fuori gli accendini nella notte, grazie al suo sound romantico, cinematografico, cristallino, completato da un bellissimo testo e da un intreccio di cori e contro-cori di altissimo livello compositivo. Ottima anche The Best Is Good Enough, altra traccia accattivante e ispirata fin dal suo primo riff di chitarra, al pari di una Runnin’ After a Dream che non avrebbe sfigurato in nessuno dei più noti album rock degli’80s.
Infine, a completare un lavoro che ormai possiamo definire totalmente privo di filler, risuona la title track The Power of the Night, un’ultima power ballad dalla energia trascinante, dalle atmosfere vive, epica nel suo ritornello, corale, corposo, sentito. Appare come il commiato perfetto, ad echeggiare fino a spegnersi, di un prodotto discografico di indubbio valore, che Dio solo sa quanto successo avrebbe potuto raccogliere se fosse uscito nel periodo storico a lui più consono. Una gemma sepolta, cristallina nella notte, tutta da riscoprire.
© 2023, Iacopo Mezzano. All rights reserved.
Devi essere registrato e loggato sul sito per poter leggere o commentare gli Articoli