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Recensione Classico

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Classico

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i-TEN – Taking A Cold Look – Classico

04 Marzo 2023 5 Commenti Iacopo Mezzano

genere: AOR / Westcoast
anno: 1983
etichetta: Epic
ristampe: 2000 / 2009

Tracklist:

1. Taking A Cold Look
2. Quicksand
3. Alone
4. Workin' For A Lovin'
5. Lonely In Each Other's Arms
6. I Don't Want To Lose You
7. Time To Say Goodbye
8. The Easy Way Out
9. I've Been Crying
10. Pressing My Luck

Formazione:

Tom Kelly - Voce, chitarra e tastiere
Billy Steinberg - Voce, chitarra

Ospiti:

Mike Baird - Batteria, percussioni
Steve Lukather - Chitarre, sintetizzatori e tastiere
Steve Porcaro - Sintetizzatori
Alan Pasqua - Tastiere, sintetizzatori
Lenny Castro - Percussioni in "Lonely In Each Other's Arms"
Chas Sandford - Chitarra ritmica
Peggy Sandvig - Sintetizzatore on "Time To Say Goodbye"
Richard Page - Backing vocals
Dennis Bellfield - Basso

 

Like a Virgin di Madonna (1984), True Colors di Cyndi Lauper (1986), Alone degli Heart (1987), Eternal Flame dei the Bangles (1989), So Emotional di Whitney Houston (1987), I Drove All Night di Roy Orbison (1987) (ma poi anche di Cyndi Lauper nel 1989), I Touch Myself dei Divinyls (1990) e I’ll Stand by You dei The Pretenders (1994).
Perchè ho citato tutte queste hits, gran parte delle quali #1 in classifica? Beh, semplicemente perchè sono tutte state scritte dalla coppia di autori Tom Kelly e Billy Steinberg, gli stessi musicisti e songwriter che, sotto il moniker i-TEN (ovvero interstate 10, ndr), diedero vita a un classico tra i classici della storia della musica rock melodica: il sensazionale album Taking A Cold Look.

Imperdibile per tutti gli appassionati dello stile westcoast (ma non privo di saccenti tocchi hi-tech e power pop), questa perla discografica vide la luce nel 1983 sotto l’effige storica della major Epic Records. Dietro il banco di registrazione, sito presso i leggendari Goodnight L.A. Studios di Van Nuys in California, nientemeno che Keith Olsen e Steve Lukather (poi anche ospite alla chitarra), con un team di musicisti guest e di supporto del calibro di Alan Pasqua, Mike Baird, Dennis Belfield, David Paich e Richard Page. Non credo serva aggiungere altro.

Radio-friendly, squisito, pomp al punto giusto, ricamato, ed elegante in ogni sua melodia, fortemente influenzato (come ovvio visti gli ospiti e visto l’anno) da band come Toto, Foreigner, Styx, etc., il disco presentò al pubblico dieci tracce una più bella dell’altra, per 38 minuti circa di musica essenziale, iconica e senza tempo, perfettamente cantata, suonata e interpretata da Kelly, Steinberg e i loro svariati guest.

La title track e opener Taking A Cold Look, peraltro risuonata nel 1988 dagli Honeymoon Suite nel loro disco “Racing After Midnight”, è un inno al melodic rock anni’80 più corale, grazie alle sue belle vocalità perfettamente combinate alle tastiere e a una chitarra il ampio risalto, e la accattivante Quicksand toglie il fiato grazie alla sua setosità mista a un groove di forte impatto, e a un breve assolo di chitarra che vale anche da solo il prezzo del disco.

Avete presente la canzone Alone delle Heart? Bene, vi sconvolgerà forse sapere che questa storica ballad è in realtà opera degli i-TEN e che figura per la prima volta in tutta la sua bellezza proprio in questo album. Ascoltatela qui nella sua forma embrionale, apprezzandone la raffinatezza e la morbidezza, e la sua calda vocalità.
Seguono poi Workin’ For A Lovin’, spensierata e leggera, con un bel conubio ancora tra voce, chitarra e tastiere, e Lonely In Each Other’s Arms, ricca di tastiere e sintetizzatori (non a caso è stata scritta con il contributo di Alan Pasqua) e forte di un’atmosfera decisamente avvolgente, che rilascia scariche elettriche di pregievole fattura.

Iniziamo poi la side B con I Don’t Want To Lose You, ripresa dai REO Speedwagon nel 1988 come singolo per la loro raccolta The Hits, una canzone di immediato impatto, delicata ma vigorosa, sormontata da uno dei migliori ritornelli di tutto il lotto. Time To Say Goodbye, che ricorda moltissimo i Toto di quegli anni, lascia a bocca aperta per la sua ricercatezza sonora, mentre The Easy Way Out (ben coverizzata da Juice Newton nel 1984) è un brano rock più diretto, un anthem radiofonico che suona dritto in faccia all’ascoltatore, con qualche rimando ai Cheap Trick, a Rick Springfield, e a John O’ Banion.

Infine, la toccante e generosa ballad I’ve Been Crying (nuovamente scritta con il contributo di Alan Pasqua) ci avvolge e coccola tra le sue note ariose ma dense di nostalgie, lasciando spazio alla conclusiva Pressing My Luck, che ha lo sguardo nuovamente fisso sullo stile dei Toto, e che poteva essere usata per una qualsivoglia serie tv dell’epoca viste le sue sensazionali ma peculiari melodie. Siglando così, in un perfetto commiato, i fasti di questo album a dir poco imperdibile, e fondamentale per ogni collezione che si rispetti. Magari in vinile first-press, per assaporarne ogni sfumatura!

© 2023, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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