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20 Marzo 2023 6 Commenti Samuele Mannini
genere: AOR
anno: 2023
etichetta: SteelHearts records
Tracklist:
1. In And Out Of Love
2. Shock My Heart
3. Power Switch
4. Girl Like You
5. Monkey On Your Back
6. Breakin’ The Ice
7. Dangerous Game
8. Junk Love
9. Lack Of Will
10. Don’t Wanna Be Somebody
11. Every Little Piece Of My Heart
Formazione:
Stefano Mainini : Vocals and all instruments
Ospiti:
Sax on 4 & 11 Manuel Trabucco
Hammond, pianos and synthesizers on 3, 4, 9 & 11 Giancarlo Bonfà
Contatti:
Madonna che dischetto che ha sparato Stefano Mainini, in arte Steve Emm ! Ecco, la recensione potrebbe finire anche qui, perché se siete degli amanti dell’Aor/Westcoast con il sound ben radicato nei primi anni 80 questo disco è da comprare et consumare punto e basta.
Se il primo disco First Strike (QUI la recensione) come riferimenti si focalizzava diciamo dall’ 85 all’ 89 andando a proporre brani che avevano nell’ hook del ritornello il loro punto di forza, in questo secondo Dangerous Goods le atmosfere sono più votate agli anni pre 85, con la maniacale attenzione nel ricreare le sonorità dell’ epoca con dettaglio, precisione ed uno sguardo a 360 gradi.
Si respira l’aria dei solisti americani alla Rick Springfield ed Eddie Money, ma anche Benny Mardones, in particolar modo nel cantato. Fin dalle prime tracce la musica scorre come un fiume nelle sonorità eighties e l’ impressione di un disco che arriva direttamente da quell’epoca è netta e costante, merito anche del timbro che Steve è riuscito a dare al sound, ascoltate l’opener In And Out Of Love per credere. Shock My Heart vira più sull’ anthem cantabile a squarciagola con la sua struttura da potenziale hit radiofonico di quegli anni. Power Switch è più rilassata e compassata, mentre Girl Like You è un pezzo alla Huey Lewis And The News ed anche grazie ad i suoi inserti di sax, ti catapulta subito alle atmosfere di Ritorno Al Futuro. Altri pezzi di caratura superiore sono: Breakin’ The Ice e Junk Love dall’incedere quasi Survivoriano, Lack Of Will dall’anima Blues e la ballad finale Every Little Piece Of My Heart, dove viene omaggiato Rick Springfield e veniamo oltretutto deliziati con un solo di sax da brivido.
Tutto il disco cresce con gli ascolti e dà proprio una impressione di maturità e coscienza di sé veramente rari a queste latitudini, qualche produttore americano dei tempi d’oro avrebbe fatto carte false per mettere le mani su un lotto di canzoni così e se i Mecca nel loro ultimo album si sono avvalsi delle qualità di compositore del buon Stefano vorrà pur dire qualcosa. Almeno fino ad ora la migliore uscita dell’anno, ma son quasi certo che non avrà nessuna difficoltà a piazzarsi nella top ten di molti di noi.
P.s. piccola chicca per i fetiscisti delle edizioni japan, se contattate Stefano vi fornirà il pdf dell’ obi da stampare per trasformare il cd in un pezzo da collezione.
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