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05 Gennaio 2023 5 Commenti Samuele Mannini
genere: Hard Rock/ Street
anno: 1991
etichetta: Mca
ristampe:
Tracklist:
Soul To Soul 4:15
Untied And True 4:50
Emotions In Gear 5:00
I'm In Love 3:31
Big Line 3:28
Midnight Struck 7:00
Dancin' On Coals 5:27
My Saltine 2:45
Dressed Up Vamp 4:32
Last Kiss 5:54
Cactus Juice 3:52
Formazione:
Joe LeSté - Vocals
Kyle Kyle - Bass
Tigg Ketler - Drums
Kyle Stevens - Electric Guitar, Acoustic Guitar, Backing Vocals
Mark Knight - Electric Guitar, Acoustic Guitar, Backing Vocals
Conobbi questo disco nel 1995, ben 4 anni dopo che era uscito, perché ne trovai una copia nel reparto delle offertone in un negozio di dischi di Firenze allora molto ben fornito, una sorta di bomboniera stracolma di ogni qualsivoglia delizia rock, dall’aor più molliccio al black più estremo e dove passare pomeriggi a dilapidare patrimoni era il più delizioso dei passatempi. Sinceramente non sono mai stato un gran fan della scene street, sleaze, glam ed affini, ma ricordavo di aver letto anni prima una recensione entusiasta su Metal Shock del loro esordio Psycho Cafè e quindi a 5000 Lire mi dissi… beh proviamo! La prima cosa che stonò ai miei occhi fu la copertina, tanto da mettere in dubbio il fatto che fossero gli stessi Bang Tango di cui conoscevo il genere. Per carità la copertina è bella, ma la trovai, e la trovo tutt’ora assolutamente fuori contesto. Altra cosa che poi scoprì essere stonata, era la voce del cantante e non nego che ci vollero ben più di un paio di ascolti per digerirla.
Qualcuno potrebbe chiedermi allora perché sto inserendo questo disco nei classici, semplice perché ritengo che musicalmente sia un eccellente mix di generi raramente ascoltato prima, una sorta di evoluzione dello street e il funk metal fusi insieme a formare qualcosa di potenzialmente nuovo. Eppoi alla fin fine si scopre che la voce, una volta assimilata, risulta abbastanza funzionale al sound, cosa che all’inizio non pareva per nulla scontata.
Ora ditemi se Soul To Soul non è un pezzone… La ritmica funkeggiante è inondata da sax e fiati ed il giro di basso è assolutamente irresistibile, un vero e proprio pugno nello stomaco nel segno della sperimentazione. E che dire dei controcori? Una vera e propria figata. Segua a ruota la più canonica e notturna United And True ed anche se la voce è un po’ troppo miagolante, ma se non battete il piede qui, vuol dire che ci sono seri problemi alle articolazioni. Difficilmente inquadrabile è Emotions In Gear in bilico tra la melodia e il nervosismo, io ho riconosciuto qualcosa di simile successivamente nei Saigon Kick. I’m In Love presenta un basso slappato a go go, sempre su una struttura funk inframezzata da aperture crepuscolari. Più lineare è Big Line martellante e serrata, a seguire l’immancabile ed obbligatoria per l’epoca ballad ovvero Midnight Struck e qui il buon Joe LeSté mostra tutti i suoi limiti vocali non riuscendo a caratterizzare correttamente un brano con ben altre potenzialità. Dancin’ On Coals è invece la song perfetta (anche per la tonalità vocale di LeSté) il riff è irresistibile, la canzone è assolutamente da cantare a squarciagola e chissenefrega se sei stonato a canna, è talmente liberatoria da sfiorare il terapeutico. Altro pezzone funk è la variegata My Saltine, mentre Dressed Up Vamp è un rilassante e notturno mid tempo. Last Kiss è più blueseggiante e forse paga un po’ pegno ai Cinderella, a chiudere la nervosa, trascinante e serratissima Cactus Juice.
Insomma viene da chiedermi cosa sarebbe potuto succedere se il music business di allora avesse deciso di investire in questa tipologia di sperimentazioni sonore invece che cedere il passo alle solite ondate modaiole che periodicamente solcano i mari dell’industria discografica e che in breve tempo portano alla fatale omologazione per essere poi spazzate via dall’onda successiva, è proprio vero che l’arte e gli affari vanno d’accordo solo per periodi, ahinoi, molto brevi.
Da scoprire o riscoprire assolutamente!
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