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Autograph – Beyond – Recensione

17 Novembre 2022 9 Commenti Vittorio Mortara

genere: Hard Rock
anno: 2022
etichetta: Frontiers

Tracklist:

1. This Ain't The Place I Wanna Be
2. Your Slave Tonight
3. Everything
4. Gotta Getcha
5. Take Me Higher
6. Run For Your Life
7. Beautiful Disaster
8. Love Is A Double Edge Sword
9. Heart Of Stone
10. Feels So Good
11. Flying High
12. To Be Together

Formazione:

Simons Daniels - voce, chitarra ritmica
Steve Lynch- chitarra solista
Randy Rand - basso
Marc Wieland - batteria

 

Ve li ricordate gli Autograph di Steve Plunkett e Steve Lynch? Si, quelli del mega hit “Turn up the radio”! Quelli di “Send her to me”, “Blondes in black cars” e della tamarrissima “Lound and clear”. Quelli che facevano un hard rock orecchiabile ai confini con l’AOR. Si? Bene, dimenticateveli pure. La formazione attuale, la stessa del precedente “Get off your ass”, messa su dai membri originali Steve Lynch e Randy Rand, non comprende più né Plunkett né il tastierista Steven Isham. E si sente. Le tastiere sono sparite del tutto e la voce… non è quella. Per di più i pezzi sono assolutamente scialbi e monotoni, tanto da far sembrare il bistrattato “Buzz” un capolavoro compositivo. Il piattume assoluto in fase di produzione completa il quadretto di un disco che, forse, molti fans attendevano da tempo con grandi aspettative.

Francamente trovo abbastanza inutile fare una disamina dei singoli pezzi, anche perché poco o nulla rimane impresso nella memoria dell’ascoltatore. Salverei l’opener “This ain’t the place I wanna be”, introdotta da una solista incalzante, la leppardiana “Take me higher” e la brillante “Beautiful disaster”. Per il resto poco da dire. Spezzo ancora una lancia per il nuovo singer, Simon Daniels. Non che abbia una brutta voce, ma lo trovo più adatto ad un hard moderno che ad una band dal passato losangelino. Rende tutto un po’ troppo Soul Asylum… Peccato.

© 2022, Vittorio Mortara. All rights reserved.

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