Registrati gratuitamente a Melodicrock.it! Potrai commentare le news e le recensioni, metterti in contatto con gli altri utenti del sito e sfruttare tutte le potenzialità della tua area personale.
effettua il Login con il tuo utente e password oppure registrati al sito di Melodic Rock Italia!
03 Novembre 2022 1 Commento Giorgio Barbieri
genere: Prog Rock/ Metal
anno: 2022
etichetta: Autoproduzione
Tracklist:
01 – Saphiens
02 – Nefertiti
03 – Etemenanki
04 – Sea of Sikelia
05 – Scorn of time
06 – Wizards, witches and sorcerers
07 – The awakening
08 – The blue light of a star
09 – The weird black cross
10 – Intangible
Formazione:
Michele Vitrano – Lead and backing vocals
Mimmo Garofalo – Acoustical, Classic and Lap Steel guitars, Lead and Rhythm Guitars, Ukulele, Sitar
Emanuele Lo Giudice – Lead and Rhythm Guitars, Bass
Gabriele Taormina – Keyboards and backing vocals
Gabriele Esposito – Bass
Alessio Maddaloni – Drums and Percussion, Trumpet, Harp, Backing vocals
Ospiti:
Lorenzo Mercurio - Lead & Backing Vocals on "Wizards, Witches and Sorcerers", Backing vocals on "Etemenanki", "Sea of Sikelia"
Giulio Maddaloni - Flute on "Wizards, Witches and sorcerers"
Monica D'Anna - Lead and backing Vocals on "Etemenanki"
Sergio Sansone - Lead and backing Vocals on "8"
Andrea Abram Gallì - Trumpet on "8"
Marcello Nicolosi – Classical guitar on “Intangible”
Contatti:
https://www.facebook.com/italianprogband
Link Per Acquisto:
https://silvernightmares.bandcamp.com/releases
Ma che sorpresa questo primo episodio sulla lunga durata per i siciliani Silver Nightmares, davvero un bel salto avanti rispetto al pur buon Ep “The wandering angel” del 2020, probabilmente perché in questo album il fulcro della band viene definito con l’ingresso in pianta stabile del cantante Michele Vitrano, il quale da un’impronta riconoscibile al sound molto vario della band, il quale affonda le sue radici in quasi tutto lo scibile prog e hard’n’heavy, con sprazzi di aor e rock classico, insomma c’è tanta carne al fuoco e il pericolo può essere quello tanto ricorrente in dischi dove le influenze si sommergono le une alle altre, ossia fare un calderone sonoro, molte volte pretenzioso e avviluppato su se stesso, ma i Silver Nightmares schivano con classe questo ostacolo, ponendo, a mio parere, in primo piano una cosa fondamentale: la forma canzone, e allora cerchiamo di spiegare il contenuto musicale di “Apocalypsis”, album che è un concept basato sulla storia dell’umanità vista con occhi critici.
“Saphiens” è un’inizio d’impatto, ma allo stesso tempo ricercato, con le tastiere e gli arrangiamenti aor/prog a fare da contraltare alle ritmiche toste ed è la partenza del viaggio dell’uomo, con tutte le difficoltà che lo hanno caratterizzato, “Nefertiti” è un brano più magniloquente, pieno di sfaccettature con un assolo centrale davvero ispirato e descrive la storia della regina egizia, sostenitrice del culto di Aton, il disco del sole, grazie ad una delle tante grandi interpretazioni di Michele Vitrano, cantante magari non esplosivo, ma dal pathos e dall’espressività notevoli, “Etemenanki” racconta l’epopea dei Babilonesi con un brano coinvolgente, maestoso, che ben esprime la grandeur di questo popolo, sorretta dalle due voci di Michele e di Monica D’Anna, “Sea of Sikelia” è chiaramente dedicata alla terra dei nostri, la Sicilia, tributo irruento sostenuto da un hard rock corposo e immediato, “Scorn of time” ha un’approccio quasi psichedelico settantiano ed anche la chitarra ci porta a quel tempo, il tutto rende l’idea della domanda principale che si fanno i Silver Nightmares mentre assistono allo scorrere del tempo, sperando in un’esistenza migliore, “Wizards, witches and sorcerers” resta sulle coordinate del pezzo precedente, ma con un approccio vicino al prog più delicato e sognante, grazie anche alle svisate di flauto ad opera di Giulio Maddaloni ed anche le tematiche che riportano alle storie di maghi, streghe e stregoni appunto, si adattano al sound sognante del brano, “The Awakening” ricalca tutti gli stilemi del prog metal in una fuga strumentale dove le chitarre si rincorrono con le tastiere, siano esse pianistiche o sintetizzate e mi preme ricordare qui la prova della sezione ritmica che fornisce quel quid roccioso in più, con “8” si ritorna al’hard/prog condito però dal lavoro con la tromba di Andrea Abram Gallì, e la questione rimane in ambito filosofico, con le varie interpretazioni che il simbolo può rappresentare tra le quali quello dell’infinito, “The blue light of a star” è il primo singolo estratto dall’album ed è accompagnato da un commovente e malinconico video, malinconia che pervade il brano dall’incedere solenne e che racconta la storia d’amore impossibile tra un uomo di colore condannato a morte e una donna bianca, “The weird black cross” tratta il tema della guerra e della sua inutilità, rimarcando il fatto che, alla fine non ci possono essere dei vincitori, ma solo dei vinti e lo fa attraverso quello che a mio parere è il brano più intrigante di “Apocalypsis”, quello più oscuro e ricco di umori diversi, infine “Intangible” è la chiusura dell’album affidata ad un brano nel quale si tocca il tema dell’esistenza di un’entità appunto intangibile, ma viva come molte delle rappresentazioni citate tipo l’amore tra due cuori o quello di un padre per il proprio figlio e si chiude con il messaggio positivo che l’intangibile è assolutamente tangibile e vero, cosa che la canzone dal crescendo imponente mette in bella mostra, chiudendo con ariosità un album di proporzioni davvero grandi!
Una cosa mi preme di sottolineare prima della chiusura, questo album mi è stato mandato direttamente dalla band, che conosco indirettamente, ossia via web, da due e mezzo, ma quello che scrivo non è assolutamente influenzato da questo, anzi, di solito io cerco di portare delle critiche costruttive se c’è qualcosa che non ritengo sia ben centrata, ma in questo caso, anche se il precedente Ep mi aveva convinto solo in parte, non posso esimermi dal tessere le lodi compositive, esecutive e realizzative di questo sestetto, che, mosca bianca nel panorama prog, riesce a centrare i pezzi senza che risultino ridondanti o autocelebrativi; volete averne la controprova? Semplice, ordinate “Apocalypsis” alla band tramite i canali che ho segnalato, oppure al vostro negozio di fiducia, se, come me, siete degli aficionados dell’old style e vi accorgerete che quello che ho scritto corrisponde alla verità e che la band va sostenuta e fatta conoscere, perchè ha un potenziale enorme e se non ritenete che sia così, pazienza, sono disposto ad accettare le vostre rimostranze, pur essendo praticamente certo di non riceverne.
© 2022, Giorgio Barbieri. All rights reserved.
Devi essere registrato e loggato sul sito per poter leggere o commentare gli Articoli