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Recensione

89/100

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Pearls & Flames – Reliance – Recensione

14 Ottobre 2022 2 Commenti Giulio Burato

genere: AOR / WEST COAST
anno: 2022
etichetta: Pride & Joy Music

Tracklist:

1. Can We Find The Love, 2. Temple Of Lust, 3. Love Can Heal Your Heart, 4. We will Meet Again (Cross My Fingers), 5. Goodbye, 6. It Never Took Away Your Smile, 7. Secret Love , 8. Wires And Frames, 9. Follow The Road, 10. It Won’t Get Better, 11. (I Don’t Know Who I Am) Anymore, 12. Heroes Of Our Time

Formazione:

Marcus Nordenberg – voce
Sven Larsson – chitarre
Tomas Coox – tastiere

 

Marcus Nordenberg, Sven Larsson, Tomas Coox sono tutti ex componenti della band svedese Coastland Ride e ora sono al timone dei Pearls & Flames. La bella voce di Marcus viene affiancata nella stesura delle canzoni e nella co-produzione del sempre presente e poliedrico Tommy Denander. “Reliance” esce tramite l’etichetta Pride & Joy in questo inizio di autunno, o meglio, in questo prolungamento di estate 2022.

L’album ci propone dodici canzoni di puro AOR/West-coast, delicato e di ottima fattura, fresco e con una classe innata di chi lo suona. Un bel gioiello, o prendendo spunto dal loro nome, una bella perla. Le canzoni scivolano all’ascolto con sublime fluidità; prendono spunto da grandi band del passato come Chicago e Toto. A questi ultimi va subito dedicata la splendida “It Never Took Away Your Smile” che non farebbe brutta figura se cantata in un concerto di Steve Lukather e soci, e se vogliamo dirla tutta, non è l’unica canzone. A proposito di classe innata, mi hanno stupito in assoluto “Goodbye” e “[I Don´t Know Who I Am] Anymore”; quest’ultima potesse passare da qualche importante emittente in heavy rotation credo farebbe man bassa di likes. Ma senza girare casualmente per le dodici tratte, mi soffermo anche semplicemente all’iniziale “Can We Find The Love” che ha tutto, ma proprio tutto, per essere l’esempio lampante di come possa essere (ancora) scritta una grande canzone nel 2022. Un songwriting e un arrangiamento da “chapeau”. Le coinvolgenti tastiere e la stesura di “Temple of lies” sono invece da applausi come un gol in serpentina di Messi. Le sorprese però non sono ancora finite. Sentire poi “Love Can Heal Your Heart”, puro miele per i padiglioni auricolari, o la maggiormente ritmica “Secret love” col suo ficcante ritornello, presente anche nella bella “It Won´t Get Better… and it won’t get better” (si nota che mi è rimasto in mente questo It won’t get better”?).
Sono sincero, non avrei mai detto che un album di questo genere musicale mi prendesse bene come “Reliance”. Una sorpresa.

Concludo segnalando la presenza di una canzone strumentale, “Wires And Frames” con le sue venature prog care ai già citati gruppi storici e con la canzone meno incisiva del lotto, ossia “Follow The Road” che ha affinità con qualcosa di già sentito. Piccolo “difetto” in una grande performance musicale.
Per gli amanti del genere e anche no, da comprare senza passare dal via.

© 2022, Giulio Burato. All rights reserved.

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