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Dynazty – Final Advent – Recensione

31 Agosto 2022 6 Commenti Vittorio Mortara

genere: Gothic Power Metal
anno: 2022
etichetta: AFM

Tracklist:

1. Power Of Will
2. Advent
3. Natural Born Killer
4. Yours
5. All The Devils Are Here
6. The White
7. Instinct
8. Heart Of Darkness
9. Achilles Heel
10. Power Of Now

Formazione:

Nils Molin - Voce
Mike Lavér - Chitarre
Rob Love Magnusson – Chitarre e tastiere
Jonathan Olsson - Basso
George Egg – Batteria

 

Gli swedish rockers Dynazty danno alle stampe, sotto l’egida della AFM Records, il loro ottavo album di inediti in studio. Formazione immutata dagli esordi, il che significa estremo affiatamento ed amalgama perfetta fra i membri della band. Peraltro tutti ottimi musicisti. Il vostro scribacchino ha amato moltissimo i primi dischi, diciamo fino al capolavoro “Renatus”. I nostri sono partiti dall’hard a stelle e strisce per poi dare più spazio ad influenze europee, non necessariamente di ambito rock, con le tastiere ed i ritmi danzerecci a farsi sempre più largo nell’intreccio musicale. Da “Titanic Mass” le cose hanno cominciato a prendere una piega diversa. Probabile che le assidue frequentazioni del cantante Nils Molin in casa Amaranthe abbiano contribuito a puntare la prua della nave Dynazty verso lidi power gothic metal, melodici ma non troppo, non molto distanti da quanto proposto dalla band di Elize Ryd. E così, attraverso un paio di lavori interlocutori come “Firesign” e “The Dark Delight” arriviamo ai giorni nostri e a questo “Final Advent”, album ben suonato e ben prodotto, dominato dalla stentorea voce di Molin e dai ficcanti solos dell’ascia di Magnusson, che probabilmente piacerà alle generazioni più giovani ma che ormai con noi consumati melodic rockers ha ben poco a che spartire…

E lo si intuisce subito ascoltando “Power of will”, ritmi sostenuti, voce filtrata epicità che gronda da ogni solco. “Advent” è più melodica, avvicinandosi pericolosamente ai Crowne di Strandell. Il singolo “Natural born killer” , invece, è molto più piacione, contando su qualche inserto di ritmi trance, un ritornello abbastanza sornione da piacere anche a noi ed un assolo al fulmicotone. Uno dei pezzi top dell’album. Molto bella anche “Yours”, una ballata talmente ispirata dai mastodontici Within Temptation da poter sembrare un plagio, ma impreziosita da un lavoro della solista sconosciuto agli Olandesi. “All the devils are here” aumenta il ritmo proponendo il solito intreccio di chitarre, tastiere e cori epici. Pezzone “The white” con l’ugola di Nils che pare non avere limiti di estensione e dove è possibile ascoltare anche un breve solo di basso nonché uno di chitarra classica. Un po’ troppo standardizzata “Instinct” e poco pungente “Heart of darkness”. Qualche spunto in più lo troviamo sull’oscura ed orientaleggiante “Achilles heel”, mentre la conclusiva “Power of now” torna dare l’impressione del già sentito fra le tracce precedenti.

Come giudicare questo nuovo disco? Beh, da lode la prestazione dei musicisti, ma assolutamente stratosferico Nils Molin, maturato nel corso degli anni ed in possesso di una tecnica, di una potenza e di una estensione ai vertici della categoria! Il rovescio della medaglia è una certa monotonicità del lavoro, con i brani che non si differenziano eccessivamente gli uni dagli altri, fatta eccezione per tre o quattro canzoni che, al contrario, sono autentiche gemme. A me piacevano quando erano un po’ più tamarri ma, al di la dei gusti personali di chi vi scrive, un ascolto lo consiglio comunque. I Dynazty sono di buon diritto una band storica e degna della massima considerazione.

© 2022, Vittorio Mortara. All rights reserved.

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