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Dreamtide – Drama Dust Dream – Recensione

21 Luglio 2022 4 Commenti Yuri Picasso

genere: Hard Rock
anno: 2022
etichetta: Pride & Joy

Tracklist:

01. Stop Being Deep
02. Spin
03. Around
04. Ni Dos Ni Agua
05. All Of Us
06. Merciless Sun
07. Dawn
08. One Rule
09. Drop The Curtain
10. A Fairy Prank
11. For The Fairies
12. Leisure Saints

Formazione:

Olaf Senkbeil: Vocals; Helge Engelke: Guitars; Torsten Luederwaldt: Keyboards; Lars Lehmann: Bass; Host Guntram Schlag: Drums

 

Tornano col quarto disco, a distanza di 14 anni da ‘Dream and Deliver’, i tedeschi Dreamtide di Helge Engelke, chitarrista dei Fair Warning. La motivazione principale della genesi di questa band poteva, e può nuovamente, essere trovata nella pausa presa dalla band madre, e nella volontà del mastermind di non voler rimanere troppo a lungo distante dal music business. Cambia la sezione ritmica, osservando il dimissionario CC Behrens (primo drummer dei FW) rimpiazzato da Host Guntram Schlag e l’ex bassista Francis Buchholz sostituito da Lars Lehmann.

La formula collaudata è la medesima che si era sviluppata coi dischi precedenti, un hard teutonico dal sapore melodico che, con l’avanzare degli anni, ha dissolto le prime sfumature AOR a favore di un approccio più heavy, continuando a curare sapientemente arrangiamenti e cori.
Un percorso simile e parallelo a quello intrapreso negli anni dagli stessi Fair Warning. “Stop Being Deep” e “Spin” sono come un’iniezioni di adrenalina teutonica simboleggiata dal chitarrismo unico e tipico di Engelke, affilato e diretto, duro ma modulato, armonioso. Con “Around” le ottave alte raggiunte da Olaf Senkbeil si sposano perfettamente con un tappeto di sottofondo variegato e ricercato, mai banale, defluendo in uno slow informale. Dopo l’ecclettica e strumentale “Ni Dos Ni Agua” si passa alla più canonica “All Of Us”. Non possiamo fare a meno della professionalità con la quale la band teutonica cura gli arrangiamenti, atta a contribuire in uno stile personale e riconoscibile ogni singola canzone del progetto, da quella più ordinaria a quella maggiormente sofisticata.

Un sound caratteristico confermato dalla bella “Mercilass Sun”, adatta per una seduta adrenalinica in palestra. Ancora tonalità alte in “One Rule”, questa volta meno elettrica di quanto ci si aspetterebbe, in grado di determinare un sound generale più completo.
Privo di cali di ispirazione, cosi come del colpo di genio, della canzone che ti esce un paio di volte nell’arco di una carriera, ‘Drama Dust Dream’ procede fino a “Leisure Saints” all’insegna di un verbo che mescola sapientemente hard e pomp, con gustosi e raffinati inserti acustici (“A Fairy Prank”) e tentazioni blues riuscite (“For The Fairies” riporta alla mente certi Bad Company) .
Lavorando spesso su tonalità ed ottave acute, alcune canzoni (all’interno della loro intera discografia) risultano similari, è indubbio. Scritto ciò, a mio avviso, ‘Drama Dust Dream’ risulterà il capitolo migliore del proprio percorso, focalizzato sulla solidità della proposta, su un’omogenea maturità e su un percorso di integrità melodica oramai compiuto.

© 2022, Yuri Picasso. All rights reserved.

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