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Recensione Gemma Sepolta

Gemma Sepolta

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Elektradrive – Due – Gemma Sepolta

01 Luglio 2022 13 Commenti Samuele Mannini

genere: Aor
anno: 1989
etichetta: Minotauro
ristampe: 2012 Electromantic Music

Tracklist:

1 Back On The Road 4:07
2 St. Valentine's Day 3:52
3 Sunset Boulevard 5:00
4 Wild West 4:52
5 Right Or Wrong 4:00
6 A Man That Got No Heart 4:48
7 Due 4:42
8 The Magic Lamp 4:36
9 Dream On 4:45

Formazione:


Simone Falovo: Electric Guitar, Acoustic Guitar
Elio Maugeri: Lead Vocals, Backing Vocals
Stefano Turolla: Bass
Alex Jorio: Drums
Eugenio Manassero: Keyboards, Piano, Synth

Produced by Beppe Crovella and Elektradrive

 

Premetto che la scena italiana dell’ hard n’ heavy degli anni 80 non mi ha mai entusiasmato più di tanto, ed il gap tecnico e compositivo tra le nostre bands e le altre della scena nord europea (per non parlare di Usa e Canada) è sempre stato elevato; paradossalmente trovo molta meno differenza ai giorni nostri. Ciò nonostante qualche punta di eccellenza c’era e sicuramente gli Elektradrive ne rappresentano uno degli apici più fulgidi, vuoi però per le ridotte dimensioni del nostro mercato interno, vuoi per un colpevole disinteresse delle grandi etichette dell’ epoca, tutto è purtroppo rimasto confinato ad un livello molto underground. Tutta questa premessa è doverosa e serve a dire che questo disco è nella nostra rubrica dei classici non per patriottismo o piaggeria alcuna, ma per suo assoluto merito e si è guadagnato questo diritto grazie a grandi canzoni che potevano competere con i nomi illustri di oltreoceano.

L’incontro tra me e Due, avvenne subito dopo aver letta la recensione di Beppe Riva sul numero 52 di Metal Shock, che mi impose un viaggio immediato verso il mio negozio di dischi di fiducia, per trovarmi poi tra le mani questo grande disco dalla copertina viola (che per un fiorentino doc è sempre un plus 🙂 ).

La prima caratteristica che salta all’occhio e lo rende quasi un unicum, sono i testi. Al contrario del 90% delle altre band che blaterano di amore, sesso, motori ed altra amenità del genere, qui si affrontano tematiche anche impegnative  (come ad esempio in A Man That Got No Heart), tutte le composizioni sono vere e proprie storie di senso compiuto, seguirne i testi, mentre si ascoltano le canzoni aggiunge sicuramente un maggior coinvolgimento all’esperienza sonora. Altra caratteristica di rilievo è la tecnica dei cinque musicisti; la sezione ritmica è infatti precisa e chirurgica come poche, le linee di chitarra sono taglienti, ma melodiche ed i solos, pur di tecnica sopraffina, sono ad esclusivo servizio delle canzoni così come i preziosi intarsi delle tastiere, mentre la voce sfoggia feeling a tonnellate andando a sfidare i mostri sacri dell’ hard rock.

Back On The Road , che nel testo ripercorre la storia della band, è un viaggio nell’ fm rock a marchio Usa. St. Valentine Day non è affatto una love song, ma un mid tempo serrato con spaziali aperture vocale e narra della strage di san valentino a Chicago negli anni 20. La funkegiante Sunset Boulevard ci parla del sogno americano di tutte le band Hard Rock del pianeta. Wild West rimanda alle atmosfere roventi e polverose dell’ ovest americano, se l’avessero scritta i Tangier nessuno avrebbe avuto sospetti. Right Or Wrong è rocciosa e ritmata e chiude il primo lato del vinile. Lato b, canzone uno, ed è subito capolavoro: la scintillante apertura di chitarra apre A Man That Got No Heart, che oltre ad un testo veramente impegnato sugli abusi minorili, è una vera e propria killer song con un bridge assoluto ed il ritornello che ti si pianta nel cervello per non uscirne mai più. Due è la title track e si sviluppa in maniera più articolata su una matrice bluesegiante che anche grazie alla performance vocale ricorda in alcuni punti gli Whitesnake pre 1987. The Magic Lamp è permeata da spaziali atmosfere seventies, mentre Dream On è un’altra chicca di Aor puro che strizza l’occhio alle melodie made in Canada.

Insomma a 33 anni (quasi) esatti dalla sua uscita il disco è ancora una luminosa stella del firmamento del rock melodico, fosse uscito in America avrebbe fatto un polverone, potendo anche beneficiare dei mezzi e delle produzioni stellari dell’epoca.  Ritengo quindi un dovere procurarsi e gustare questa gemma e poi, se anche lo snobbissimo kerrang! all’epoca lo premiò con il massimo dei voti un motivo ci sarà pur stato…

© 2022, Samuele Mannini. All rights reserved.

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