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Recensione

88/100

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Terra Nova – Ring That Bell – Recensione

25 Maggio 2022 1 Commento Vittorio Mortara

genere: Aor
anno: 2022
etichetta: Lion Music

Tracklist:

01 – Carpe Diem
02 – Crank It Up
03 – What’s Broken Can Be Mend
04 – Ring That Bell
05 – Home
06 – Angles & Demons
07 – Bust Your Balls
08 – Where Do We Go From Here
09 – Running On Empty
10 – Touch Down
11 – Gimme Shelter
12 – Second Chances
13 – We Are

Formazione:

Fred Hendrix – Vocals
Ron Hendrix – Keyboards
Gesuino Derosas – Guitar
Hans in 't Zandt – Drums
Eric Coenen - Basso

Contatti:

https://www.facebook.com/terranovapage

 

I Terra Nova sono un altro di quei gruppi AOR che non hanno mai mollato negli anni tetri della nostra musica. Un faro nel buio profondo del ‘medioevo’. Perciò mi sono assai affezionato alla band dei fratelli Hendrix. Forti di un discreto successo, specialmente in terra nipponica, i tulipani pubblicano questo nuovo platter, il nono, per la Lion Music dopo un paio di lavori non proprio esaltanti. Scritto per intero e prodotto dal cantante, Fred Hendrix, “Ring that bell” rappresenta qualitativamente un deciso passo avanti rispetto ai suoi predecessori, riprendendo tutte le influenze e le contaminazioni che avevano caratterizzato i loro capolavori “Livin’it up”, “Break Away” e “Make my day”. La lineup è stabile e collaudata, l’ho potuto verificare di persona ad un H.E.A.T. festival di qualche anno fa. E l’esperienza e l’affiatamento si percepiscono perfettamente tra i solchi di questa nuova release. La produzione, per quanto i suoni non siano particolarmente scintillanti, fa sì che i singoli strumenti siano perfettamente scanditi ed intelligibili. Nella fattispecie, non ricordo di aver ascoltato negli ultimi dieci anni un album in cui le linee di basso uscissero così nitide dalle casse del mio impianto. A tutto vantaggio del risultato finale.

Un due tre e si attacca con “Carpe diem”, pezzo classicamente AOR anni 80, con hooklines facili e un bel tappeto di chitarre e tastiere. Come dite? Somiglia a “Raised on radio”? E chissenefrega: è una gran canzone! Le più hard “Cranck it up” e “What’s broken can be mend” sono invece più in linea con le ultime produzioni del gruppo. Ma i fratelli Hendrix si rifanno immediatamente con la bostoniana title track, tutta cori e coretti di pregevole fattura. E giungiamo alla romantica “Home”, super lento che si articola su una partitura per piano e voce fino al finale, dove entrano tutti gli strumenti in un emozionante crecendo. Influssi Toto sull’elegante “Angels & demons” nel mezzo della quale viene incastonato un pregevole assolo di synth. Hard rock anthemico dalla grande immediatezza si può trovare su “Bust your balls”, mentre la semiballad “Where do we go from here” richiama ancora i Journey più soft di “Raised on radio” e l’intera band a fornisce l’ennesima prestazione dalla classe cristallina. Lasciatevi poi colpire al cuore dal favoloso flavour radiofonico della tastieristica “Running on empty”. Come dite? Somiglia ad “Heart turns to stone”? E chissienefrega! E’ stupenda! E sono certo che la successiva “Touch down”, mix mostruoso tra l’indimenticata “Break away” e la band di Perry, Schon e Cain, farà saltare migliaia di accaniti fans giapponesi sotto il palco! Arriva qui la seconda splendida ballad “Gimme shelter”, magistralmente costruita intorno alla straordinaria interpretazione di un Fred ispiratissimo. Melodie westcoastiane si riversano a profusione lungo “Second chances”, suadente conclusione della versione europea dell’album. Si, perché per il mercato giapponese i Terra Nova riservano un piacevolissimo cadeau: la bonus track “We are” è ancora una volta uno slow, dai toni malinconici e old fashioned, in grado far vibrare le corde dell’emozione di noi melodic rockers tutti d’un pezzo.
Scusate l’enfasi da fan, ma per me “Ring that bell” è stata una gran bella sorpresa. Un album di questa caratura gli olandesi non lo tiravano fuori ormai da parecchi anni. Fred ha una intonazione particolare, sembra sempre che non ce la faccia a prendere la nota e invece alla fine ci riesce rendendo il tutto molto piacevole. E, per di più, pare aver ritrovato una certa ispirazione nella composizione dei pezzi. Aggiungete una band all’altezza di ogni situazione, con menzione particolare al gusto del chitarrista Gesuino Derosas, ed otterrete il classico disco da ascoltare… o morire!

© 2022, Vittorio Mortara. All rights reserved.

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