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07 Aprile 2022 5 Commenti Yuri Picasso
genere: Hard Rock
anno: 2022
etichetta: Frontiers
Tracklist:
1. Before The Light
2. She Hides Behind
3. Generation Mind
4. Eagles Fly
5. See You Cry
6. Killer On The Loose
7. Miracle
8. How Do You Feel
9. Long Way Down
10. Crown
11. Wicked The Day
12. I Will Follow
Formazione:
Robin McAuley (lv, bv); Reb Beach (g, bv); Jeff Pilson (b, ag, k, bv); Matt Starr (d, p)
E’ personale giudizio del recensore pensare a un super gruppo come insieme di talentuosi musicisti che hanno ampiamente dimostrato in passato nelle proprie band di riferimento copiose dosi di capacità artistiche unite a una propensione, un estro, un’adattabilità nel rendere le proprie qualità uniche, divenendo tratti personali riconoscibili; parliamo del marchio di fabbrica, difficilmente imitabile, in grado di aggiungere o togliere 10 punti a un prodotto discografico. Se a quanto descritto sopra aggiungiamo che stiamo parlando di artisti non inflazionati, per quanto il mercato di oggi richieda una quantità di uscite eccessiva, inversamente proporzionale alle vendite (talvolta a danno delle produzioni), troviamo una miscela esplosiva e affabile.
Ecco i Black Swan al loro secondo lavoro dopo l’ottimo esordio di due anni fa, un mix di super musicisti che vede per appunto nei sentieri tracciati da ciascuna band “madre”, un connubio in note molto gustoso debitrice del sound di MSG (Robin McAuley-era ovviamente), The End Machine, Winger (almeno quelli da ‘Pull’ in poi) e ultimi Mr Big.
Hard Rock melodico che vede nel riffman Reb Beach, nella mostruosa sezione ritmica Starr/Pilson e nelle linee vocali mai banali dell’ugola di Robin McAuley singoli ingredienti di una ricetta sontuosa.
L’intro “Before The Light” fa da apripista e sin dalle prime battute di “She Hides Behind”, dal ritornello terremotante, abbiamo la piacevole sensazione che i nostri hanno scovato un perfetto connubio di mestiere e ispirazione. Con le seguenti “Generation Mind”, dal mood melodico, e “Eagles Fly”, dettata da un intro pulsante, è indiscutibile la sensazione di coesione e compattezza, di brani di qualità, in grado di elevarsi di livello ad ogni ulteriore ascolto, per merito di un songwriting diretto e di prestazioni dei singoli degne di lode, ricche di dettagli curati e in alcun modo lasciati al caso. “See You Cry” segue le orme delle precedenti, ma in modo più incisivo, ricordando i Dokken di metà ani 80. “Killer on The Loose” possiede un riff di chitarra vagamente glam (mi è tornato alla mente Warren DeMartini durante l’intro). Arriviamo a “Miracle” che possiede nell’indole una struttura memore di “Sacred Place”, dal debutto, non raggiungendone l’apice compositivo. La ballad di turno è blues, notturna, suggestiva e dispensatrice di emozioni, intitolata “How Do You Feel”. Si prosegue fino ad arrivare alla conclusiva “I Will Follow” dal crescendo moderno, quasi new rock, classica nella struttura delle strofe.
Un ottimo lavoro ‘Generation Mind’, degno e forse logico discendente del debut album. In questo capitolo i nostri hanno indirizzato l’ago della bilancia verso un sound più energico ma comunque espressivo, mantenendo il climax melodico come la natura dei singoli musicisti richiede
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