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Recensione

75/100

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Zadra – Guiding Star – Recensione

05 Febbraio 2022 Comment Vittorio Mortara

genere: Aor
anno: 2022
etichetta: Frontiers

Tracklist:

Come Together
Nothing More To Say
Ship Of Fools
Come Back To Me
Escape The Rain
A Matter Of Yesterday
I’ll Meet You In Heaven
Take My Hand
Dream Of You
Won’t Let Your Love Take Me Down
Rise From The Fire

Formazione:

August Zadra - voce, chitarra
Jeff Scott Soto – cori eccetto su “Come Back to Me”
Alessandro Del Vecchio - basso, tastiere, cori, chitarra ritmica in “Won’t Let Your Love Take Me Down”
Dennis DeYoung – assolo di tastier su “Take My Hand”
Jelly Cardarelli - batteria
Jimmy Leahey – acoustica su “A Matter of Yesterday”
Andrea Seveso – chitarra ritmica su “Won’t Let Your Love Take Me Down”
Martin Jepsen Andersen – chitarra ritmica su “Escape The Rain”
Tastiere: Guillermo De Medio, Pete Alpenborg and Jan Akesson

 

August Zadra: cantante chitarrista della scena losangelina, membro dei Waiting For Monday e della band di Dennis De Young, collaboratore di nomi di rilievo della scena hard e AOR come J.S. Soto, Robin Zander e Jim Peterik. Produzione affidata al nostro Alessandro Del Vecchio, canzoni scritte con Soto. Insomma, ho voluto dal primo istante questo disco da recensire. Viste le premesse, pensavo proprio che potesse spaccare. Ma ascoltando l’opener “Come toghether” ho avuto già i primi dubbi in proposito: canzoncina ben suonata ma con poco mordente nel suo scimmiottare lo stile Styx/De Young in maniera anche poco convinta e convincente… Ahia… Proseguo l’ascolto e, fortunatamente, “Nothing more to say”, contrariamente al titolo, qualcos’altro da dire ce l’ha: dopo una partenza d’atmosfera, il brano si sviluppa come una semiballad AOR altamente ottantiana. La voce di August dipana bene le varie sezioni accompagnandoci in un discreto crescedo fino a sfociare nel bel coro. Buono il lavoro alla sei corde. Chitarrone alla Firehouse aprono “Ship of fools”, la canzone più convincente e coinvolgente dell’intero lavoro. Assolutamente centrato l’appiccicoso refrain e presentissime le backing vocals di JSS. Ben confezionata la ritmata “Come back to me”, strumentalmente più raffinata ma, forse anche per questo, meno incisiva. Si torna su frangenti più hard con “Escape the rain”. Io quel ritornello ho l’impressione di averlo già sentito… Ma non ricordo dove! Poi uno struggente arpeggio di acustica dell’ospite Jimmy Lehay ci trasporta nelle atmosfere folkeggianti del lento “A matter of yesterday”, carino ma un po’ troppo pomposo per i miei gusti. Nota di merito per il bellissimo assolo. “I’ll meet you in heaven” sfodera di nuovo gli artigli dell’AOR classico e graffia forte con le hooklines ruffiane gestite ottimamente dal cantante/chitarrista appoggiato ancora una volta dal veterano Jeff. Bella e nostalgica. “Take my hand” l’ho trovata un po’ troppo arzigogolata, anche se impreziosita dall’assolo di keys dell’amico De Young. Ho apprezzato moltissimo, invece, “Dream of you” nel suo fondere atmosfere alla Toto con una maggiore immediatezza nella linea vocale. “Won’t let your love take me down” mi ricorda qualcosa dei migliori Dokken, soprattutto a livello della tonalità usata da August. Non male. Si chiude con un altro pezzo, “Rise from the fire”, classico ma con qualche coro styxoso di troppo.

Cosa concludere su quest’album? Difficile dare un giudizio. I musicisti sono bravi. La produzione di Alessandro è al di sopra di ogni sospetto. La voce di Zadra è gradevole e la sua interpretazione buona. Secondo me manca qualcosa a livello di composizione. I pezzi non hanno una carica dirompente, e, alla fine, ti lasciano un po’ di amaro in bocca proprio perché le forze dispiegate sono ingenti e le potenzialità assolutamente elevate. Si tratta comunque di un disco gradevole che consiglio a tutti di ascoltare, ma dopo i Kissin’ Dynamite sono diventato adrenalina dipendente e in “Guiding star” non ne ho trovata abbastanza.

© 2022, Vittorio Mortara. All rights reserved.

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