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TwentyDarkSeven – Catch A Fire – Recensione

28 Dicembre 2021 2 Commenti Giorgio Barbieri

genere: Heavy Metal
anno: 2021
etichetta: Metalapolis Records

Tracklist:

1- Walking high wire
2- Broken
3- Hypocrites and parasites
4- One light burning
5- Wing and a prayer
6- Dead in the water
7- Blame it on the moon
8- Hideaway
9- Undertow
10- Losing myself
11- Night finds you

Formazione:

Marcus Jürgens – Vocals
Marcel "Selly" Bernhardt - Guitar
Christoph Renner – Bass
Vitali Schogenov – Drums

 

Piacevole sorpresa questi Twentydarkseven, devo ammettere che non li conoscevo, neanche di nome e mi hanno impressionato favorevolmente. Intendiamoci, non siamo di fronte a dei geni, ne di originalità (ma d’altronde, chi inventa qualcosa oramai?), ne di varietà, ma di certo la band tedesca sa come colpire duro o alzare il piede dall’accelleratore dove e quando serve.

Per gli standard di Melodicrock.it direi che siamo ai limiti, ma è proprio a questo che servo io, a portare alla luce un po’ di muscolarità anche a chi, di solito, non ne mastica, poi può essere una piacevole sorpresa o meno, quel che è certo è che anche nel campo del metal più orecchiabile ci sono molti spunti validi a livello melodico e questo album ne è la conferma. E’ vero che sia a livello di riff, che di voce, anche i Twentydarkseven si rifanno ai grandi del genere, qua e là si scorge George Lynch o Zakk Wylde, come David Readman o Claus Lessmann, ma l’approccio ritmico è sicuramente più moderno e potente, insomma sono dei bei ruffiani, tengono il piede in due scarpe e riescono a mettere d’accordo sia chi cerca la nostalgia, sia chi, come me d’altronde, guarda avanti anche in generi giocoforza retrò. Gli undici brani che compongono il terzo album delle band tedesca spaziano discretamente tra gli umori dell’hard’n’heavy 2.0 senza mai esagerare, le durate non sono mai eccessive e l’incisività ne risente positivamente, si comincia con “Walking high wire”, un bel treno, un’ ottimo inizio d’impatto, per proseguire con “Broken” che presenta un bel ritornello, ma non scontato e senza fronzoli, quindi è la volta di “Hypocrites and parasites” metal strisciante, un pò come gli ipocriti e i parassiti del testo, con “One light burning”, si sfocia in territori quasi thrash su un mid tempo coinvolgente e un bel riff portante, ma ritorniamo nei canoni con “Wing and a prayer”: swing metal, si può dire? Ma il valore aggiunto di questo brano, è l’interpretazione vocale, grintosa come deve essere. Se vi fosse sfuggito che i Twentydarkseven sono tedeschi, ecco arrivare “Dead in the water”, forse il brano più teutonico del lotto, roccioso mid tempo, con intrecci chitarristici che rimandano agli Helloween, “Blame it on the moon” sminuisce le pulsioni “moderne” e sembra di sentire i Black Label Society soprattutto nell’ azzeccatisissimo ritornello, ma è che con “Hideaway”, con un approccio più melodico, che i frequentatori di questo nostro sito troveranno pane per i loro denti, salvo poi trovarsi la strada sbarrata da “Undertow”, altro heavy roccioso, soprattuto nel riff portante, anche se un pò anonimo, per quanto mi riguarda è con “Losing myself”, la quale suona come una versione 2.0 dei Lynch Mob, che i Twentydarkseven sbaragliano il banco, mentre “Night finds you” è la chiusura dell’album col botto, come d’altronde è iniziato, doppia cassa a manetta e atmosfera oscura, come dice bene anche il titolo. In conclusione, questo “Catch a fire” non è un album per palati fini, qui c’è parecchia sana ignoranza, c’è irruenza, ma c’è anche un ottimo lavoro alla sei corde da parte di Marcel “Selly” Bernhardt, cosa che può attirare chi riesce a spingersi un po’ più in là dell’aor o dell’hard rock melodico, dipende da cosa si intende per melodia, dategli una chance…

© 2021, Giorgio Barbieri. All rights reserved.

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