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24 Novembre 2021 0 Commenti Massimiliano MaxAor Carli
Il celebre produttore discografico Michael Wagener ha rivelato che potrebbe tornare al lavoro in un secondo soltanto se il chitarrista storico dei White Lion, Vito Bratta, decidesse di rifarsi vivo.
“Vorrei che il mondo avesse di nuovo sue notizie; uscirei dal mio pensionamento in un attimo per lavorare con Vito”, ha raccontato Wagener durante un’apparizione sul podcast di Decibel Geek. “Abbiamo parlato; ho sentito la sua versione…e capisco il suo punto di vista. E’ però davvero triste che un tale talento sia all’improvviso sparito, ma ripeto che capisco. Peccato…era uno dei migliori ragazzi in circolazione”.
Michael ha annunciato il suo ritiro dalla musica nell’Aprile di quest’anno, comunicando su Facebook la vendita del suo studio e di tutte le varie altre attrezzature. Durante i suoi 50 anni di carriera, la lunga lista di credits comprende i primi due album dei Skid Row, Master Of Puppets dei Metallica, Too Fast For Love dei Motley Crue, No More Tears di Ozzy Osbourne, Dog Eat Dog dei Warrant, Look What The Cat Dragged In dei Poison, Pornograffitti degli Extreme e Constrictor di Alice Cooper. In quella lista compare inoltre Pride dei White Lion; disco che nel 1987 aveva raggiunto la posizione numero 11 della Billboard 200 e che includeva le hit da Top Ten, Wait e When The Children Cry.
Bratta era considerato un chitarrista sensazionale durante i primi anni del gruppo, guadagnandosi paragoni con alcuni dei più grandi guitar hero dell’epoca. Il cantante degli stessi White Lion, Mike Tramp, aveva dichiarato: “Tutti gli assoli di chitarra di Vito erano canzoni in sé, e tutti i pezzi di Pride erano stati scritti senza discussioni o dibattiti, solo sorrisi”.
Ma mentre la decisione di Wagener di allontanarsi dal music business è stata chiaramente spiegata, quella di Bratta è sempre stata avvolta nel mistero. Circolavano voci secondo cui il musicista aveva subito un infortunio al polso nel 1997, ma la cosa non è mai stata confermata, se non dieci anni dopo: “L’effettiva lesione l’ho avuta; quando toccavo le corde d’acciaio mi sembrava di toccare un filo sotto tensione, come se stessi avendo delle scosse elettriche”, aveva rivelato Vito al conduttore radiofonico Eddie Trunk nel 2007. “E i medici mi hanno praticamente detto: ascolta, è 50-50; potresti perdere l’uso della mano o potresti guarire”.
Dopo quelle dichiarazioni, Bratta è rimasto fuori dai riflettori, anche se Trunk ha dato un aggiornamento sul rocker nel 2019, spiegando: “Non è successo niente a Vito Bratta. E’ vivo e vegeto. Ha risparmiato i suoi soldi e ha lasciato completamente il mondo della musica nel 1991. Semplicemente così. Alcune persone non sono dei veterani del settore. Tramp lo è; Vito no”.
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