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23 Novembre 2021 2 Commenti Giorgio Barbieri
genere: Hard Rock
anno: 2021
etichetta: Frontiers
Tracklist:
1-Cannonball
2-Bad luck charm
3-Living right now
4-Get along
5-If it's over now
6-Better than you
7-Knock me down
8-Dog
9-Let you down
10-That ain't why
11-Physical itch
Formazione:
Phil Lewis: Vocals
Tracii Guns: Guitars
Ace Von Johnson: Guitars
Johnny Martin: Bass
Scott Coogan: Drums
Ho sempre reputato gli L.A.Guns la band più accreditata per lo scettro dello sleaze rock da sunset strip, ancor di più dei “cugini” Guns’n’Roses, ai quali, ricordiamo, sono legati dal passato di Tracii e Axl nella prima incarnazione degli L.A.Guns stessi e poi, anche nella prima dei Guns’n’Roses. Il debutto del 1988, a mio parere, è un album bomba, il cui street rock viene portato a livelli di voltaggio massimi, doppiato poi dall’altrettanto vigoroso “Cocked and loaded” e ho sempre ritenuto leggermente spropositato il successo della band di Axl, se visto in rapporto alla qualità dei primi due di quella di Tracii, oltretutto coadiuvato da altrettante grandi personalità quali l’ex Girl Phil Lewis alla voce, classico esempio di screamer vigoroso e melodico al tempo stesso e dell’ex W.A.S.P. Steve Riley alla batteria. Ora, come sappiamo tutti, Riley non fa più parte della band, ma porta addirittura in giro la sua incarnazione, mentre i due ex litiganti Phil e Tracii, che ricordiamo si erano addirittura accapigliati in sede legale, hanno sotterrato l’ascia di guerra già da qualche anno e, con questo “Checkered past” sono arrivati già al terzo album post reunion e come per i due precedenti “The missing peace” e “The devil you know”, ci ritroviamo con una band in piena forma, che gira a mille, con rinnovata energia, nonostante il “passato burrascoso” di cui si parla proprio nel titolo dell’album.
Si parte subito a manetta, con “Cannonball”, la classica apertura al fulmicotone, tipica degli LA Guns, rock’n’roll ad alto voltaggio con la loro sfrontatezza punkeggiante, basti sentire il breve assolo di Tracii, subito doppiata dal blues lascivo di “Bad luck charm”, quindi triplicata con “Living right now” e qui siamo in territori quasi punk, soprattutto grazie all’approccio vocale di Phil Lewis. Finalmente, dirà qualche mollaccione tra i tanti che leggono queste righe, si rallenta un po’ e con la bella ballad semiacustica “Get along”, si ritorna a respirare le atmosfere hair metal di “It’s over now” (tratta da “Hollywood vampires”) e subito dopo ecco “If it’s over now”, che, almeno nell’incedere del brano, ha ben pochi collegamenti con quello del 1991, difatti si tratta di un’altra ballad, ma dal sapore goticheggiante, a mio parere l’highlight dell’album, ariosa nonostante le atmosfere quasi cupe e malinconiche, uno di quei pezzi che ti invoglia, da solo, all’acquisto del disco!
Dopo così tanto ben di Dio, ci sta anche un piccolo calo, che in effetti c’è, anche se comunque “Better than you” e “Knock me down”, pur non spiccando sul resto, non sono assolutamente da buttare, con due bei riff portanti, ma riecco gli L.A.Guns più sporchi con “Dog”, praticamente una “Cannonball” parte due, già dal titolo e dalla produzione più “sporca”, si capisce che siamo in territori sleaze-punk, attitudine che cambia subito con “Let you down”, altra ballad dal sapore dark, con un arpeggio che sa quasi di post metal, ma proprio qui sta la bravura degli L.A.Guns, nel far risultare naturale una tale trovata nel genere street-sleaze e dopo la “normale” “That ain’t why”, caratterizzata da un riff che sa di nwobhm, ecco la chiusura affidata al brano più heavy, al limite dello stoner/doom, con tanto di riffone che sembra uscito dalla penna di Tony Iommi, tanto ricorda l’incedere di “Electric funeral”!
Insomma, se Tracii & c. sono ancora qui a prendere tutti a calci in culo dopo quasi 40 anni, più di un motivo ci sarà ed è sotto i nostri occhi e le nostre orecchie, se ancora questi immarcescibili rockers non ancora imborghesiti e/o imbolsiti come i loro già citati “cugini” e riescono a tirar fuori un disco così vario ed energico, dove anche Phil Lewis riesce tuttora, nonostante sia vicino alle 65 primavere, a regalarci una prova di sicuro spessore, beh, allora c’è ancora speranza per il vero rock’n’roll!
© 2021, Giorgio Barbieri. All rights reserved.
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