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Recensione

81/100

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Vega – Anarchy And Unity – Recensione

17 Settembre 2021 6 Commenti Giulio Burato

genere: MelodicRock
anno: 2021
etichetta: Frontiers

Tracklist:

1. Beautiful Lie
2. Sooner Or Later
3. End Of The Fade
4. Ain't Who I Am
5. Welcome To Wherever
6. Bring The Riot
7. Live For Me
8. Kneel To You
9. Glow
10. C'mon
11. Had Enough
12. 2Die4

Formazione:

Nick Workman - Vocals
Tom Martin - Bass
James Martin - Keyboards
Marcus Thurston - Guitar
Billy Taylor - Guitars
Pete Newdeck – Drums

 

Sono passati ben undici anni da quando sobbalzai dalla sedia dopo avere ascoltato il sorprendente debutto discografico dei Vega, “Kiss of life”, un album di assoluto valore per idee e freschezza. Da allora, di acqua sotto ai ponti ne è passata, anzi, sono passati ben altri cinque album, di cui io ricordo, particolarmente e piacevolmente, “Who we are” del 2016, preso in cd ad uno degli ultimi Frontiers Festival a Trezzo sull’Adda. Lo zoccolo duro è ancora formato da Nick Workman (voce) e i fratelli Martin (basso e tastiere), accompagnati, in ordine di militanza, da Marcus Thurston alla chitarra, e dai recenti innesti di Billy Taylor (ex-Inglorious), sempre alle chitarre, e al batterista Pete Newdeck, già presente nei Midnite City e Nitrate. 17 settembre 2021: esce, tramite Frontiers, il settimo sigillo della band inglese dal titolo esplicativo “Anarchy and unity”. La domanda che sorge spontanea è: “Cosa ci possiamo attendere dai Vega nel 2021?” Un album che, magari, non sorprenderà come nella prima uscita del 2010, ma che mantenga sempre viva la qualità della proposta musicale, rimasta sempre di livello in questa decade e, visto il titolo, un album di rottura verso certi schemi.

La partenza, rimanendo in lidi britannici, non è da Lewis Hamilton, ma sta nel cosiddetto “gruppone”; “Beautiful lie” e “Sooner or later” sono canzoni Made in Vega, oltre che ad essere due singoli, dirette e melodiche al punto giusto. Il cambio di marcia è già presente nel successivo lotto di canzoni. L’ottimo intro e l’incedere di “End of the fade” danno la giusta accelerata, mentre, tra i singoli attualmente proposti, “Ain’t who I am” è il mio preferito, energico e condito da un interessante video in parallelo. Altro sorpasso da campione per “Welcome to wherever” che ha tutti gli indizi della canzone che funziona e che si stampa subito in testa. Le vibrazioni salgono come nel film “Rush” di Ron Howard con la sesta traccia “Bring the riot” che ha in dote un assolo al fulmicotone, presente anche nella successiva “Live for me” che, inizialmente, parte come semi-ballad. In una corsa, a volte, si finisce imbottigliati nel traffico; tale situazione si riscontra in “Kneel to you”, “Glow”, piacevoli ma che non sorpassano altre canzoni già sentite in passato. A riportare cavalli al motore Vega ci sono le interessanti “C’mon”, dalla bella struttura diversificata, la coinvolgente “Had enough” e la conclusiva “2die4” che taglia il traguardo con un fotofinish da campione.

Conclusioni:

I Vega sono una monoposto da classifica mondiale; “Anarchy and Unity” non avrà la caratura ed il valore del primo “Kiss of life” ma si destreggia bene nella bagarre delle uscite discografiche del 2021.

© 2021, Giulio Burato. All rights reserved.

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