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14 Luglio 2021 19 Commenti Samuele Mannini
genere: Hard rock/ Aor
anno: 1989
etichetta: Epic
ristampe: Bad reputation 2005, Rock Candy 2012
Tracklist:
Tough It Out
Don't Stop
Bad Luck
Someday
Everytime I Think Of You
Burning My Heart Down
The Dream That Died
Obsession
Can You Hear Me Calling
Does It Feel Like Love
Feels So Good
Formazione:
Bass, Backing Vocals – Merv Goldsworthy
Drums, Backing Vocals – Pete Jupp
Keyboards – Didge Digital
Lead Guitar – Chris Overland
Lead Vocals, Guitar – Steve Overland
Producer – Neil Kernon
Dare la definizione di capolavoro è tecnicamente molto semplice, un opera che nel suo genere non presenta alcun difetto. Possiamo quindi classificare questo secondo disco degli Fm in questa categoria. D’altra parte, in questo disco uscito a tre anni dal validissimo esordio Indesrceet, nulla è stato lasciato al caso e fu anche l’ultimo tentativo di una certa portata fatto dalla epic per far sbarcare l’Fm rock/Aor made in England al di là dell’oceano. Una produzione scintillante, curata da Neil Kernon, che oggi a 35 anni di distanza fa invidia, la presenza di songwriter tra i quali quali le sorelle Randall e Desmond Child, uniti alla naturale capacità del gruppo di sfornare arrangiamenti sopraffini e melodie sempre accattivanti, hanno dato vita sicuramente ad uno dei migliori album che la terra di albione abbia mai sfornato in questo genere.
Come detto in apertura qui siamo dinanzi ad un opera che non ha assolutamente cali dall’inizio alla fine e le intenzioni sono ben chiare fino dall’ opener e title track Tough It Out, che dopo un’intro di tastiera tipicamente ottantiano, si dipana meravigliosamente anthemica e ci ricorda ancora che quanto fatte bene, le cose semplici sono sempre efficacissime. La finissima penna di Mr Child regala il primo hit single (almeno in Uk), vale a dire Bad Luck, un crescendo guidato dalle martellate sulle pelli di Pete Jupp , che ci traghetta fino al ritornello super catchy , ma mai banale. Altro giro altra bomba atomica, ovvero Someday, una delle AoR song per antonomasia, a distanza di decenni si discute ancora su quale sia la versione più riuscita se questa o quella fatta da Mark Free nel suo album solista, questo dibattito già dovrebbe fare capire a che livelli stratosferici ci stiamo muovendo. Everytime I Think Of You è quello che più assomiglia ad una ballad , ma il piglio deciso del grande Steve Overland e l’incalzare della sezione ritmica danno quella energia e grinta che dimostrano che il rock melodico non è solo roba per mollaccioni romantici. Le capacità di arrangiamento emergono con The Dream That Died un brano fatto apposta per l’airplay radiofonico così come Can You Hear Me Calling, con i suoi coretti super accattivanti. Cito anche il mid tempo Does It Feel Like Love, impreziosito dai deliziosi tessuti di tastiere , una canzone da canticchiare al primo ascolto.
Insomma un album perfetto per avere successo , ma che per la celeberrima puzza sotto il naso degli yankee, rimase un fenomeno confinato ad una dimensione soltanto europea , costringendo il gruppo a cambiare etichetta ed a virare leggermente su sonorità più British oriented per mantenere appeal sullo zoccolo duro dei fan di casa.
Quest’anno la nostrana Frontiers ,che da anni è l’etichetta del gruppo, ha proposto una versione live di questo disco che anche a distanza di molti anni mantiene intatta la sua magia e di cui se volete, potete leggere la recensione seguendo questo LINK.
Nota conclusiva sulle due ristampe; è assolutamente vero che forniscono una pletora di bonus track, ma se volete ascoltare un mio consiglio, procuratevi la versione originale , nel mercato dell’usato si trova a cifre onestissime in qualunque formato, perché vi dico che il mio vinile super navigato a trenta e rotti anni di distanza fornisce una qualità sonora di gran lunga superiore e sopratutto non vanifica la scintillante produzione a scapito di un dannoso incremento dei volumi. Fate come vi pare quindi, le opzioni non mancano di certo, ma è un disco da possedere a tutti i costi.
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