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26 Aprile 2021 3 Commenti Luka Shake Me
genere: Hard rock/ Aor
anno: 2020
etichetta: Aor Heaven
Tracklist:
Wooden Box
Demon Alcohol
Together
Fucking Beautiful
Kryptonite
In These Altitudes
Too Far Gone
Miracle
Get With The Program
Rocking Chair
Pretty Much Perfect
Formazione:
Tommi “Tuple”Salmela: Voce
Riitis: Chitarre – Tastiere
Jyka Sirainen: Basso
Pate Kivinen: Hammond
Tom Rask: Batteria
La proposta di cui mi accingo a parlarvi è ancora una volta targata nord Europa, Finlandia nello specifico; che nelle ultime due decadi ha partorito tantissime band di fama internazionale, l’elenco sarebbe troppo lungo, mi limiterò a citare la band più importante, gli amati/odiati Nightwish e uno dei suoi leader cofondatori Marco Hietala che a dire il vero porta avanti il suo side project Tarot ancor prima della nascita della pluriacclamata band succitata. Dal 2006 in veste di seconda voce è ufficiale la presenza del singer Tommi Salmela, dopo un’esperienza così formativa sente finalmente il bisogno di un suo album solista con il moniker Tuple. Direi a questo punto di snocciolare “wooden Box” sotto l’onnipresente egida AoR Heaven.
“Wooden Box” potrebbe essere forviante, in quanto come nella migliore tradizione di un metal moderno regge su synth e chitarroni rocciosi, linea vocale relativamente semplice e un cantato chiaro e cristallino stagliato su tonalità molto alte come il genere impone. Non si tratta di un pezzo “strappaorecchi” ma un buon biglietto da visita sullo spessore del prodotto.
“Demon Alcohol” in questo caso ritroviamo un buon connubbio fra aor e sonorità settantiane a tratti quasi prog ; il tutto gioca a favore di un cantato questa volta più ispirato e caldo. Episodio in se anche riuscito ma che non riesce a emozionarmi; una promozione con riserva.
“Together” sembra voler essere più introspettivo sulle strofe per poi aprirsi in un refrain catchy e radiofonico. La traccia resta in testa fin dal primo ascolto complice una linea vocale vincente, belle dinamiche anche nel cantato, e arrangiamenti essenziali.
“Fucking Beautiful” si aggrappa per certi versi agli stilemi dettati dalla traccia precedente. Un aor pregno di pathos, una buona power ballad per la ricercatezze della linea vocale per ciò che concerne le strofe e refrain sostenuti da un egregio lavoro di cori che in questo caso, ma ho notato anche nelle tracce precedenti, si presentano come un caldo tappeto sul quale si poggia l’ugola di Salmela.
“Kryptonite” al momento l’unico esempio di puro AoR, ad ogni modo siamo lontani dal pezzo di apertura; mi aspettavo dunque un progetto nel complesso sicuramente più “duro”, non vuole essere assolutamente una critica. La traccia nello specifico è pregna di armonie ruffiane, synth di stampo moderno e chitarre che svolgono un onesto compitino come giusto che sia. Il tutto troppo risentito centinaia di volte su troppi lavori negli ultimi anni.
“In These Altitudes” è una delle tracce più riuscite; ispirata nei vari momenti e sfaccettature proposte. La matrice è sempre AoR e le keys anche questa volta la fanno da padrona. Gradevole anche il break centrale pronto a lanciare un solo di stampo neoclassico.
“Too Far Gone” ruffiano quanto basta, gli arrangiamenti e la produzione in toto spingono una linea vocale semplicemente ossessiva, se l’intento era quello di riuscire a canticchiarlo fin dal primo ascolto, direi che obiettivo raggiunto, rovescio della medaglia è che al secondo ascolto potrebbe stancare.
“Miracle” è un mid tempo spettacolare, cercavo la mia personalissima hit e credo di averla trovata, chorus avvolgenti impreziositi da controcanti cesellati alla perfezione e due note messe in croce da chitarre e tastiere ma indovinate; alla fine della traccia non puoi fare a meno di pensare che il full in questione avrebbe necessitato di altri pezzi del genere per essere considerato un lavoro di grande livello. Peccato.
“Get With The Program” smentisce in parte le mie personalissime illazioni sulla bontà di un lavoro che resta godibilissimo; dunque la traccia è quadrata e corre via su classici binari del rock adulto di spessore. Avrebbe meritato di finire nella parte alta del platter.
“Rocking Chair” altra piccola gemma di AoR di nuova generazione. Apertura fatta di un sapiente lavoro di tastiere, ritmiche serrate sul quale poggia un chorus dai connotati pomposi ed epici; uno dei miei episodi preferiti senza alcun dubbio. Promozione a pieni voti.
“Pretty Much Perfect” in dirittura d’arrivo è una superba ballad, seppur troppo riduttivo definirla così. Il pezzo è arrangiato ottimamente e vive di un continuo crescendo che trova la sua esplosione nella seconda parte della traccia, dove la delicatezza della prima parte lascia spazio a un’evoluzione più dura pur mantenendo la giusta dosa di teatralità. Non capirò mai le scelte artistiche fatte da molte band nel sacrificare in set list gli episodi migliori in favore di altri meno riusciti. Questo è uno di quei casi, visto che parliamo di una traccia fresca, ispirata sotto tutti i punti di vista.
IN CONCLUSIONE: Un dischetto ben prodotto, al quale basta quel tocco finale per renderlo veramente al top, tutto sommato visto che siamo di fronte a un debutto il risultato finale potrebbe essere considerato soddisfacente, in attesa di un sequel che segni la definitiva maturità per Tommi Sarmela e la sua creatura e il coraggio nel divincolarsi da terreni abbondantemente inflazionati.
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