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17 Febbraio 2021 0 Commenti Massimiliano MaxAor Carli
L’ex chitarrista di Alice Cooper, Damon Johnson, ha ricordato “l’esperienza unica” di lavorare con i Damn Yankees (image credit Ethan Miller/Chip Somodevilla/Tim Mosenfelder/Getty Images) su un album che non è mai stato pubblicato.
Intitolato provvisoriamente Bravo, il disco è stato realizzato nel 1999 e nel 2000, ma i rapporti dell’epoca riportano che la band e i dirigenti aziendali associati non erano soddisfatti dei risultati.
In una nuova intervista con AL.com, Johnson – anche ex membro dei Black Star Riders e attualmente nei Thin Lizzy – ha discusso di quanta interazione aveva avuto con Ted Nugent e Jack Blades dopo che Tommy Shaw si era trovato troppo impegnato per continuare a collaborare al progetto. “E’ stata un’esperienza davvero unica, per non dire altro”, ha raccontato. “Avevo una serie di canzoni che avevo scritto per quello che poteva essere un disco solista, ed in quella stessa serie di pezzi c’era Every Day, che poi Stevie Nicks finì per incidere”.
Il leggendario John Kalodner, che aveva seguito la carriera di Johnson, aveva chiesto al chitarrista di inviargli un nastro di materiale: “Lui fece sentire una canzone a Jack…che si emozionò e al telefono mi disse: ascolta, questo è ciò che sta accadendo…i Damn Yankees faranno un disco. Tommy Shaw non può registrare, ma ci ha dato la sua benedizione di coinvolgere qualcun altro. Ti andrebbe di uscire e fare questa cosa? Magari buttiamo giù un paio di idee e vediamo cosa succede”.
Johnson ha ammesso che – mentre il sound del supergruppo non era molto di suo gradimento – il suo “enorme rispetto” per i membri ed il loro altro lavoro significava che non poteva rifiutare. Ha ricordato che Nugent lo trattava “come un figlio” e che era così connesso con Blades che aveva iniziato a scrivere insieme già dal primo giorno.
Dopo circa tre mesi, i musicisti avevano una serie di demo completi, che vennero suonati a Kalodner, che reagì come “come se fossimo i prossimi Bon Jovi o qualcosa del genere”. Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui il produttore degli stessi Bon Jovi, Luke Evans, venne portato a bordo. “C’era grande fermento in corso”, ha ricordato Johnson. “Poi Tommy arrivò, cantò alcune backing vocals e le canzoni che lui aveva già scritto prima del mio arrivo. Alla fine comunque mixammo l’album, ma la reazione di tutti all’interno della band fu molto tiepida. Me stesso incluso, Kalodner incluso. Credo semplicemente non ci fosse quella hit che avrebbe potuto lanciare alla grande il disco. Inoltre in quel momento tutti avevano iniziato ad avere i loro impegni: Ted aveva un Tour, gli stessi Night Ranger ne avevano uno. E Michael Cartellone se ne andò per suonare con gli Skynyrd”.
E ha concluso: “E’ stata comunque una grande esperienza. Ho imparato molto e ho rispetto per tutti quei ragazzi. Mi hanno trattato come un pari. E di certo non ho venduto il numero di dischi o suonato la dimensione di spettacoli che invece loro possono vantare. Quindi è stato davvero speciale essere coinvolto in una cosa del genere”.
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