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Recensione

84/100

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CREYE – II – recensione

04 Febbraio 2021 14 Commenti Giulio Burato

genere: AOR / Pop Rock
anno: 2021
etichetta: Frontiers Music Srl

Tracklist:

01. Broken Highway
02. Carry On
03. Find A Reason
04. Siberia
05. Face To Face
06. Can’t Stop What We Started
07. Lost Without You
08. Hold Back The Night
09. Let The World Know
10. Closer
11. The Greatest
12. War Of Love

Formazione:

August Rauer – Lead vocals
Andreas Gullstrand – Lead guitar
Fredrik Joakimsson – Rhythm guitar
Joel Selsfors – Keyboards
Gustaf Orsta – Bass
Arvid Filipsson – Drums

 

“I Creye acquisiscono una loro identità con l’innesto del cantante Robin Jidhed e danno vita a un debut-album dalle melodie lussureggianti e ricco di potenziali hit radiofoniche”

Una frase posta a fine della recensione del primo album spazzata via come una brezza su una foglia autunnale. Infatti, all’indomani dell’uscita discografica del 2018, il tastierista Joel Ronning e il cantante Robin Jidhed lasceranno la band; considerando che quest’ultimo già sostituiva Alexander Strandell (Art Nation), i Creye non hanno avuto, usando un eufemismo, un inizio di carriera facile.
Della serie “morto un Papa, se ne fa un altro”, la band ripartirà pochi mesi dopo, presenziando all’ultimo Frontiers Festival del 2019, con l’avvento dell’attuale cantante August Rauer e del tastierista Joel Selsfors. Rifatta nuovamente la formazione, i sei ragazzi Svedesi tornano in campo, oggi, anno 2021, con “II”, appunto, secondo album della loro breve carriera discografia.
Anticipato da ben cinque singoli, l’album si presenta con connotati maggiormente rock- pop oriented che si adattano alla bella voce di August. Le canzoni in questione sono, in ordine di uscita, l’ottantiana “Face to Face”, l’ultra melodica “Siberia”, l’energica “Carry on”, la tastierosa “Find a reason” e la recente “Broken Highway” dal taglio pop. Tutte interessanti e di buona fattura.
Nelle restanti sette canzoni, Il lento acustico “Lost without you”, uscito prematuramente nel 2019, non lascia il segno, mentre l’eleganza pop di “Can’t Stop what we started”, la briosa “The Greatest” e la scintillante “War of love” marchiano a fuoco questo album.

Se ad inizio recensione ho parlato di una brezza autunnale con accezione negativa, ora è rinfrescante, una boccata di ossigeno in una calda giornata d’estate perché “II” è un album rigenerante, piacevole e leggero.

© 2021, Giulio Burato. All rights reserved.

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