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04 Febbraio 2021 2 Commenti Alberto Rozza
genere: AOR
anno: 2020
etichetta: Frontiers Music Srl
Tracklist:
1. Calling
2. Beat Them All
3. Addicted To You
4. I’m Sorry
5. Time And Space
6. Don’t Say Goodbye
7. Still Bleeding
8. Living On High Hopes
9. A Pounding Heart
10. Angel
11. Time To Go Home
Formazione:
Angelica Rylin – Lead vocals
Michael Palace – Guitars, bass
Pedro Cecar Camargo – Acoustic guitars
Daniel Flores – Keyboards, backing vocals, drums
Grande ritorno all’attività solista, che mancava da sette anni, per Angelica, la front woman dei The Murder Of My Dreams, con un lavoro dai toni decisamente AOR.
“Calling” apre il disco, con la sua melodia suadente e l’ottimo ritornello orecchiabile, un brano canonico e di grande impatto. Troviamo poi “Beat Them All”, corale, dalla trama lineare ed espressiva, piacevole nel suo dinamismo sensuale. “Addicted To You” mette nuovamente in mostra le doti canore di Angelica Rylin, questa volta creando atmosfere misteriose e gradevoli. Arriviamo al lento “I’m Sorry”, sentito, accorato, emotivo, veramente intenso in tutti le sue parti, compreso un buonissimo assolo di chitarra di Michael Palace. Si rimane su ritmi blandi anche con “Time And Space”, che ricalca perfettamente le sensazioni del brano precedente, pur risultando leggermente più vivace e cadenzato. “Don’t Say Goodbye” presenta una variante alla voce: troviamo in questo caso la partecipazione di Daniel Flores, compagno anche nella vita dell’artista svedese, che crea intrecci vocali di grandissimo interesse con la propria partner. Si alzano leggermente i toni con “Still Bleeding”, solenne e armoniosa, ma senza il giusto piglio, come la successiva “Living On High Hopes”, che si distingue a fatica dai brani precedenti, risultando monotona e poco fresca. “A Pounding Heart” fa sentire la propria emotività, un inno dolce e deciso, aderente in modo perfetto al genere AOR. Si arriva quindi a “Angel”, un acustico sostenuto, delicato, perfetto a questo punto dell’album, giusto quel momento di dolcezza prima del gran finale, riservato all’oscura e cupa “Time To Go Home”, che ci congeda da un lavoro prodotto ed eseguito in grande stile, mettendo in risalto le doti dei principali attori, Angelica in primis, ma che in molti momenti pecca di originalità e freschezza.
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