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Pendragon – Love Over Fear – Recensione

23 Dicembre 2020 28 Commenti Samuele Mannini

genere: Progressive Rock
anno: 2020
etichetta: Toff Records

Tracklist:

1.Everything
2.Starfish and the moon
3.Truth and lies
4.360 degrees
5.Soul and the sea
6.Eternal light
7.Water
8.Whirlwind
9.Who really are we?
10.Afraid of everything

Formazione:

Nick Barrett: lead vocals, guitar
Clive Nolan: keyboards, backing vocals
Peter Gee: bass, bass pedals, backing vocals, keyboards
Jan-Vincent Velazco: drums, percussion

 

Fine anno è periodo di classifiche e di considerazioni sull’anno che è appena trascorso e se per via della Pandemia è stato un anno orribile , musicalmente è invece stato un anno ricco un po’ in tutti i generi. Questo è per me il disco più bello uscito in questa delicata annata,  sono perfettamente conscio che sia leggermente off topic rispetto a ciò che abitualmente viene trattato su questo sito, ed anche che oramai il disco sia uscito un po’ di mesi fa, quindi perché parlarne? Intanto quando uscì Love Over Fear io non collaboravo ancora con Melodicrock quindi era impossibile,  secondo, ritengo che il prog. ( o almeno il neo prog.) abbia numerosi punti di contatto con l’Aor e il Melodic rock in generale, tanto che, numerose volte in passato, abbiamo assistito a tentativi più o meno riusciti di commistione ed influenze tra i due generi. Ho quindi chiesto una deroga al ns. Boss Denis Abello, che ha gentilmente  acconsentito a lasciarmi scrivere queste righe, vedremo se sarà cosa gradita o no.

Veniamo dunque al disco in se , un evento che va degnamente celebrato ed adeguatamente spiegato perché oltre ad essere un capolavoro è il dodicesimo album in studio che copre una carriera discografica di ben 36 anni.
Ora parliamo chiaro, i Pendragon dischi mediocri non ne hanno mai fatti ed anche Passion, che è quello che mi piace meno, è un disco degno, ma qui secondo me si apre un nuovo ciclo artistico dalle estatiche premesse.
Come mi confermò anche Nick Barrett quando ebbi modo di parlarci una mezz’ora vis a vis in occasione del tour di Pure, dopo che il primo ciclo artistico si era chiuso con Not of This World e un’altro ne era cominciato con Believe ( basta anche guardare le copertine dei dischi per capirlo) i Pendragon avevano deciso di esplorare sonorità più ‘dure’ e moderne uscendo un po’ dai cliché classici del neo prog , il percorso si è concluso con Men Who Climb The Mountain, e qui si torna un po’ indietro nel tempo quindi, andando a riscoprire il gusto tipico delle atmosfere degli album più classici quali The world and Masquerade Overture.
Musicalmente Love Over Fear è dunque una sintesi ideale tra i due cicli dove l’introspezione più oscura degli ultimi album, viene mitigata dalle atmosfere sognanti del primo ciclo, mantenendo però una certa modernità sonora. Che meraviglia!
Dieci canzoni che sono un vero e proprio viaggio evocativo e sognante, nella speranza e nella vita, che ci pone sempre di fronte nuovi interrogativi da esplorare intimamente per andare avanti.

Non ho la minima intenzione di affrontare le canzoni una per una perché il lavoro mi è parso talmente organico che non ascoltarlo nella sua interezza, sarebbe come leggere un libro a cui sono state strappate pagine a caso, citerò quindi solo qualche esempio: Starfish And The Moon, una canzone onirica con chitarra ed una partitura d’archi da brividi. Truth and Lies song intensa, impreziosita da splendidi suoni  e da uno struggente  assolo di Barrett. Citerò infine Water , che si apre con un arpeggio acustico, crescendo su una trama tastieristica , fino ad esplicitarsi in una magia di melodie ed atmosfere.

Insomma nella loro quasi quarantennale  carriera i Pendragon piazzano l’ennesimo colpo da maestro che magari potrebbe invogliare a conoscerli anche da parte di chi ha sempre giudicato il prog. un genere col naso arricciato all’insù. Con un minimo di mente aperta le atmosfere di questo disco vi dischiuderanno davanti agli occhi mondi fantastici che avete finora solo sognato.

© 2020 – 2022, Samuele Mannini. All rights reserved.

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