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Recensione Classico

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Tigertailz – Bezerk – Classico

17 Dicembre 2020 0 Commenti Yuri Picasso

genere: Hard rock/ Glam
anno: 1990
etichetta: Music For Nations
ristampe:

Tracklist:

1 Sicksex 4:26
2 Love Bomb Baby 3:03
3 I Can Fight Dirty Too 3:50
4 Noise Level Critical 5:23
5 Heaven 6:04
6 Love Overload 3:52
7 Action City 4:02
8 Twist And Shake 3:32
9 Squeeze It Dry 4:04
10 Call Of The Wild 3:58

Formazione:

Bass – Pepsi Tate
Drums – Ace Finchum
Guitar – Jay Pepper
Keyboards – Tim Lewis
Vocals – Kim Hooker

 

I Motley Crue Gallesi, da Cardiff per essere pignoli. Parliamo di glam rock multicolor, di musica graffiante ma divertente, dei Poison del paese dei castelli . La ricerca del coro vincente mediante l’abuso di più voci per fare uscire dalle casse l’effetto chewing gum caratterizzava la loro proposta, unita a riff taglienti e immediati suonati dall’ottimo chitarrista John Pepper, nonché fondatore assieme al bassista Pepsi Tate (1965 – 2007 R.I.P).

Dopo aver pubblicato con quel matto di Steevi Jaimz alla voce “Young and Crazy” nel 1987 (alcol e guai con la legge erano all’ordine del giorno), viene reclutato al microfono il talentuoso Kim Hooker per dare vita a quello che è il loro piccolo capolavoro,“Bezerk”; era il 1990, e nonostante il genere avesse iniziato a vivere la sua eclissi, con band che negavano il loro passato e studiavano sul come sopravvivere alla decade “nera” cambiando pelle, i nostri riuscirono ad ottenere ottimi riscontri non solo nel Sol Levante, ancora di salvezza per molte band nate sul finire degli anni 80, ma pure nella vicina Inghilterra dove l’album raggiunse la posizione 36 delle official charts.

Trascinato da singoli quali la ballad “Heaven”, le divertenti e magnetiche “Love Bomb Baby” e “Noise Level Critical”, ma non solo.

La carne al fuoco qua non manca, anzi. In ogni pezzo troviamo l’insana pazzia e la tipica sfrontatezza proprie del sunset strip riviste in chiave anglosassone; l’ispirazione, il coinvolgimento/sconvolgimento sessuale (e su questo l’opener “Sick Sex” potrebbe essere un manifesto dell’epoca).

Cori trascinanti come in “Squeeze It Dry”, scanzonata a partire dalla strofa o l’altrettanto spericolata “I Can Fight Dirty Too”, una corsa sfrenata in 4/4.

Bezerk si conclude con il funky sleaze di “Call of The Wild”.

Dopo lo scioglimento avvenuto l’indomani di Wazbones (1995, solo per il mercato giapponese vedendo i nostri abbracciare una strada maggiormente metal) ci furono un paio di reunion:

Jaimz formerà la sua versione dei Tigertailz nel 2003 senza pubblicare alcun disco di studio e perdendo la causa contro Hooker Tate Pepper, i quali non si limitarono all’attività live ma daranno in pasto ai fan ottimi lavori (Bezerk 2.0 è un ottimo disco), senza snaturare la propria natura artistica

Ricordo molto bene l’esibizione nel primo pomeriggio in quel dell’Idroscalo al Gods of Metal del 2007, trascinante sebbene aiutata da cori preregistrati.

Dopo la morte di Tate a causa di un tumore al pancreas, il nucleo storico si sciolse, seguito da ulteriori ma in questo caso vani tentativi di riportare il nome Tigertailz al culto di un tempo.

Dischi come Bezerk rimangono ottimi dipinti oramai sbiaditi dal tempo ma dall’ immutato impatto emotivo.

 

 

© 2020, Yuri Picasso. All rights reserved.

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