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11 Maggio 2020 9 Commenti Denis Abello
genere: Melodic Hard Rock
anno: 2020
etichetta: Handful of Dust
Tracklist:
1. Between My Brother and Me
2. I Won't Be There
3. Second Sight
4. All These Years
5. A Lifetime Too Late
6. In The Shadow Of The Clan
7. Say A Prayer
8. Liberated
Formazione:
Keith Leahy ( lead vocal/guitar/keyboards)
Robert Harpum (guitars)
Robin Tucker (drums)
Dave Richards (guitars)
Marius Ryndziewicz (bass)
Ospiti:
Duncan Lowe (keyboards)
Avril Davis (backing vocals)
Tracy Tucker (backing vocals)
Sharon Wallace (backing vocals)
Contatti:
https://www.thepetalfalls.com
https://www.facebook.com/ThePetalFalls/
Riceviamo in redazione veramente una montagna di album da controllare e per quanto possibile cerchiamo di dare un’ascoltata a tutto… e se, sono sincero, spesso il livello delle produzioni indipendenti lascia un po’ a desiderare sotto più punti di vista tra cui voce, originalità, produzione ecc. ecc…. altre volte ti stupisci di certe piccole chicche che ti capitano fra le mani.
Se il primo impatto funziona, allora si procede al secondo giro di giostra… e se anche questo porta a finire l’ascolto con un “buon gusto” in bocca, ecco che allora il suddetto album passa in fase “recensione”! Un po’ quello che è successo a questo All These Years a firma dei poco conosciuti inglesi The Petal Falls.
Hard Rock che si incrocia con una forte vena melodica e radiofonica di martice pop/rock e, se proprio vogliamo fissare alcuni paletti che delimitano il territorio in cui ci muoviamo, possiamo dire che andiamo a parere su territori alla Bad Company (con Robert Hart alla voce) con qualche spunto qua e la alla Magnum e una spruzzata di FM/Foreigner… e il tutto condito da una voce profonda e caratterizzante con tocchi Springsteeniani su una base molto Robert Hart. Abbiamo fatto un bel calderone di roba??? Ebbene si, lo abbiamo fatto… ma il tutto funziona, e questo è l’importante! 😉
Parlando dei pezzi anche qui la matrice di base è un mix USA / Uk di melodic hard rock. Si parte con un pezzo che profuma di yankee nel refrain come Beetween My Brother and Me, stile radiofonico e melodico per I Won’t Be There e un flavour FM / Foreigner sulle note di Second Sight.
Tante influenze e tanti stili che proseguono con la titletrack All These Years dall’hook ipermelodico e ci si infila nell’ottimo melodic rock puro di A Lifetime Too Late per atterrare sull’epicità simil Magnum di In The Shadow Of The Clan. Say a Prayer è forse il pezzo meno pungente mentre la chiusura molto USA sulle note dell’ennesimo pezzo ultra radiofonico Liberated pone l’accento finale su un album sicuramente in grado di regalare più di qualche buono spunto per il genere.
Tirando le somme la qualità del songwriting e degli arrangiamenti unito alla bella voce di Keith Leahy sopperiscono ad una produzione che avrebbe bisogno di una spinta in più e all’assenza di un paio di brani in più che completerebbero l’opera. Resta comuqnue una bella prova e bella sorpresa generale, dategli un’ascoltata!
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