Recensione

INSTANT KARMA – Till The Bones – recensione

24 Aprile 2020 Comment Denis Abello

genere: Hard Rock / Alternative Rock
anno: 2019
etichetta: Indipendente

Aspettatevi un uppercut Hard Rock moderno e brutale piazzato in pieno mento dagli Instant Karma. Progetto che potremo definire “mixed martial music” (giusto per rimanere in tema di cazzotti) che basa la sua strategia offensiva su, come dicevamo, un hard rock brutale, moderno e roccioso che non disdegna qua e la inclusioni in ambiti al limite del metal o dell’alternative.
Nato e partorito dalla mente di Marco Sivo (ex voce dei Planethard) e Carmine Martone (chitarrista presente in vari progetti legati al melodic rock / hard rock come Revolution Road e Charming Grace) a cui si aggiungono Edo Sala (batterista dei Folkstone ma che ha lavorato anche con Joe Lynn Turner e Terry Brock), Walter Franchi (chitarrista) e Claudio Sannoner (bassista). Band quindi tutta ultra italiana e giusto per rimanere in patria citiamo anche il nostro Alessando Del Vecchio che si è occupato del mix e mastering!

Come dicevamo in inizio di recensione le coordinate portano questo Till The Bones in ring nettamente moderni con scelte di suoni molto diretti e d’impatto. Su tutto esalta la voce (ottima) di Marco Sivo e le chitarre di Martone e Franchi che in alcuni frangenti ricordano gli ultimi lavori di George Lynch o il “nuovo” Kane Roberts… beccatevi come esempio la titletrack Till The Bones!
Lodevole anche il proseguo con la mid tempo dal sapore alternative rock Feel. Si spinge poi forte tra corde distorte e pelli rombanti sulla successiva No Resistance per buttarsi in una sorta di speed rock sulle note di Fragile Inside.
Ancora da segnalare la partecipazione di Marco Sandron (Starsick System) sulle note di Too Many Lies e l’incalzante melodia di Too Many Lies. Si chiude ancora pestando il piede su Angel e su Human Race (dal testo molto impegnato).

Un bell’album questo degli INSTANT KARMA che portandosi su lidi “modernisti” merita menzione per la qualità del risultato finale tenendo anche conto del fatto che stiamo parlando di un prodotto autoprodotto che potrebbe ben dare filo da torcere a uscite nettamente più “major”.

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