Recensione

In-Side – Life – recensione

07 Aprile 2020 25 Commenti Denis Abello

genere: AOR / Prog / Pomp Rock
anno: 2019
etichetta: Andromeda Relix

Dopo il bel debutto Out-Side datato 2017 ritornano i Torinesi In-Side con un nuovo lavoro a titolo Life. Saliti alla ribalta qualche anno fa nella scena Italiana grazie al loro AOR intriso di venature cromate e prog, i nostri non tradiscono le loro origini tracciando un nuovo lavoro che prosegue nel solco iniziato con Out-Side.
Chiarito che lo stile è quello a cui i bravi In-Side ci avevano abituati notiamo invece alcuni cambi nella line up in cui agli originali Saal Richmond (tastiere), Beppe Jago Careddu (voce), e Marzio Francone (batteria) si aggiungono ora Abramo De Cillis (chitarra, che comunque figurava già come ospite nell’album di debutto) e Gianni Cuccureddu al basso.

Solo otto pezzi compongono questo nuovo lavoro Life in cui, come dice il titolo, l’invisibile filo comune denominatore dei brani è proprio il concetto di “vita” in tutte le sue sfacettature, non si può forse parlare di vero e proprio “concept album”, ma poco ci manca… dicevamo, solo otto pezzi, ma non fatevi ingannare, perchè come già ci avevano mostrato nel debutto gli In-Side puntano sulla qualità e aggiungerei, la complessità, dei brani che propongono soluzioni sempre molto ricercate che giocano abbondantemente nell’ambito dell’AOR di classe sviscerando a fondo tastiere, chitarre e sintetizzatori, inoltre con quel tocco prog che si ripercuote anche sulla durata dei pezzi che mediamente superano i 5 minuti buoni.

L’iniziale Life è una dichiarazione d’intenti che mette in campo da subito l’artiglieria pesante con un’introduzione in cui riecheggiano stilemi cari ad Alan Parson con una spruzzata di Arc Angel. Scelte stilistiche e di stuttura del pezzo tutt’altro che scontate e banali mettono subito sul piatto l’importante lavoro di songwriting, trademark comunque di un po’ tutto l’album.
Seguono due mid-tempo cariche di pathos come l’incalzante Trapped In A Memory e la successiva I Remember che su di una struttura ricercata e a tratti pomp piazza un ritornello che se la gioca in territorio Survivor. Un trio iniziale di sicuro impatto. Richiami di Asia nella successiva No Hell in cui Beppe Jago regala una prova vocale veramente degna di nota. Piccola parentesi per sottolineare la caratterizzazione che la voce di Jago è stata in grado di donare ai pezzi. Molto particolare ma di sicuro impatto.
Per chi cerca in questo lavoro l’AOR più puro i due pezzi su cui concentrarsi sono sicuramente Save Your Mind, che senza indugi richiama alla memoria sonorità dei TOTO fine anni ’80 inizio ’90, e Test My Love il più smaccatamente radiofonico di tutto il lotto anche se da questo punto di vista anche il ritornello di Made Of Stars meriterebbe una “menzione” radiofonica.
Si chiude sulle note ricercate e suadenti di Eyes Don’t Lie, quasi sette minuti di pura classe!

Al secondo passaggio gli In-Side fortificano il loro status di band di valore. Il loro sound sempre molto ricercato e a tratti complesso riesce a miscelarsi perfettamente con un tocco melodico e easy listening di fondo che fa si che la tecnica non risulti mai semplice esercizio di stile ma sia, come dovrebbe sempre essere, valore aggiunto al servizio dei pezzi. Con Life gli In-side aggiungono un altro punto andato a segno nella loro carriera.

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