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Recensione

78/100

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Bullring – Break Down The Gate – recensione

15 Ottobre 2019 1 Commento Alberto Rozza

genere: Hard Rock
anno: 2019
etichetta: Street Symphonies Records / Burning Minds Music Group

Tracklist:

01. Are You Shining?
02. You're Just What You're
Fighting For
03. My Darkest Shadow
04. Violet Song
05. Dirty Paradise
06. Fear Killing Anthem
07. Jackhammer
08. Amy And Me
09. You Cannot Hurt Me
10. I'll Snatch Your Tongue
11. I'm Too Old
12. Idea4

Formazione:

Remo Ferrari: Vocals & Bass
Dave Pola: Guitars
Luca Ferraresi: Drums

Ospiti:

Alex De Rosso: Lead Guitar on
"You're Just What You're
Fighting For"
Luca Princiotta: Lead Guitar on
"Snatch Your Tongue"

Contatti:

https://www.bullringband.com
https://www.facebook.com/bullringband/

 

In uscita l’album di debutto degli italianissimi Bullring, un power trio che propone un divertentissimo punk rock venato di heavy metal, capace di catturare anche l’ascoltatore più esigente.

L’opening “Are You Shining?” è martellante e coinvolgente, subito chiara nello stile e nella struttura, dalle ritmiche punk ma arricchita da un pregevole solo di chitarra. “You’re Just What You’re Fighting For”, intensa e corposa, che strizza l’occhio all’hard rock più puro e grezzo. Si scaldano i motori e si aumentano i giri con la grintosissima “My Darkest Shadow”, crudele e oscura, dalle atmosfere vaporose e superbe. Cambi stilistici repentini tengono sempre alta l’attenzione dell’ascoltatore, come nel caso di “Violet Song”, dalla struttura preziosa e riflessiva, dalla dinamica perfetta, molto classica nel suo sviluppo. Si torna a ritmi più sfrenati con la turbolenta “Dirty Paradise”, trascinata, spezzata e tosta, dal sound intrigante e contaminato dal punk rock. “Fear Killing Anthem” è una traccia folle, veloce e dai risvolti strumentali tutto sommato interessanti, sempre fatti di variazioni ritmiche e stilistiche. “Jackhammer” sfonda la barriera dell’heavy metal più solido e martellante con il suo intro pestato, per poi sfociare in una strofa estatica e soave, riprova della stupenda capacità della band di mischiare generi in modo accattivante. Arriva il momento del lento, sempre in chiave heavy: “Amy And Me” presenta tutte le sfaccettature canoniche, con un ritornello chiaro e aperto, corale e dalla grande ampiezza di suono. Aggressiva e sfacciata, “You Cannot Hurt Me” è un pezzone convincente e duro, dal pregevole solo di chitarra, che si tuffa nella ben più ritmata accoppiata “I’ll Snatch Your Tongue” e “I’m Too Old”, scanzonate e rockeggianti, brani spensierati dalla resa ottima e dai buonissimi spunti strumentali. Sulle tortuose note di “Idea4”, che accarezza l’hard rock più grezzo in salsa statunitense, si conclude “Break Down The Gate”, un lavoro di livello, versatile, piacevole all’ascolto e che non lascia dubbi sui valori del trio made in Italy.

© 2019, Alberto Rozza. All rights reserved.

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